Morto Arnaldo Pomodoro. Sua opera anche a Ferrara. Sindaco: "Artista che con la sua arte ha saputo raccontare il nostro tempo, le sue complessità"
23-06-2025 / Punti di vista

MORTO ARNALDO POMODORO. SUA OPERA ANCHE A FERRARA: DAL CIMITERO EBRAICO, CON LA TOMBA DI BASSANI ALLE LETTERE RIVOLTE AL REGISTA MICHELANGELO ANTONIONI. SINDACO: "ARTISTA CHE CON LA SUA ARTE HA SAPUTO RACCONTARE IL NOSTRO TEMPO, LE SUE COMPLESSITÀ"
Ferrara, 23 luglio 2025 - "Arnaldo Pomodoro è stato un maestro visionario della scultura, capace di raccontare il nostro tempo e le sue complessità. Le sue opere, con i solchi e gli squarci che le caratterizzano e le rendono uniche al mondo, disvelano mondi più sommersi, fanno intravedere la complessità degli ingranaggi che compongono ogni essenza. Anche Ferrara ne ha una importante testimonianza. Anzi, più di una: dalla scultura-monumento della tomba di Giorgio Bassani all'animata corrispondenza con Michelangelo Antonioni, cui lo legava una grande amicizia e una forte stima. Ci uniamo oggi nel ricordo di questo importantissimo artista, il cui scambio e la vivacità intellettuale hanno ampliato gli orizzonti di tantissimi altri artisti, anche ferraresi". Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, dopo la notizia della scomparsa di Arnaldo Pomodoro.
Nato il 23 giugno del 1926 a Morciano di Romagna, è mancato ieri. Oggi avrebbe compiuto 99 anni. Le sue iconiche sculture sono disseminate in tutto il mondo: dal piazzale della Farnesina a Roma al palazzo delle Nazioni Unite a New York.
"Ferrara si unisce al cordoglio del mondo intero per la scomparsa di un gigante dell'arte contemporanea: Arnaldo Pomodoro. Un artista che ha trasformato il bronzo, il rame, l'oro, in una scrittura universale. Che ha saputo raccontare, con le sue forme incise e monumentali, il dramma e la bellezza del tempo. Che ha forgiato opere capaci di parlare tanto alle metropoli del futuro quanto alle città antiche come la nostra, dove la storia pulsa ancora nelle pietre". Ha aggiunto l'assessore alla Cultura, Marco Gulinelli.
Ferrara, negli anni, ha accolto più volte l'opera di Pomodoro. Nel 1987, ai tempi della direzione di Franco Farina, il Palazzo dei Diamanti ha infatti ospitato una grande mostra a lui dedicata, dove furono esposte opere cruciali della sua produzione, dai famosi "Papiri" ai rilievi geometrici e simbolici che definiscono la sua inconfondibile poetica.
"Già allora - sottolinea Gulinelli - Ferrara riconosceva in Pomodoro una voce con cui il Rinascimento estense poteva dialogare ad armi pari, attraverso la forma, il segno e la luce".
Ma fu nel 1992, nel cuore del Castello Estense, che il dialogo divenne simbolico e permanente. Pomodoro installò nel cortile la sua maestosa scultura "Colpo d'Ala": una lama metallica svettante, alta oltre sette metri, che squarcia lo spazio e il tempo, come un pensiero che interrompe la quiete della pietra. Quell'opera non fu solo un'esposizione temporanea: fu un gesto poetico e politico, il segno che Ferrara, città di Lucrezia Borgia e di Giorgio de Chirico, di Ariosto e di Antonioni, sapeva accogliere il linguaggio del futuro nella grammatica della sua memoria.
Proprio Michelangelo Antonioni, altro figlio grande e silenzioso di questa città, fu legato ad Arnaldo Pomodoro da un rapporto profondo. Due visioni parallele, due solitudini che si riconobbero. Pomodoro ha raccontato con commozione la loro amicizia: fatta di lunghi silenzi, di confronti sulla materia e sull'essenza, sul vuoto e sul pieno, sul gesto e sull'attesa.
In una lettera al regista, del 23 gennaio 1967, in risposta a un invito di Antonioni a trovarsi mentre era in viaggio negli States, l'amico gli parla del successo che sta avendo Blow Up in America. "Ho trovato il tuo ultimo film ECCEZIONALE" per la sua "carica di ambiguità, così nuova e moderna!". Aggiunge anche che "tutti ne parlano, insieme all'opposto ‘The Chelsea Girls' di Andy Warhol". "Io lavoro, nonostante le infinite difficoltà tecniche, sono un po' stanco e nervoso, ma passerà. Tanti cari saluti, Arnaldo".
Poi in un'altra lettera, di aprile, gli riscrive: "CONGRATULAZIONI per il premio che non hai vinto", riferendosi all'Oscar alla miglior regia che secondo Pomodoro doveva andare a Blow Up.
"Antonioni, nel suo cinema, ha scavato il paesaggio umano. Pomodoro, nelle sue opere, ha scavato il paesaggio della forma. Entrambi hanno cercato il senso della frattura. Entrambi hanno compreso come le crepe potessero raccontare più della superficie", conclude Gulinelli.
CREDITI FOTOGRAFICI:
- foto tomba Bassani:
Tomba-monumento a Giorgio Bassani, di Arnaldo Pomodoro. Fotografia Baraldi. © IAT Ferrara - Ferrara Terra e Acqua
- foto lettere di Arnaldo Pomodoro a Michelangelo Antonioni:
© Archivio Michelangelo Antonioni / Comune di Ferrara
(Ferrara Rinasce)
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