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Giornalismo d'inchiesta al tempo dei social

07-10-2022 / A parer mio

In occasione del festival "Internazionale a Ferrara 2022", domenica 2 ottobre si è tenuta al Cinema Apollo una conferenza di particolare interesse per chiunque voglia approcciarsi al mondo del giornalismo.

Gli allievi della scuola di giornalismo della fondazione Lelio Basso di Roma hanno presentato due inchieste giornalistiche, raccontando al pubblico come le hanno realizzate.
Prima di analizzare nel dettaglio i due lavori, sono stati evidenziati l'importanza e il ruolo del giornalismo di inchiesta: permettere all'opinione pubblica di informarsi su tematiche spesso poco note, nonostante la loro importanza.

Uno strumento come quello dell'inchiesta, ormai in disuso, dovrebbe essere necessariamente padroneggiato dai giornalisti del XXI secolo cosicché questi, con la consapevolezza derivata dalla conoscenza, possano essere spronati nella realizzazione di articoli sempre più "audaci".
Giulio Rubino, uno dei fondatori dell'Investigative Reporting Project Italy (IRPI) e docente della Scuola di Giornalismo, ha introdotto l'evento, presentando gli autori della prima inchiesta: Tiziano Ferri e Mattias Gadaleta, che l'hanno realizzata insieme a Simone Manda, Desirée Massaroni e Giacomo Pirro.

L'inchiesta PFAS, dall'acqua al sangue analizza le conseguenze dell'inquinamento da PFAS, sostanze perfluoroalchiliche utilizzate nella produzione di impermeabilizzanti per tessuti, rivestimenti di padelle e contenitori, detersivi. In particolare, l'inchiesta si occupa dei casi di Trissino, in provincia di Vicenza, sede della Miteni, e Spinetta Marengo, frazione del Comune di Alessandria, sede della Solvay. Entrambe le aziende sono produttrici di PFAS. Secondo l'inchiesta nonostante la consapevolezza dei danni alla salute provocati dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle falde acquifere e nell'aria, dimostrata da numerosi studi, il problema, come sottolineato dai giornalisti, sarebbe stato sottovalutato dalle istituzioni e dalle aziende produttrici.

Il metodo di lavoro è stato raccontato nei dettagli, partendo dalla concezione dell'idea e ripercorrendo le tappe principali.
Il secondo gruppo di giornalisti, formato da Francesca D'Amato, Marco Lopetuso, Chiara Sammito e Filippo Zingone, ha presentato un'inchiesta sul revenge porn, ossia la diffusione non consensuale di immagini intime per denigrare pubblicamente le persone a cui si riferiscono.
Tramite le testimonianze di due survivor vittime di revenge porn e la completa immersione per un periodo di tempo nei canali Telegram veicolo di scambio di contenuti pornografici, i giornalisti hanno raccontato le conseguenze che la pratica vendicativa ha sulle persone che la subiscono.

Il giornalismo d'inchiesta si distingue dalle altre tecniche non solo per il risultato finale, sicuramente più complesso ed elaborato, ma soprattutto per il metodo di approccio alla notizia. L'obiettivo di un'inchiesta è produrre un'analisi il più possibile esaustiva, completa e credibile: il giornalista d'inchiesta è dunque libero dal vincolo della rapidità, non ha nessun bisogno di arrivare "per primo" alla notizia, ma ha a disposizione tempi molto lunghi.
A caratterizzare il giornalismo d'inchiesta è anche la tendenza a basarsi quasi esclusivamente sull'utilizzo di fonti primarie, ossia i fatti veri e propri, senza ricorrere a fonti secondarie, al fine di ottenere un quadro che sia il più oggettivo possibile.

In Italia il giornalismo d'inchiesta iniziò a prendere piede nel secondo dopoguerra, con le storie della Resistenza, e raggiunse il suo apice tra gli anni '70 e '90, con gli anni di piombo, prima, le stragi di mafia e Tangentopoli, poi.
Nell'epoca dei mass media, dei titoli "clickbait" e della propaganda subdola e incontrollata è più che mai necessario comprendere il valore delle inchieste giornalistiche e di chi se ne occupa: è fondamentale impegnarsi per riportare l'inchiesta al centro del panorama giornalistico con la speranza di avere un'informazione che sia sempre più seria, libera e democratica.

Mattia Maseroli e Cristina Pericoli

redazione Il Cavò - Liceo Scientifico "C. Cavour" Roma

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