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GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE - Venerdì 25 novembre alle 15 in Castello

Comune e Provincia di Ferrara insieme contro la violenza alle donne

22-11-2011 / In primo piano

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, la Provincia e il Comune di Ferrara, in forma congiunta e aperta, propongono una riflessione particolarmente centrata sulla violenza domestica e sulle conseguenze per donne e bambini.
L'appuntamento è fissato per venerdì 25 novembre alle 15 nella sala degli Stemmi in Castello Estense, al quale sono stati invitati i consiglieri e le Giunte delle rispettive amministrazioni, i sindaci e gli assessori alle pari opportunità dei 26 Comuni del territorio.
Dopo la conferenza mondiale di Singapore del 1966, le istituzioni internazionali hanno focalizzato azioni e strategie a contrasto della violenza domestica. Sempre di più, dalla dimensione globale a quella locale, sono evidenti i rischi a cui sono esposti le donne e i minori in relazioni violente, nonché gli effetti sulla salute fisica, psicologica e sociale, che la violenza produce sulla vita di donne e bambini.

Il programma prevede i saluti istituzionali di Marcella Zappaterra, presidente della Provincia, Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, e di Provvidenza Raimondo, prefetto di Ferrara.
Alle 15.30 toccherà a Mirella Mastronardi con il recital: "Amalia e Italia. Piccole storie dimenticate".
A seguire, alle 16.15, gli interventi di Paola Castagnotto, Gloria Soavi e Alessandro Chiarelli, rispettivamente presidente del Centro donna giustizia e responsabili del Centro contro la violenza all'infanzia - Smria - dell'azienda Usl e dell'ufficio Minori della Questura di Ferrara.
L'incontro si concluderà con la lettura dell'Ordine del giorno sulla violenza contro le donne, il cui testo è stato discusso e votato in questi giorni nelle rispettive amministrazioni, a cura del presidente del Consiglio comunale, Francesco Colaiacovo.

Ordine del Giorno "25 Novembre 2011 Giornata Internazionale contro la violenza alle donne"

Premesso

Che la violenza , in particolare quella che avviene in ambito domestico e che ha per vittime donne e minori, è un fenomeno in continua espansione nonostante in questi ultimi anni sia stato al centro di appelli, ricerche ed iniziative pubbliche ed istituzionali;


Che aumentano i femminicidi, forma estrema della violenza sulle donne e che in Italia nel 2010 sono morte 127 donne, nel 70% dei casi uccise tra le mura della loro casa. Donne legate da un'intima conoscenza con gli autori del delitto: nel 31% dei casi il partner. Nel 2010 è aumentata la percentuale degli omicidi commessi da ex partner, che rappresenta il 23%; nel 54% dei casi le donne hanno trovato la morte all'interno della relazione di coppia, o a causa della sua interruzione, mentre soltanto nel 4% dei casi l'autore è stato uno sconosciuto.


Che è necessario saper leggere attentamente il collegamento tra questi delitti e le violenze precedenti, fattore ancora poco indagato , indispensabile per eliminare lo stereotipo che l'uccisione di una donna sia un gesto isolabile, frutto di raptus di follia o di un disagio psichico. Questa lettura, avvalorata dai media, ha contribuito a far sì che, in questi anni di costante crescita del fenomeno, non sia stata presa in esame seriamente la violenza di genere in tutte le sue manifestazioni con conseguenze sulle politiche pubbliche di prevenzione e di protezione per donne e minori.

Che non nominare la violenza domestica, quando il femminicidio ne è l'epilogo, significa occultarla, condizionando negativamente sia l'opinione pubblica nella rappresentazione di quanto sta dietro a queste morti, sia le Istituzioni rispetto agli strumenti che sarebbe necessario adottare per prevenirle.

Che la violenza contro le donne rappresenta un'emergenza europea, come dimostrano i dati rilevati nei Paesi industrializzati, dove tra il 25 ed il 30% delle donne subiscono, nel corso delle loro vite adulte, violenze fisiche e/o sessuali da un partner o ex partner,

Che come ha rilevato l'O.M.S. almeno il 70% delle donne vittime di omicidi sono state uccise dai propri partner e che secondo il Consiglio d'Europa, la violenza tra i 16 ed i 44 anni è la principale causa di morte e di invalidità,

Che la violenza domestica , in Europa riguarda circa ottanta milioni di donne e tra queste tre milioni di donne italiane

Che, dopo la conclusione del programma straordinario 2006-2008 del Consiglio d'Europa a contrasto della violenza di genere e valutando che ancora pochi passi avanti sono stati compiuti, soprattutto per la violenza domestica, è stata adottata a Tromso in Norvegia il 19 giugno 2009 una nuova Risoluzione contro la violenza domestica, sottoscritta dai 47 ministri della Giustizia. La Risoluzione indica le azioni che gli Stati devono mettere in atto per garantire sicurezza e assistenza appropriata alle vittime. I Ministri Europei hanno riconosciuto che è necessario «non solo condannare e punire chi commette violenza domestica, ma anche offrire ai responsabili di seri e ripetuti atti di violenza domestica un trattamento che miri a prevenire il rischio di recidiva».

