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Il ricordo di Paolo Ravenna a dieci anni dalla scomparsa

18-11-2022 / A parer mio

Paolo Ravenna, avvocato, scrittore e personalità di rilievo per Ferrara grazie al suo impegno nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del territorio. 

Alla sua figura e alla sua memoria è stato dedicato martedì 15 novembre 2022 nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea l'incontro dal titolo "Paolo Ravenna e il suo tempo": ricordi e testimonianze a dieci anni dalla scomparsa, organizzato dalla Sezione di Italia Nostra di Ferrara, con il patrocinio del Comune e del MEIS (Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah).
Nell'occasione sono state ripercorse tutte le tematiche centrali che hanno caratterizzato la vita di Ravenna e il suo impegno civico: l'ambientalismo e la cura del paesaggio, l'ebraismo, l'arte, la militanza politica e le sue amicizie, come quella di Giorgio Bassani e Antonio Cederna, fra le tante. 

"Non si tratta di un convegno su mio padre - ha ribadito il figlio Daniele Ravenna - ma di un tentativo per cogliere dalla sua vicenda umana e intellettuale spunti di riflessione di carattere generale che riguardano la storia, il vissuto e l'esperienza culturale di tutti noi". 
Paolo Ravenna nasce a Ferrara nel 1926 da un'importante famiglia ebrea, in quello stesso anno il padre Renzo Ravenna viene nominato podestà della città di Ferrara. Nel 1938 costretto ad abbandonare la scuola pubblica a causa delle leggi razziali si trasferisce alla Scuola Ebraica di via Vignatagliata, dove trovò come insegnate un giovane Giorgio Bassani che, come sottolinea il figlio Daniele "ebbe un ruolo formativo straordinario per mio padre e per i suoi compagni".

Nel 1943 fuggì in Svizzera insieme alla sua famiglia e vi rimase fino alla fine del conflitto, "Dopo la fuga in Svizzera, all'epoca diciassettenne, fu internato in un campo di lavoro - continua Daniele Ravenna -. Questa è stata paradossalmente una straordinaria esperienza formativa per lui e per altri ragazzi suoi coetanei, perché in quei luoghi trovarono rifugio un'intera generazione di giovani in fuga dall'Italia - per motivi razziali o politici - e quei campi sono diventati l'incubatrice di una nuova classe dirigente e intellettuale italiana, tra cui bisogna ricordare Lele Luzzati e Antonio Cederna. È stata un'esperienza che li ha segnati contribuendo alla loro formazione umana, politica e intellettuale, dando vita a importanti legami affettivi".

Tornato in Italia iniziò a collaborare con Bruno Zevi, Giorgio Bassani e Antonio Cederna per la tutela del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del paese, arrivando a ricoprire la carica di consigliere nazionale di Italia Nostra per circa venticinque anni, dal 1978 al 2003.
"Significativo il ruolo che ha avuto in lui l'amore per il paesaggio - ha dichiarato lo storico e docente dell'Università di Firenze Alberto Cavaglion -. Ravenna ha dedicato la vita allo studio del paesaggio anche in contesti politici e sociali diversi. Il suo era un vero e proprio patriottismo del paesaggio che si può ricondurre non alla laicità, ma a un ebraismo secolarizzato che si è integrato nella cultura del suo tempo e nella cultura politica e umanistica dell'Italia. La scoperta del paesaggio da parte degli ebrei che non potevano vederlo in prima persona perché costretti all'interno del ghetto, è una conquista. Il fascino che il paesaggio esercita è di tipo apolitico, è un attaccamento alle bellezza del paesaggio italiano, ancora prima della nascita di Italia Nostra". 

Nel ripercorrere l'impegno civile di Ravenna il politico e ex ministro dell'ambiente Valdo Spini ha sottolineato che "quando si pensa a Paolo Ravenna si pensa a una delle radici del Partito di Azione: una certa generazione di giovani intellettuali che non si è sentita riconosciuta nei partiti tradizionali e ha creato qualcosa di nuovo, una rottura non solo con l'Italia fascista ma anche con l'Italia pre-fascista, attraverso un'analisi strutturata dei mali della nazione e sulla necessità di correggerli. A differenza dei partiti di massa di allora questo filone era più aperto alla cultura europea e alla cultura anglosassone. Non è quindi sorprendente che Ravenna, anche all'interno della militanza del Partito di Azione, si senta stimolato verso quel percorso che lo porterà a Italia Nostra: c'è quindi una coerenza tra la militanza nel partito e la vocazione a Italia Nostra, al paesaggio e alla sua difesa.  La famiglia Ravenna rappresenta una piccola minoranza che ha avuto una funzione egemone, importante nella vita della sua città natale. 

Ferrara e i suoi cittadini sono profondamente riconoscenti a Paolo Ravenna e al suo devoto impegno e interesse per il territorio. A lui si devono, fra e altre cose, la tutela e la cura del Delta del Po, il recupero e il restauro delle Mura estensi, la creazione del Parco Urbano (da lui definito "l'Addizione Verde"), la valorizzazione dei beni culturali ebraici e la difesa e il potenziamento del patrimonio artistico della città e la presenza di strutture universitarie in importanti edifici del centro storico.

In chiusura, il presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi ha voluto ricordare Ravenna affermando come "il suo impegno è stato particolarmente importante per l'intransigenza e il rigore delle sue posizioni, ma allo stesso tempo dotato di una grande delicatezza e dolcezza umana che lo rendevano molto famigliare".

 

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