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CINEMA, PUPI AVATI GIRA IL SUO NUOVO FILM ‘GOTICO' "L'ORTO AMERICANO" TRA FERRARA, ROMA, IL DELTA E L'AMERICA

13-12-2023 / Punti di vista

IL SINDACO FABBRI: "STIMA PER IL SUO LAVORO, FELICE DELLA SCELTA DI LAVORARE SUL NOSTRO TERRITORIO"

Ferrara, 13 dic - Il regista Pupi Avati torna a girare a Ferrara per "L'orto americano", il nuovo film, questa volta 'gotico', tratto dal suo omonimo romanzo, le cui riprese avverranno tra Roma, Ferrara e provincia e l'America con un cast d'eccezione che vede la partecipazione di Filippo Scotti (È stata la mano di Dio), della pluripremiata attrice britannica Rita Tushingham, di Armando De Ceccon (Oltre la bufera), Roberto De Francesco (Il silenzio grande), Chiara Caselli (Lei mi parla ancora), Romano Reggiani (Eravamo bambini), Cesare Cremonini e Andrea Roncato.

Nella città estense, le aree scelte per le riprese si concentrano in un'unica giornata presso il baluardo dell'Amore, nella cerchia muraria di Ferrara e risalente al XV secolo.

"Ferrara torna a essere protagonista del grande cinema di Pupi Avati, eccezionale autore profondamente legato al nostro territorio, per cui provo stima profonda", dice il sindaco Alan Fabbri.

"Lo ringrazio per aver scelto nuovamente questa città come set per il suo nuovo lavoro". Ai tempi delle riprese del film "Lei mi parla ancora", il regista bolognese aveva definito Ferrara come "una delle città più belle dell'Emilia" perché capace di mantenersi "esattamente come era un tempo, senza le contaminazioni dell'oggi. E tuttavia qui ci trovi tutto quello che si trova nell'oggi".

Il nuovo film è ambientato nella Bologna degli anni '40. Un giovane mentalmente problematico con aspirazioni letterarie si innamora perdutamente di un'ausiliaria dell'esercito americano, dopo un solo, semplice sguardo.

Un anno dopo il ragazzo decide di andare a vivere nel Midwest americano, «assieme ai suoi morti», per tentare di scrivere il romanzo definitivo. Si trasferisce in una casa contigua a quella in cui vive l'anziana madre della soldatessa. Le due case, però, sono separate da un orto macabro, da cui di notte provengono urla misteriose. La donna è disperata per la scomparsa della figlia, di cui non ha più notizie. Probabilmente è morta, forse è stata uccisa. Ai tempi della conclusione del conflitto la ragazza aveva scritto che si sarebbe sposata con un italiano. Il giovane inizia così una tesissima ricerca della donna, che gli farà vivere una situazione particolarmente drammatica, fino a una conclusione, in Italia, del tutto inaspettata.

La fotografia è di Cesare Bastelli, le scenografie di Biagio Fersini, i costumi di Beatrice Giannini, e il montaggio è di Ivan Zuccon. L'orto americano è prodotto da Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures e da Antonio Avati per DUEA Film, con Rai Cinema.

Il film è prodotto con il contributo e sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission. In totale sono previste sette settimane di riprese: in regione Emilia-Romagna a Ferrara, Copparo, Cervia, Comacchio ed il Delta del Po oltre a San Mauro Pascoli; inoltre, tra Roma e i suoi dintorni, Cinecittà Studios, e la città di Davenport in Iowa.

(Ferrara Rinasce)

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