Che, nel 2010 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha espresso una sentenza contro la Turchia, nella quale i giudici hanno stabilito che il ''non intervento di uno Stato per fermare la violenza domestica equivale a una discriminazione nei confronti delle donne''.
Che, a seguito della precedente Risoluzione del 2009, il Parlamento Europeo ha adottato la "Risoluzione del 5 aprile 2011 sulle priorità e sulla definizione di un nuovo quadro politico dell'UE in materia di lotta alla violenza contro le donne a contrasto della violenza",
Che le priorità ivi indicate costituiscono la nuova strategia europea a contrasto della violenza e sono da sottoscriversi con una convenzione bilaterale che, a tutt'oggi è stata sottoscritta da Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Lussemburgo, Montenegro, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Turchia.
Che era urgente un nuovo intervento dell'Europa soprattutto per affrontare la violenza domestica . Il Parlamento Europeo chiede ai Governi di armonizzare i livelli minimi di protezione psicologica e di tutela giuridica. Chiede il riconoscimento, ovunque, come reati della violenza sessuale e dello stupro a danno di donne, in particolare all'interno del matrimonio o di relazioni di coppia. Chiede la garanzia che questi reati siano perseguiti d'ufficio, cosa che non avviene in tutti gli Stati membri. Chiede che la protezione legale e sociale includa tutte le donne, comprese quelle dei gruppi sociali più vulnerabili, come le richiedenti asilo o le donne divorziate.
Che, visto che la Unione Europea sta formulando il bilancio pluriennale dal 2013 in poi, pur in presenza di una grave crisi economica, non sia sottovalutato il costo della violenza domestica nell'Unione, che è valutabile in circa 16 miliardi di euro l'anno.
Che l'Italia non ha ancora firmato e ratificato la Convenzione, nonostante gli aggiornamenti statistici a seguito della ricerca ISTAT del 2007 non segnalino miglioramenti rispetto ad una situazione nazionale con oltre 7 milioni di donne tra i 16 e 70 anni che nel corso della vita hanno subito abusi, 5 milioni di stupri e 3 milioni di vittime di violenze fisiche.
Che, in assenza di un Osservatorio Nazionale, l'Associazione Telefono Rosa ha effettuato una ricerca nel 2010 su 1.749 storie di donne che nel corso dell'anno hanno chiesto aiuto per atti violenti, da cui risulta che nel 70% dei casi i fatti si registrano tra le mura domestiche o per opera di mariti, compagni, parenti o ex partner .
Che in Italia le denunce di violenza fisica in un anno sono passate dal 23% al 40%: un dato a cui si aggiungono le denunce di violenza psicologica (dal 31% al 38%) e di minacce, cresciute dal 13% al 19%. In particolare sarebbe aumentata di tre punti anche la percentuale delle richieste di aiuto per stalking, che nel 2009 si assestava sul 6%.
Che secondo i dati Istat del 2006 sono state 690 mila in Italia le donne che hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza. Il 62,4% ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza. Nel 19,6% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso. Le donne che hanno subito violenza ripetutamente dal partner e avevano figli hanno anche dichiarato che nel 15,7% dei casi i figli hanno subito violenza dal padre: raramente, nel 5,6%, a volte nel 4,9%, spesso nel 5,2%.

Che nella violenza domestica i bambini possono riportare anche danni fisici diretti perché colpiti accidentalmente o perché spinti o picchiati quando cercano di difendere la madre e/o i fratelli;

Che la violenza assistita è considerata una delle cause delle fughe da casa, del bullismo, della violenza nei rapporti sentimentali tra adolescenti e dei comportamenti suicidiari;

Che l'aver subito e/o assistito a maltrattamenti intrafamiliari è tra i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di comportamenti violenti nella vita adulta: è stato rilevato che gli uomini che hanno assistito a violenza domestica avrebbero 3,5 maggiori possibilità di diventare maltrattanti verso la partner;

Che l'Italia ha iniziato a recuperare terreno sul piano legislativo attraverso le norme sullo Stalking e il Piano Nazionale Antiviolenza, presentato il 28 ottobre 2010, che consente di mettere in rete l'esperienza dei centri antiviolenza nelle Regioni italiane, il numero verde 1522 e le professionalità delle Forze dell'Ordine, sociali e sanitarie.

Che è stato pubblicato sulla G.U. del 14 novembre 2011 l'Avviso che prevede il finanziamento del Dipartimento per le Pari Opportunità per 10 milioni di euro ai Centri Antiviolenza che accolgono le donne vittime di abusi. Di questi 10 milioni, 6 saranno destinati a interventi di sostegno ai centri antiviolenza per ampliare il numero di servizi offerti alle vittime a rischio grave, mentre i restanti 4 milioni di euro consentiranno l'apertura di nuovi Centri a carattere residenziale nelle aree dove è maggiore il gap tra la domanda e l'offerta.

Che in Italia persiste un serio problema culturale di tutela della dignità delle donne. Dietro ad ogni atto di violenza subito dalle donne rimane attiva una cultura discriminatoria, stereotipata e lesiva della dignità femminile.

Che pertanto, oltre all'adozione di misure integrate a contrasto della violenza e per il sostegno delle vittime: donne e minori, è necessaria una capillare azione formativa rivolta alle giovani generazioni per una cultura del rispetto della dignità delle donne, delle differenze e di rifiuto delle relazioni violente, unitamente ad azioni di sostegno ai nuclei familiari con finalità preventive della conflittualità, di sostegno della genitorialità e tutelanti donne e minori, più esposti al rischio.

Che anche nella provincia di Ferrara, come documentano i dati di attività del Centro Donna Giustizia, continuano consistenti richieste di aiuto e di sostegno per donne e minori vittime di violenze o di maltrattamenti.
Nel 2010 con il progetto "Uscire dalla violenza" sono state accolte176 donne, 95 italiane e 81 straniere. Di queste 128 sono madri per un totale di 225 figli, di cui 163 di minore età. All'interno della casa rifugio sono state ospitate 15 donne (12 straniere e 3 italiane) e 15 minori (9 stranieri e 6 italiani) mentre sono stati accolte in emergenza (albergo) 19 donne (14 straniere e 5 italiane) e 17 minori (12 stranieri e 5 italiani).

IL CONSIGLIO

Esprime innanzitutto la più ferma condanna per ogni forma di violenza nei confronti delle donne e dei minori, ritenuta espressione di degrado morale, civile e culturale delle comunità

Ritiene pertanto necessario

Considerare l'adesione alla Giornata Internazionale contro la violenza alle donne come segnale di una continuità nelle azioni a contrasto della violenza condotta insieme a tutte le Istituzioni, alle Forze dell'Ordine, ai Sistemi Sanitario e Scolastico, alle Associazioni del territorio impegnate nell'azione quotidiana di sostegno alle donne in difficoltà.

Evidenziare che la violenza domestica contro donne e minori è l'ambito principale delle azioni di prevenzione, di contrasto e di tutela delle vittime

Impegnarsi per affermare una cultura di rispetto e di valorizzazione delle differenze soprattutto tra le giovani generazioni e per espellere la violenza dalle relazioni tra pari e intergenerazionali

Dichiarare la volontà di applicare gli intenti del Protocollo triennale d'intesa promosso dalla Prefettura di Ferrara il 12 novembre 2009, per il contrasto della violenza contro le donne, dando piena attuazione, per le proprie competenze, alle Linee Guida per una formazione integrata di tutti gli operatori coinvolti nei percorsi di aiuto alle vittime e alle Procedure Sanitarie di accoglienza e di cura delle vittime, dal Protocollo "Buone pratiche da seguire in ambito sanitario in caso di sospetto pregiudizio o pregiudizio grave in danno al minore (maltrattamento o abuso sessuale in danno ai minori)" , dalle Linee guida per i rapporti tra le istituzioni scolastiche, i servizi territoriali egli organi che tutelano l'infanzia

Ribadisce il proprio impegno Istituzionale

ad aggiornare gli elementi conoscitivi sulla situazione locale,

a concorrere alla stabilità e alla qualità di politiche di aiuto per le donne e i minori che subiscono violenza, attraverso la corretta applicazione di convenzioni, protocolli, linee guida approvate

a favorire l'affermarsi di una nuova cultura estranea alle discriminazioni e agli stereotipi di genere, attraverso la promozione di azioni tese a sensibilizzare la comunità in merito all'importanza del contrasto alla violenza in tutte le sue forme, in primis alla violenza sulle donne e i minori

a sostenere sul piano informativo ed educativo l'urgenza di un nuovo patto tra i generi, a cominciare dai giovani uomini e dalle giovani donne, estraneo alla violenza.

Si impegna a sollecitare

Il Governo per la immediata firma e ratifica della Convenzione 2011 del Consiglio d'Europa per una strategia efficace contro la violenza domestica

Si impegna a sostenere

La volontà della Regione Emilia-Romagna a costruire, entro un anno, le prime Linee Guida regionali, per dare continuità alle attuali azioni intraprese, anche in collaborazione con il Coordinamento regionale dei Centri antiviolenza, e perché il contrasto alla violenza contro le donne e i minori siano parte fondamentale delle prossime politiche per la salute e il benessere regionali e locali.

Si impegna

a rendere costante e visibile in tutte la propria azione istituzionale il rispetto per la dignità e il ruolo delle donne nella comunità, considerando questa la premessa di una cultura che "toglie terreno" alla violenza, concorrendo a costruire società meno indifferenti e più rispettose di tutti i propri cittadini.



(a cura degli Uffici Stampa di Provincia e Comune di Ferrara)