Comune di Ferrara

lunedì, 29 aprile 2024.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > "20 days in Mariupol", anteprima del documentario al festival di Internazionale a Ferrara 2023

"20 days in Mariupol", anteprima del documentario al festival di Internazionale a Ferrara 2023

03-10-2023 / A parer mio

24 febbraio 2022. Inizio dell'invasione russa in Ucraina. Una squadra di giornalisti ucraini dell'AP (Associated Press), decide di documentare quello che vedono con i loro occhi: le atrocità della guerra. Prendono la decisione di andare a Mariupol, città strategica a pochi chilometri dal confine con la Russia, arrivando in città poche ore prima dello scoppio della guerra. La città viene posta sotto assedio il giorno dopo l'inizio dell'invasione russa e lo rimarrà per 86 giorni, cedendo solo il 20 maggio 2022.

Il documentario, della durata di 94 minuti, tratta dei primi 20 giorni di assedio della città di Mariupol, lo fa mostrando tutti gli orrori della guerra. Le immagini e i video mostrati sono molto forti, all'interno del film stesso viene dichiarato che "fa male vederlo, ma deve essere doloroso". Non poteva che essere un documentario crudo con immagini che fanno male alla vista, perché deve raccontare la realtà senza troppi filtri. L'approccio è sicuramente duro, ma per contrastare le dichiarazioni false dette da persone di spicco russe serve la verità e soltanto quella.
Mstyslav Chernov e Evgeniy Maloletka sono gli unici reporter internazionali rimasti nella città di Mariupol, in quanto tutti i giornalisti stranieri l'avevano abbandonata, ma ciò non ferma la loro missione, anche a costo della loro vita. Volevano fare tutto ciò che era in loro potere per continuare a raccontare le storie della gente di Mariupol, che altrimenti sarebbe stata quasi dimenticata. Questo documentario, infatti, si focalizza molto sulle persone, anzi spesso sono proprio loro, soprattutto medici e militari, a chiedere di filmare le atrocità.

Il reportage si apre con il primo giorno di guerra: i due reporter, che precedentemente si erano spostati dalla città di Kharkiv verso Mariupol, iniziano a filmare le reazioni delle persone allo scoppio della guerra. "War don't start with bombs and explosion, they start with silence" è la frase con cui inizia il documentario, il silenzio fa paura, provoca ancora più confusione tra le persone e la cosa che fa più paura è non sapere cosa succederà, se sopravviveranno o meno.
La causa dell'invasione russa nel reportage non viene spiegata, non si indagano le ragioni o i motivi per cui questa guerra esiste, bensì si concentra maggiormente sulle persone e sulle conseguenze di esse. Viene solo spiegato che la guerra tra Ucraina e Russia affonda le sue radici molto prima del febbraio 2022.

I giornalisti si rifugiano per diversi giorni dentro ad un ospedale, luogo che anche la popolazione che aveva perso la propria casa, trova come rifugio più sicuro. Infatti inizialmente si pensava che i russi non avrebbero colpito gli edifici come case e ospedali, ma la realtà è ben diversa. In questo ospedale viene chiesto loro di filmare la gente ferita, tra cui bambini e ragazzi. "Filma, continua a filmare" sono frasi che vengono ripetute moltissime volte all'interno del documentario, infatti sorprendentemente erano proprio i medici a chiedere di filmare per documentare la situazione, che giorno dopo giorno si aggravava sempre di più a causa dei medicinali che scarseggiavano e della mancanza talvolta di acqua e luce.

Nel reportage si vede bene come la città sia sempre più in degrado, infatti presto iniziano a mancare le risorse di prima necessità e le persone cominciano a rubare da banche e negozi pur di avere qualcosa da mangiare, perchè i corridoi umanitari che dovrebbero portare gli aiuti che le altre nazioni offrono all'Ucraina non vengono aperti per diversi giorni. In queste scene c'è una bella frase che descrive bene la guerra: "La guerra è come una radiografia, fa vedere l'interno degli esseri umani. Chi è buono diventa più buono, chi è cattivo, diventa più cattivo". Questa è l'affermazione di un medico dell'ospedale da campo, che descrive la realtà delle cose in quel momento, le persone disperate, impaurite e affamate iniziano a prendersela gli uni con gli altri, ma è proprio questo quello che in fondo il nemico vuole, il caos.

Poco prima della caduta di Mariupol, quindi verso il ventesimo giorno di guerra, i due reporter decidono di fuggire dalla città, in quanto comprendono che altrimenti non avrebbero modo di salvarsi e di mostrare a tutti questi video. Fuggono poche ore prima che l'ospedale in cui si rifugiano cada in mano ai russi. Aiutati da un agente della polizia conosciuto a Mariupol, e la sua famiglia che hanno rischiato la vita per loro, attraverso un corridoio umanitario riescono a fuggire.
Le preziose e dure immagini che abbiamo visto in sala all'Apollo in realtà sono solo una parte delle 30 ore di filmati e video realizzati da questa squadra. Tutti i 94 minuti di questo documentario lasciano alla fine un amaro in bocca e una domanda fondamentale, che si sono chiesti anche i cittadini, sia di Mariupol che di tutta l'Ucraina: "Perchè questa guerra? Perchè questa sofferenza?".

Resoconto di Sofia Bosi, studentessa dell'Università di Ferrara [corso triennale di Scienze della Comunicazione], tirocinante all'Ufficio Stampa del Comune di Ferrara

Immagini scaricabili: