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'Gemellaggio' Ferrara-Viareggio nel segno dell'arte di Manfredo Manfredini

05-05-2022 / Punti di vista

(Ferrara Rinasce)

'GEMELLAGGIO' FERRARA-VIAREGGIO NEL SEGNO DELL'ARTE DI MANFREDO MANFREDINI
L'OSSESSIONE AMOROSA DELL'ARTISTA FERRARESE RICORDATA NELL'ANNIVERSARIO DELL'EROINA DI LEOPOLI SALOMEA KRUSCENISKI, CHE FU SPOSA DEL SINDACO DELLA CITTÀ TOSCANA. GULINELLI: "RISCOPERTA NOSTRO AUTORE HA APERTO NUOVI ORIZZONTI"

Ferrara, 5 mag - Ferrara e Viareggio sono da ieri unite in un simbolico 'gemellaggio' nel segno di Manfredo Manfredini, l'artista ferrarese vissuto tra Otto e Novecento che, nonostante abbia firmato una delle edizioni più popolari della Divina Commedia del secolo scorso (l'edizione Nerbini), era caduto nell'oblio della storia.
Manfredini esprime il legame tra le due città per l'infatuazione d'amore verso Salomea Krusceniski, grandissima cantante lirica ucraina, più volte ricordata anche in questi drammatici tempi di guerra, che nel 1910 fu sposa del sindaco di Viareggio, Cesare Riccioni. Alla morte del primo cittadino, Krusceniski si ritirò a Leopoli, dove si trova la sua tomba monumentale, degna di una eroina nazionale, tomba più volte minacciata dalle bombe in questi mesi di conflitto. Nel segno di questa storia, dopo il lavoro di riscoperta di Manfredini condotto dal professor Lucio Scardino e promosso dall'Amministrazione comunale, Ferrara per la prima volta è stata chiamata a parlare dell'autore ferrarese nel contesto delle celebrazioni dell'artista ucraina, a Viareggio ricordata con grande affetto e coinvolgimento. Celebrazioni che nel 2022 segnano due ricorrenze speciali: i 150 anni dalla nascita e i 70 anni dalla morte. "La riscoperta del lavoro di Manfredini ha aperto nuovi orizzonti, consentendo di condurre sempre nuove collaborazioni con diverse città nel segno della storia e dell'arte", ha detto l'assessore Marco Gulinelli aprendo il dibattito online con Viareggio alla presenza del critico musicale toscano Lisa Domenici, di Eva Fabbri, presidente di 'Amici del festival pucciniano' e della referente della biblioteca viareggina 'Marconi', Maria Teresa Giorgetti. Scardino - a cui sono state rivolte dal pubblico diverse domande e richieste attorno a Manfredini - ha spiegato che l'opera dell'autore ferrarese riscoperto è di assoluta importanza per la storia del tempo, non solo locale. Il suo tratto - ha detto - ha evidenti segni legati alle avanguardie, oltre che segni di una sensibilità eccitata. E la sua sana ambizione d'artista lo ha portato a viaggiare molto in Italia, entrando in contatto, proprio in Toscana, con autori celebri come Giovanni Fattori, frequentando anche la sua Scuola libera del nudo".
Quanto all'ossessione amorosa vissuta nei confronti della cantante lirica ucraina di stanza a Viareggio, ha sottolineato Scardino, "questa vicenda si deve inserire nel contesto del decadentismo europeo tra Otto e Novecento. Contesto che portò, ad esempio, Adèle Hugo, figlia di Victor Hugo, a finire i suoi giorni in un istituto psichiatrico dopo aver sviluppato una ossessione romantica nei confronti di un ufficiale militare britannico". A quella di Manfredini e Salomea si intreccia un'altra storia ferrarese che conduce in Ucraina. È quella di Giuseppe Migliari, figlio del più noto Francesco (che affrescò la sala del Teatro Comunale di Ferrara). Qualche anno prima dell'esordio di Krusceniski nel teatro di Odessa, infatti, nello stesso luogo fu chiamato Migliari ad adornarne i locali. Rimasto a corto di denaro durante la sua presenza in terra ucraina, e dopo aver chiesto aiuti economici anche al Comune di Ferrara, morì proprio a Odessa nel 1897. Intanto in questi giorni anche Torino celebra Manfredini, esponendo una sua Divina Commedia (e il catalogo realizzato da Scardino per il Comune di Ferrara) nel contesto della mostra per ragazzi: "La Piccina Commedia. Dante e i ragazzi tra educazione e ricreazione". Mostra allestita - fino al 26 giugno - nel salone d'onore di Palazzo Barolo (Via delle Orfane, 7 - Torino).

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