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"A pranzo senza... il maiale", cronaca di un incontro al Festival di Internazionale a Ferrara

02-10-2022 / A parer mio

Il Festival di Internazionale ospitano Leonardo Caffo, filosofo e opinionista, e Giulia Zoli, giornalista, che all'ora di pranzo nell'ultima giornata della rassegna colgono l'occasione di confrontarsi sull'etica morale concentrandosi sull'ambito alimentare.
L'appuntamento, intitolato "A pranzo con...", ha l'obiettivo di promuovere un linguaggio informale ma più efficace, e prevede la collaborazione del ristorante "Il sorpasso" che serve pietanze - esclusivamente - vegane.

"Il maiale non fa la rivoluzione": così si chiama uno dei libri più famosi di Leonardo Caffo da cui prende avvio il dibattito. Il maiale è definito la "cartina al tornasole" della nostra società, solo apparentemente ‘animal friendly'. Basti pensare che questo animale diventando simbolo del lusso è entrato a far parte di alimentazioni a cui prima era estraneo, quale quella cinese. In questo modo il relatore mette in luce che l'economia è strettamente legata all'uccisione degli animali.
Alla domanda sulla certezza che un maiale, o un qualsiasi altro animale, potesse provare dolore psicologico, oltre che fisico, Caffo si premura di rivolgere la medesima domanda all'interlocutore. Partendo da questa provocazione egli espone la sua idea di morale che presuppone la capacità di incaricarsi di ciò che è estraneo. L'uomo infatti fossilizzandosi sull'impossibilità degli animali di provare dolore li confina in una ‘classe altra', che deve essere discriminata in quanto tale: il concetto di specismo diventa il perno su cui si districa la conversazione.

Il filosofo allora tenta di proporre un'alternativa valida alle modalità privative cui spesso si ricorre per opporsi allo specismo: l'antispecismo, in quanto "antiqualcosismo", non è efficace; il cambiamento infatti è tale solo se comporta uno scontro verticistico. D'altro canto il vero antidoto è la conoscenza, la vera conoscenza, che comporta la relazione con l'animale. La necessità di realismo evidenziata dal filosofo dunque presuppone che si assecondi la riconversione industriale come primo passo di un fenomeno di diffusione capillare della lotta allo specismo.

La politica sostenuta da Leonardo Caffo ruota intorno all'istituzionalizzazione della violenza in quanto giustificata da tradizione e cultura: quest'ultima è tale solamente se portatrice di valori morali. Le credenze diffuse devono essere riviste se non in linea con questi valori e le grandi rivoluzioni sociali hanno avuto successo proprio perché hanno messo in discussione le "leggi" considerate giuste da tutti.

Viene delineandosi l'importanza della battaglia culturale, del cambio di prospettiva, a scapito del "reale veganesimo" pressoché impossibile, perché nonostante gli animali siano ovunque - nei collanti, nei tessuti - non siamo in grado di vederli. In questa prospettiva anche la scienza deve essere espressione congiunta di progresso tecnico e morale: l'utilizzo degli animali negli esperimenti è una contraddizione, perché se sono tanto simili all'uomo da poterli studiare allora non possono essere massacrati. Descritta in questi termini la nostra società è una macchina capitalista della "vita" che facciamo nascere solo per uccidere.

In questo modo il filosofo solleva la necessità di realismo che proponga in modo dirompente idee vegane e sostenibili, assecondando la riconversione industriale come primo passo per la lotta contro lo specismo.

Un'ultima domanda riassuntiva ha concluso l'incontro, durante il quale con modalità non troppo ingessate si è dato uno sguardo a un futuro senza... il maiale.

Giulia Malaguti e Sofia Righetto - Liceo Ariosto Ferrara

Per leggere gli articoli dei ragazzi e delle ragazze del Liceo Ariosto di Ferrara: https://bookblog.salonelibro.it/cronache/

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