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ADAMO BOARI, DOMANI I 160 ANNI DALLA NASCITA DEL "MESSICANO DI FERRARA", SUOI I PALAZZI PIÙ ICONICI DEL PAESE AMERICANO E DI MONUMENTI ED EDIFICI DELLA CITTÀ ESTENSE

21-10-2023 / Punti di vista

IL RECENTE OMAGGIO DELLA CITTÀ E IL RICORDO DI FRANK LLOYD WRIGHT: "UN ITALIANO BOLLENTE". IL FUTURISTA GIACOMO BALLA DEDICÒ UN SUO RITRATTO ALLA FIGLIA PITTRICE

Ferrara, 21 ott - "Ricordo un italiano bollente, Boari di cognome, che aveva vinto il concorso per costruire il grande Teatro dell'Opera Nazionale di città del Messico. Passò per il nostro ufficio,temporaneamente per fare i disegni di detto edificio. Era distante da tutti noi, ma era attento, curioso e vivace. Ha guardato un poco quello che stavo facendo e ha detto con grugnito bonario: 'Ah, architettura austera!', si è girato sui tacchi con un altro grugnito ed è ritornato nella sua 'gorgiera rinascimentale' italiana, come gli ho detto io per rappresaglia".

A scriverlo, nel suo 'A Testament', è l'architetto statunitense, tra i più importanti del XX secolo, Frank Lloyd Wright.

Quell''italiano' di cui parla è il ferrarese Adamo Boari (1863 - 1928), che è stato tra le altre cose progettista del nuovo Teatro Nazionale (Teatro Nacional, diventato poi Palacio de Bellas Artes) di Città del Messico, come pure del Palazzo delle Poste (Palacio Postal) della capitale messicana.

Di Boari domani, domenica 22 ottobre, ricorreranno i 160 anni dalla nascita: il celebre ferrarese, nato a Marrara proprio il 22 ottobre del 1863, è stato omaggiato in questi giorni alla presenza del sindaco Alan Fabbri, con il vicesindaco Nicola Lodi e l'assessore Marco Gulinelli, e degli ambasciatori del Messico in Italia, Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, e in Turchia, José Luis Martínez y Hernández.

In quell'occasione il sindaco Fabbri, che già aveva portato in Ambasciata a Roma - a giugno 2022 - il ricordo della città del suo celebre concittadino, lo ha definito "il nostro eroe dei due mondi". "Dobbiamo esserne fieri e orgogliosi, allora come oggi e come sempre: Boari - dice - è uno dei protagonisti della scuola Novecentesca, che ha sapientemente unito stili, accolto l'apporto delle culture, anche di epoche e genti differenti. Boari ha saputo con la sua arte creare integrazione, mostrando la ricchezza delle diversità: il suo è un messaggio universale di dialogo e di costante ricerca della bellezza di cui anche oggi abbiamo bisogno".

La biblioteca Ariostea ha allestito - e sarà aperta al pubblico fino al 13 gennaio 2024 - una mostra bibliografico documentaria a cura di Mirna Bonazza con alcune opere del famoso architetto e ingegnere, molte appartenenti al fondo Boari, donato dalla figlia Elita al Comune nel 1994. Come ricorda lo storico dell'arte Lucio Scardino (autore di una pubblicazione sull'autore, "Adamo e Sesto Boari architetti ferraresi del primo Novecento", Liberty House, 1995), Elita fu pittrice, formatasi a Parigi e fu allieva di Giacomo Balla, che le dedicò un affascinante ritratto (in foto).

Ritrasse anche lo zio Sesto, fratello di Adamo, che tra le altre cose fu progettista del Teatro Nuovo di Ferrara. Di Boari la biblioteca Ariostea conserva anche il progetto dell'Acquedotto monumentale di Ferrara, che ispirò l'architetto Carlo Savonuzzi, a cui si deve la redazione finale.

Le tracce del suo genio, nella città estense, sono anche: nella palazzina degli Angeli, che si affaccia su corso Ercole I d'Este (in allegato una foto della moglie Maria Gandini Silva in Boari, con la figlia Lupe e la sua nurse, con vista su corso Ercole I d'Este) e, si pensa, nell'ispirazione delle forme del Teatro Nuovo, che pare essere stato realizzato in sinergia con il fratello Sesto, viste alcune somiglianze stilistiche con il Teatro Nazionale di Città del Messico.

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