La segnalazione: "Saint Jacques de Cosmè Tura" di Magali Bourbon
07-08-2006 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Difficile non concordare con la recente affermazione di Brigitte Le Brethon, Sindaco della città francese di Caen, secondo cui i musei non sono più semplici luoghi di conservazione del patrimonio, ma strumenti in dotazione a discipline umanistiche come la pedagogia. La questione posta dal sapiente Sindaco è rilevante, quando si considera che uno dei capolavori pittorici del nostro Cosmè Tura è conservato precisamente al Musée des Beaux-Arts di quella città. È l'espressivo San Giacomo maggiore in trono, pervenuto a Caen dopo non poche peripezie. Lo apprendiamo con comprensibile stupore leggendo le pagine appassionanti di Magali Bourbon, incaricata per la conservazione presso lo stesso Museo, in cui si documenta l'arrivo a Caen della mirabile opera attribuita senza margine d'errore al pittore ferrarese. Appartenuta fin dalla seconda metà del Settecento al Cardinale Joseph Fesch, fratellastro di Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte, la tavola fu acquistata dal facoltoso prelato - poi dimessosi dall'ufficio ecclesiastico per intraprendere la carriera militare - insieme ad altre preziose opere di Giorgione, Poussin e Rembrandt. Il San Giacomo, uno dei sedicimila dipinti della collezione di Joseph Fesch, possiede le pregnanze figurative delle fisionomie uscite dal pennello del Tura: stesse labbra carnose e l'accentuazione dello sguardo, non vago ma ascetico, si ritrovano nel Sant'Antonio da Padova conservato alla Galleria Estense di Modena, o nel San Cristoforo e nel San Sebastiano, entrambi allo Staatliche Museum di Berlino. Ma qui vi è maggior mistero, per l'evidente inquietudine interiore che il santo lascia trapelare da una mimica inconsueta, lo sguardo perso nel nulla di chi è intento a riflettere su cose che stanno fra cielo e terra, pur compiendo i gesti quotidiani e ordinari della sua missione.
Comparazioni facili anche per chi è a digiuno di storia dell'arte, se si dispone di questo volume in cui sono presentate, peraltro, diverse opere ferraresi: i due tondi dell'Arresto e del Martirio di San Maurelio presso la Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti, le ante d'organo con San Giorgio e la Principessa e l'Annunciazione, entrambe al Museo della Cattedrale di Ferrara, sono ben contestualizzati insieme alla restante produzione del Tura. Magali Bourbon dispensa le sue qualificate intuizioni ricorrendo alle più valide fonti iconografiche e bibliografiche, e dimostrando con scientifica perizia come l'evolversi degli studi critici sul Tura, debba necessariamente misurarsi anche con questa tavola di forte impatto emotivo. La compostezza della figura, la postura del braccio e della mano benedicente, le increspature della tunica porpora, rimandano inevitabilmente alle legnose e pur languide espressioni dei santi e martiri del Tura.
Questo utile volume, scritto interamente in francese ma con il linguaggio semplice e didascalico di un pieghevole in uso ai musei, è il felice risultato di una recente esposizione-dossier allestita nel Museo di Belle Arti di Caen e dedicata al San Giacomo del Tura, con apertura al pubblico dal gennaio al 16 aprile 2006. Per chi volesse approfondire l'argomento nella nostra lingua e attenersi a studi altrettanto recenti, si segnala la monografia su Cosmè Tura del ferrarese Marcello Toffanello, edita lo scorso anno da Skira nella collana de I classici dell'Arte: del San Giacomo di Caen si ha una completa e aggiornata scheda a pagina 154.
M. BOURBON, Saint Jacques de Cosmè Tura, Caen, Musée des Beaux-Arts, 2006