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ALPINO FERRARESE CADUTO IN AFGHANISTAN, INTITOLAZIONE NUOVA VIA. IL DISCORSO DEL SINDACO ALAN FABBRI

24-03-2023 / Punti di vista

L'intervento del sindaco Alan Fabbri nel giorno dell'intitolazione di una nuova via, in zona via Gorni Kramer, all'ufficiale ferrarese Massimo Ranzani - capitano ferrarese degli Alpini, caduto durante l'operazione °Enduring Freedom" in Afghanistan il 28 febbraio 2011

"Ferrara oggi dà un tributo di riconoscenza intitolando uno spazio pubblico alla memoria di un suo concittadino che ha servito la nazione in un luogo ad altissimo rischio, che ha dato la vita per il suo Paese, nel tentativo di portare la pace e di far vincere la libertà contro la violenza e il terrore.
Massimo Ranzani era nato a Ferrara e oggi sarebbe stato il suo 49esimo compleanno. Massimo Ranzani aveva soli 36 anni quando perse la vita durante l'operazione "Enduring Freedom" in Afghanistan. Quel giorno - il 27 febbraio 2011 - stava ritornando alla base dopo una missione a Shindand, nell'ovest del Paese, dove aveva prestato assistenza medica alla popolazione locale. Salvare vite in un teatro di guerra e provare a dare un futuro nuovo a un Paese martoriato: a questo lavorava Massimo.
Sono passati alcuni anni, tra cui i dieci necessari alle intitolazioni, e la nostra presenza qui - così numerosa - è la testimonianza di un ricordo che non solo resiste al tempo, ma rimane sempre attuale. Per questo momento ringrazio particolarmente il consigliere Federico Soffritti del gruppo di Fratelli d'Italia, primo firmatario dell'ordine del giorno, ringrazio l'intero consiglio comunale che, nella seduta del 13 dicembre 2021, ha accolto unanimemente la proposta di dedicare una via al nostro concittadino. È stato un bel gesto di unitarietà e compattezza, una bella pagina della politica cittadina.

Ringrazio il presidente del Senato Ignazio La Russa - che ci ha fatto pervenire un proprio pensiero - e tutti i gruppi oggi presenti in rappresentanza delle forze dell'ordine.
Soprattutto: un saluto e un abbraccio a Mario Ranzani, oggi qui con noi, ne siamo onorati, e un pensiero commosso a mamma Gabriella, che ci ha lasciato l'anno scorso. Questo giorno è anche il suo giorno.

Ferrara, la patria di Massimo, è orgogliosa di essere la prima città in Italia ad intitolare una via al suo illustre figlio. Auspico ora che altre città prendano il nostro esempio.
Il Quirinale, nel riconoscere al Capitano Ranzani la Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo impegnate in operazioni militari e civili all'estero ha scritto: "Con il suo estremo sacrificio, ha contribuito ad accrescere il prestigio dell'Esercito e dell'Italia, tenendo alti gli ideali di pace e solidarietà". Questa onorificenza si unisce a un'altra Croce d'Onore e a una medaglia d'argento al valore dell'Esercito per riconosciuti meriti operativi, doti di leadership, coraggio e capacità di sottrarre alle situazioni di pericolo i propri uomini. Ranzani era un eccellente militare, che ha fatto della divisa un servizio alla collettività, e continua ad essere nel cuore di tutti noi, un ferrarese che ha sacrificato la propria vita per alti ideali, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. Siamo certi che il ritiro delle truppe dall' Afghanistan non abbia vanificato il lavoro dei costruttori di pace. Quel germe è inossidabile, ed è inossidabile la testimonianza di chi, come il capitano Ranzani, ha lavorato, ha creduto, ha mostrato alla popolazione locale il fascino della libertà, che rappresenta un'alternativa sempre possibile alle barbarie. Tutto questo, ne siamo certi, non è stato e non sarà vano, ma è già un seme pronto a maturare e sicuramente è già una consapevolezza maturata in chi ha scelto di ribellarsi al regime talebano. Combattere, con le armi della pace, è già una vittoria e sicuramente porta frutto. Era agosto 2021 quando Ferrara accoglieva alcuni profughi, soprattutto donne, che scappavano dall'Afghanistan: due ragazze di 20 anni, una di 18 e un ragazzo di 28 anni, di famiglie che negli anni avevano lavorato a fianco del contingente italiano e del governo locale. Mi piace pensare che queste giovani vite salvate siano state il frutto postumo, e nella continuità, del lavoro di pace e di assistenza alla popolazione per cui Massimo si era speso, fino al sacrificio della propria esistenza.

La cerimonia di oggi rappresenta anche un momento di vicinanza ai familiari e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene e ci ricorda che, per dare supporto alle popolazioni in teatri di crisi, oggi tanti giovani rischiano la vita. Nel celebrare il capitano Ranzani, giunga il mio pensiero anche a tutti gli Alpini. Chi - come tristemente visto dopo l'adunata di Rimini, nel maggio 2022 - ha cercato di ledere l'immagine del corpo con accuse infamanti dovrebbe chiedere scusa, riconoscendo il lavoro straordinario messo in campo e il pericolo che le nostre penne nere corrono quotidianamente in missioni di pace. Soprattutto noi emiliani sappiamo quanto gli Alpini abbiano fatto, ad esempio, dopo il sisma e dopo le alluvioni. Ranzani è e sarà sempre la memoria viva di una grande storia e questa nuova strada che la città gli intitola è un luogo che ci parla di lui, di ciò che ha fatto e della testimonianza che ha reso al Paese, e a tutto il mondo.
Un luogo in cui passare, fermarsi, riflettere, ricordandosi sempre che la pace è possibile perché c'è chi veglia su di noi, a costo della propria vita. Grazie Massimo, Ferrara non ti dimenticherà mai".

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara

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