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La Biblioteca Popolare Giardino propone la proiezione di "Sarura", un film documentario di Nicola Zambelli

03-10-2022 / A parer mio

La Biblioteca Popolare Giardino ha organizzato per mercoledì 5 ottobre 2022 alle 21 nella sede di Factory Grisù, via Poledrelli 21 a Ferrara, la proiezione del documentario "Sarura" di Nicola Zambelli. All'iniziativa interverranno Luisa Morgantini (presidente di Assopace), Amira Huraini (Youth of Sumus- Sarura) e in collegamento streaming audio-video il regista Nicola Zambelli.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) - Il film firmato da Nicola Zambelli ma realizzato come lavoro collettivo della casa di produzione SMK Factory ci porta alle porte del deserto del Negev dove un gruppo di giovani palestinesi lotta contro l'occupazione militare israeliana. "Youth of Sumud" - i giovani della perseveranza - cercano di restituire alla propria gente le terre sottratte alle loro famiglie, ristrutturando l'antico villaggio di grotte di Sarura. Affrontano l'aggressione con azioni nonviolente, difendendosi dai fucili con le proprie videocamere; si oppongono alla desolazione e alla morte con la speranza e la vita.

Dieci anni dopo il loro primo documentario sulla lotta nonviolenta in Cisgiordania, i registi tornano nel villaggio di At-Tuwani per raccontare come siano cresciuti nel frattempo i bambini ritratti nel loro primo film, utilizzando materiale d'archivio di più di 15 anni.

In una striscia di terra occupata, tra persone ormai abituate alla loro condizione, il film testimonia un movimento che rompe la catena degli eventi, che prova a immaginare un altro mondo, un altro modo di vivere: «il futuro è un posto sconosciuto», recita il sottotitolo della versione internazionale.

La questione palestinese è uno stallo perenne, una condizione che dopo vari decenni è quasi istintivo - colpevolmente - considerare, se non naturale, almeno strutturale, parte del mondo che l'ha creata e alla quale appartiene.

Ali, uno dei "giovani della perseveranza" di At-Tuwani, dice: «Qui ogni bambino crede che sia normale la vita che vive, qualunque essa sia. Poi però crescendo ho capito che ci sono persone che violano i miei diritti, e che questo non è il modo in cui i bambini di tutto il mondo normalmente vanno a scuola». È proprio questo lo scarto che il film cerca e filma nei territori occupati: l'inversione di rotta della Storia e della mente delle persone, protagonisti e osservatori, vittime e spettatori; l'iniziativa che cambia il decorso delle cose.

 

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