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2 GIUGNO, IL DISCORSO DEL SINDACO DI FERRARA: "IL PRIMO PENSIERO PER LE POPOLAZIONI COLPITE DALL'ALLUVIONE" ALAN FABBRI: "FESTA DI RINASCITA? SOLO USCENDO DAI MECCANISMI DELL'EMERGENZA CONTINUA"

02-06-2023 / Punti di vista

2 GIUGNO, IL DISCORSO DEL SINDACO DI FERRARA: "IL PRIMO PENSIERO PER LE POPOLAZIONI COLPITE DALL'ALLUVIONE"
ALAN FABBRI: "FESTA DI RINASCITA? SOLO USCENDO DAI MECCANISMI DELL'EMERGENZA CONTINUA". IL GRAZIE AGLI OPERATORI DI SOCCORSO E SICUREZZA. L'OMAGGIO AL PROF. ZAMBONI E ALLE DONNE

Di seguito l'intervento integrale del sindaco Alan Fabbri per l'odierna Festa della Repubblica

Buongiorno a tutti,
rivolgo il saluto alle autorità civili, militari e religiose e a
tutti i presenti qui, oggi, per la celebrazione della Festa della
Repubblica.
L'anno scorso il 2 giugno è arrivato a pochi giorni dal ricordo dei
dieci anni dal sisma. Un ricordo che ha visto l'arrivo in Emilia del
presidente Sergio Mattarella. Nel 2012 la parata del 2 giugno - a
pochi giorni dalle scosse - venne dedicata proprio ai terremotati.
Quest'anno, purtroppo, la ricorrenza arriva a pochi giorni
dall'alluvione che ha ferito profondamente la Romagna.

Il primo pensiero è oggi per le popolazioni colpite. Ci rivolgiamo, in
particolar modo, agli amici di Faenza. Nei giorni scorsi ho avuto il
piacere di sentire il collega Massimo Isola, che di Faenza è sindaco.
A Ferrara abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi per il
sostegno a quella terra così duramente colpita. E, nella comunanza
della tradizione del Palio, le contrade di Ferrara hanno, a loro
volta, raccolto fondi per i faentini.
C'è anche chi ha prestato servizio volontario spalando fango e
sostenendo gli alluvionati con attività sul campo.
La festa della Repubblica deve essere festa di un Paese solidale, che guarda ai
territori, soprattutto in momenti di particolare bisogno e necessità,
come quelli attuali.

Si era parlato, l'anno scorso, di festa di Rinascita. È questa
l'occasione per ricordarci che non potrà esserci Rinascita fino a che
non si uscirà dai meccanismi dell'emergenza continua.
È questa anche l'occasione per ribadire con forza il nostro grazie a
chi opera nell'emergenza, a chi opera per la pace, a chi è presente in
teatri di crisi per sostenere le popolazioni in pericolo. Alcuni dei
protagonisti sono rappresentati qui e saranno rappresentati oggi a
Roma, nel consueto appuntamento con le celebrazioni ufficiali: le
forze armate italiane, tutte le forze di polizia della Repubblica, il
Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la Protezione Civile, la Croce
Rossa Italiana.

Ripercorriamo oggi, inoltre, le condizioni che hanno reso possibile la
nascita della Repubblica. Condizioni create dal sacrificio e
dall'impegno di donne e uomini che hanno creduto, a volte a costo
della vita, in un Paese libero e democratico e che hanno lottato
perché questo sogno si avverasse. Gli italiani deportati nei lager
nazisti riceveranno oggi le medaglie d'onore del Presidente della
Repubblica: la memoria continua del dramma che ha attraversato
l'umanità nel "secolo breve" del Novecento ci aiuta, anche oggi, a
fissare nella mente le difficili tappe e il difficile percorso della
nascita della Repubblica.

Desidero inoltre sottolineare un aspetto: poiché - come dice la
Costituzione - l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul
lavoro, nella festa della Repubblica il riferimento al valore del
lavoro è doveroso e fondamentale. Per questo oggi si consegnano i
riconoscimenti a chi ha fatto della propria professione, e che ha
testimoniato con la propria vita, il valore dell'impegno, la volontà
di costruire un futuro migliore, il desiderio di realizzare le
condizioni per una vita migliore per tutti. Un omaggio particolare
sarà assegnato al professor Paolo Zamboni, che voglio ricordare per i
suoi studi, le sue ricerche, per la speranza che ha portato
nell'affrontare patologie gravi.

Quella di oggi è anche una giornata di riflessioni, in ordine al grado
di compiutezza della Repubblica e del sogno che ha animato la
ricostruzione post bellica. Di riflessioni dobbiamo parlare per non
lasciare che i repentini cambiamenti globali travolgano il Paese. Mi
piace inoltre ricordare che il 2 giugno 1946 ha segnato un altro
momento fondamentale, perché in quella data tutte le donne italiane
poterono recarsi alle urne ed essere elette in elezioni politiche. Fa
un certo effetto pensare che questo diritto - che pare scontato,
ovvio, evidente - sia nato, nel nostro Paese, solo 77 anni fa, ma la
storia ci insegna che dietro le conquiste civili ci sono, a volte,
secoli di battaglie, di sacrificio e di impegno. Ci sono grandi donne
e grandi uomini che hanno seminato il cambiamento positivo. Gli
studenti, oggi protagonisti, ce lo ricordano grazie al percorso che
hanno approfondito, dedicato alle madri costituenti. L'augurio a voi,
che rappresentate il futuro, è che dalla storia possiate trarre le
solidi radici per giudicare il presente e per costruire il domani.

Buon 2 giugno a tutti

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara