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"Tacco 19. Mettetevi nelle mie scarpe", la ferrarese Diana Rubik racconta il suo doloroso passato in un libro

19-07-2022 / A parer mio

Aggiornamento del 22-7-2022

BONDENO, LA STORIA DI DIANA, IL RAPIMENTO, LA TRATTA, LE VIOLENZE. IL LIBRO AUTOBIOGRAFICO: "LA SERENITÀ È UNA GRANDE CONQUISTA. SCRIVERE È STATA UNA TERAPIA PER L'ANIMA". IL SINDACO SALETTI: "UNA VITA DI CORAGGIO"

Il rapimento a 17 anni, l'orrore della tratta delle donne, destinate alla prostituzione in Grecia, lo sfruttamento sessuale. Poi la fuga in Italia. La vita in clandestinità. Un matrimonio non andato a buon fine. E una amatissima figlia, ‘motore' del riscatto e di una vita ritrovata. La bondenese, albanese di origine, Diana Rubik racconta "per la prima volta nei dettagli e pubblicamente" la sua vita, lo fa in un'autobiografia che segna il suo esordio letterario: "Tacco 19. Mettetevi nelle mie scarpe". Diana nasce in Albania, fin da piccola ha problemi con un padre severo. Poi, a 17 anni viene rapita, condotta ad Atene, costretta - sotto minaccia - a prostituirsi in una casa chiusa. Riuscita a fuggire e raggiunta l'Italia, per sopravvivere deve subire le terribili minacce di chi la vuole sulla strada. Con coraggio, e a costo di tremende violenze, riesce a riscattare la sua libertà. Inizia a lavorare come ballerina di lap dance: "Era per me, inizialmente - rivela - oltre che l'unico modo per guadagnarmi da vivere, anche un modo per curarmi da sola attraverso la bellezza e la sensualità. Gli uomini, che fino a poco prima mi avevano sfruttata, ora erano ai miei piedi". "Che cosa farei se tornassi indietro? Chiederei aiuto. E lo consiglio anche a tutte le donne che vivono la terribile realtà delle violenze".
"Una storia di grande coraggio, di riscatto, di capacità di superare anche le situazioni più terribili. Grazie a Diana e grazie per aver scelto di raccontarla, anche per indurre chi oggi vive storie silenti di violenze a non piegare la testa, ma a denunciare", ha detto il sindaco di Bondeno Simone Saletti, ieri alla presentazione al locale bar Alias, al centro commerciale i Salici. Con lui anche Valentina Bordonaro, avvocato e presidente di MOVE, associazione per i diritti delle donne. A condurre l'evento è stata Lara Wielingen, pedagogista e grande amica della protagonista. "Non è stato facile scrivere questo libro - ha spiegato Diana Rubik - ma sentivo che era il momento giusto, perché oggi finalmente ho trovato la normalità. Quella che per tanti è la normalità monotona del quotidiano, per me è una immensa conquista". "Ripercorrere - ha sottolineato l'autrice - quanto vissuto è stato come riviverlo una seconda volta: ci sono stati momenti che, per l'impatto con quello shock ritrovato, per settimane non sono più riuscita a scrivere. Poi ho capito a fondo che quelle sono storie che posso finalmente raccontare da lontano. E che non sono più sola". Accanto a lei, la figlia ("sapeva della mia vita difficile ma non sapeva fino in fondo quanto mi era successo") e il compagno: "Sono stati i primi a leggere la bozza - ha spiegato Diana -. Non avrei mai fatto la scelta di pubblicare un libro sulla mia vita senza il loro assenso. Mia figlia, dopo che l'ha letto mi ha detto, in lacrime: ‘Mamma devi pubblicarlo, questa storia deve essere conosciuta'. Così mi sono decisa".
"Paura del pregiudizio della gente? No, il pregiudizio nasce dalla paura di ciò che non si conosce. Per questo ho voluto rendere pubblica la mia storia". "Come guardo oggi al dolore che ho vissuto? Il dolore è una molla che si carica di male e quando è satura è il momento della verità: o si lascia e ti lancia nella direzione della libertà o ti schiaccia".
Quanto al fenomeno della violenza sulle donne, Rubik pensa: "Nella società ci sono rischi ma si tende a non parlarne. Forse per qualcuno è un modo per esorcizzare il problema. Io non ho più paura per me, ma vorrei aiutare chi come me è stata vittima. Ci vuole, innanzitutto, tanta informazione". 

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RAPITA A 17 ANNI E COINVOLTA NELLA TRATTA DELLE DONNE, LA FERRARESE DIANA RUBIK PRESENTA IL SUO LIBRO: "COSì PROVO A GUARIRE IL PASSATO DOLOROSO CHE HO ALLE SPALLE"

Vittima di violenze, rapita a 17 anni, portata in Grecia, costretta a prostituirsi. Poi la fuga in Italia, da clandestina, il lavoro nei locali di lap-dance e il riscatto di una vita ritrovata. È una storia vera e autobiografica quella che l'autrice Diana Rubik racconta nel suo primo libro "Tacco 19. Mettetevi nelle mie scarpe", che sarà presentato giovedì 21 luglio alle 19 al Bar Alias di Bondeno, in via della Fornace 1 / 3. Alla presentazione parteciperà anche il sindaco Simone Saletti. Al tavolo dei relatori, inoltre, Valentina Bordonaro, avvocato e presidente di MOVE, associazione per i diritti delle donne. A condurre l'evento sarà Lara Wielingen, pedagogista e grande amica e confidente di Diana Rubik. "Ho scelto di raccontare - anticipa Rubik - e ho scelto di farlo pubblicamente, dopo anni, dopo aver parlato con mia figlia e con il mio compagno. È la mia ultima spiaggia (dopo averle provate tutte), e nello stesso tempo il primo passo (perché sono cosciente che il ricordo rimarrà), per ‘guarire' il passato doloroso che ho alle spalle. Spero inoltre che possa servire anche ad aiutare altre donne che hanno vissuto o stanno vivendo violenze, perché possano trovare il coraggio di denunciare e di chiedere aiuto".

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

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