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Fakes, primo fine settimana di apertura per la mostra dedicata al falso nell’arte. La nuova sezione dedicata ai Neo-Estensi ”Percorso tra tagli ambigui , reinvenzioni, falsificazioni, citazioni omaggio”

09-04-2022 / Punti di vista

 

FAKES, PRIMO FINE SETTIMANA DI APERTURA PER LA MOSTRA DEDICATA AL FALSO NELL'ARTE. LA NUOVA SEZIONE DEDICATA AI NEO-ESTENSI: PERCORSO ATTRAVERSO GLI AUTORI DELLA SCUOLA AUTOCTONA DI COPISTI E FALSARI ATTIVA DALLA RESTAURAZIONE FINO AL 1968

Ferrara, 10 apr - Primo fine settimana di apertura per la mostra 'FAKES. Da Alceo Dossena ai falsi Modigliani' a palazzo Bonacossi, storica nobile residenza anche sede del centro direzionale dei Musei Civici d'Arte Antica.
Particolare novità dell'edizione ferrarese - inaugurata in settimana dal presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi e dall'assessore Marco Gulinelli, con i curatori Dario Del Bufalo e Marco Horak e con la collaborazione di Pietro Di Natale - è la sezione dedicata ai neo-estensi, che trova spazio, tra l'altro, accanto alle opere di Dossena, formidabile creatore di sculture nello stile dei greci e degli etruschi e dei più grandi maestri italiani del Trecento e del Rinascimento, ai falsi Modigliani, al centro dello scherzo orchestrato nel 1984 da Pietro Luridiana, Pier Francesco Ferrucci e Michele Ghelarducci, e ad artisti falsari di Otto e Novecento, come Giovanni Bastianini, Federico Icilio Joni e Umberto Giunti.
La sezione dedicata ai neo-estensi approfondisce e ripercorre l'attività della "scuola autoctona di copisti e falsari che dalla Restaurazione e fino quasi al 1968 si esercitavano soprattutto nel rendere le energiche espressività del Rinascimento estense", spiega Lucio Scardino, curatore della sezione. Tra questi anche il piacentino Giacomo Zilocchi, autore delle statue di Niccolò III e di Borso d'Este, poste nel 1927 dinanzi al Municipio di Ferrara.
Oltre a Zilocchi, tra XIX e XX secolo, autori ferraresi come Gaetano Davia, Ambrogio Zuffi, Ernesto Maldarelli, artista ferrarese del legno, e poi nel Novecento i cugini Antonio e Romano Alberghini, Enzo Nenci, Ulderico Fabbri furono variamente attivi - sottolinea Scardino - e zelanti nell'assimilarsi al gusto neo-estense, favorito anche dallo sviluppo del mercato internazionale dell'arte.
Si rintracciano loro interventi anche a Palazzo dei Diamanti, presso la tomba di Borso in Certosa, nelle facciate di Palazzo Prosperi-Sacrati e di Palazzo Roverella. Per la pittura è famosa l'attività della Bottega Boldini, che sotto la guida del capofamiglia Antonio, tentava di rifare capolavori di Garofalo e Raffaello, Francesco del Cossa e Dosso Dossi, non di rado con intenti fraudolenti.
"Nelle sculture esposte in mostra - racconta lo storico dell'arte Scardino - si trovano nobili modellati, smaccate falsificazioni, colte citazioni-omaggio (si va da Donatello al Verrocchio, da Laurana a Di Paris), reinvenzioni fisionomiche di Estensi e dei loro cortigiani. Il taglio ambiguamente neo-estense raggiunge anche le contigue province, interessando scultori quali i reggiani Ferrante Zambini e Mario Salvini o collezionisti-ingannati, come l'argentano Mario Magrini, il modenese Matteo Campori e il veneto-ferrarese Vittorio Cini. Entrambi possedevano opere del cremonese Alceo Dossena, nel primo caso (una Madonna con bambino con uva in mano) firmato dallo stesso Dossena, quindi un falso autentico; nell' altro, invece (San Girolamo nel deserto) attribuito a un autore del Quattrocento lombardo, quindi un falso ingannevole, che però rivela la grande qualità tecnica di Dossena".
Ad integrazione della mostra di Palazzo Bonacossi è esposta al Museo Schifanoia una delle due copie fotografiche del Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, oggi a Siracusa, realizzate dalla Fondazione Factum Arte in occasione della mostra Caravaggio. Il contemporaneo (Rovereto, Mart, 9 ottobre 2020 - 14 febbraio 2021).

 

(Ferrara Rinasce)

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