Comune di Ferrara

giovedì, 28 marzo 2024.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > ANNIVERSARIO ECCIDIO ESTENSE, IL SINDACO DI FERRARA ALLA CERIMONIA IN SINAGOGA: "FERITA APERTA DELLA STORIA, A CUI SOLO LA MEMORIA PUÒ PROVVEDERE".

ANNIVERSARIO ECCIDIO ESTENSE, IL SINDACO DI FERRARA ALLA CERIMONIA IN SINAGOGA: "FERITA APERTA DELLA STORIA, A CUI SOLO LA MEMORIA PUÒ PROVVEDERE".

15-11-2021 / Punti di vista

ANNIVERSARIO ECCIDIO ESTENSE, IL SINDACO DI FERRARA ALLA CERIMONIA IN SINAGOGA: "FERITA APERTA DELLA STORIA, A CUI SOLO LA MEMORIA PUÒ PROVVEDERE". LA DOCENTE SCAMPATA AI CAMPI DI STERMINIO: "159 DEPORTATI, SOLO 5 TORNATI"

Ferrara, 15 nov - "I fatti che, a ritmo incalzante, distrussero la comunità ebraica ferrarese sono una ferita aperta della storia. Una ferita a cui solo la memoria può provvedere e che a Ferrara è stata ancor più dolorosa. Le leggi razziali - soprattutto nella nostra città - hanno infatti segnato la drammatica cesura di una antica tradizione di accoglienza, di presenza viva e di reciproco e produttivo arricchimento culturale. Essere qui oggi è il segno di un dolore che ritorna, ma anche di una vicinanza che è quotidiana ed esprime la profonda amicizia che ci lega alla comunità ebraica ferrarese". Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri questo pomeriggio alla cerimonia in sinagoga per i 78 anni dall'eccidio estense, quando - davanti al Castello - vennero uccisi dai fascisti 11 cittadini ferraresi, come rappresaglia per l'assassinio del federale Igino Ghisellini.

La cerimonia è stata introdotta dal rabbino capo Luciano Caro, che in apertura ha recitato i salmi e ha chiuso intonando - con il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto - il canto degli ebrei spinti alle camere a gas, chiamato "Ani maamin". La professoressa Luciana Roccas Sacerdoti - scampata all'età di cinque anni ai campi di sterminio nazisti grazie all'aiuto di una famiglia cattolica romana - ha ripercorso i drammatici fatti di quegli anni: la prima irruzione dei fascisti in sinagoga nel settembre 1941, i rastrellamenti della ‘lunga notte' del '43, i primi gruppi rinchiusi proprio nel tempio maggiore di via Mazzini l'11 febbraio del 1944 ("il più giovane aveva solo tre mesi"), il trasferimento a Fossoli e, da qui, sul convoglio verso Auschwitz, i sigilli alle sinagoghe dal 26 febbraio 1944, le vite distrutte, i beni depredati. "La comunità ebraica ferrarese era composta da 700 persone nel 1938, erano poco più di 400 nell'autunno del 1943", ha detto. Come ha anche ricordato il presidente della comunità ebraica Fortunato Arbib, "dei 159 ebrei ferraresi deportati solo cinque sono tornati". "Questa memoria - ha sottolineato Sacerdoti - dovrebbe spronarci alla pietà, all' aiuto, all' accoglienza a chi oggi fugge da guerra, fame e persecuzioni".

Immagini scaricabili: