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La segnalazione: Arte e plastica. Luigi Quaggia pittore impressionista

18-12-2006 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Presentato alla Biblioteca Ariostea il 14 dicembre scorso, il bel catalogo delle opere di Luigi Quaggia vanta un impianto editoriale ineccepibile. Agile e di facile consultazione, il volume consente un'ampia carrellata sulle opere del pittore, anticipata dalle considerazioni affettuose di estimatori, critici, letterati e amici che nel tempo hanno dedicato attenzione alla tecnica innovativa di questo artista veneto, ferrarese di adozione.
Luigi Quaggia gode in Russia di meritati apprezzamenti per aver esposto in più occasioni all'interno di importanti istituzioni culturali della capitale, di Kirov, di San Pietroburgo e di Krasnodar. Le esposizioni delle opere in Russia sono state realizzate nel 1987 nell'ambito della Settimana dell'arte e della cultura ferrarese in Russia, e successivamente su iniziativa dalla Sezione moscovita della Società Dante Alighieri, presieduta da Marina Millerova. Tra le sue opere spicca un olio su materiale plastico conservato presso il Museo Statale Pushkin di Mosca, dove è ritratto Torquato Tasso: le palpebre abbassate sull'improbabile frontespizio della Gerusalemme conquistata, l'aria infelice, sembra di scorgere nel volto diafano l'anelito a quel marcato lirismo che lo fece grande, tra infinite vicissitudini e non rari segni di squilibrio psichico. Come sfondo un evanescente Castello Estense, da sempre usato dagli artisti per riconvocare le magiche atmosfere suggerite da Ferrara. Torquato Tasso a Ferrara, è il titolo dato da Luigi Quaggia al suo quadro, lasciando immaginare, fra appropriate fughe di colore che muovono dal centro e si diffondono verso i bordi del laminato plastico, angustie e tormenti certi, inoppugnabili, di cui il cantore dell'Aminta fu vittima nella città estense, quando il Duca Alfonso lo rinchiuse nella cella spoglia e disadorna dell'Ospedale di Sant'Anna. Eppure la serenità attribuita da Quaggia al Tasso, capelli ricci e accenno di barba e baffi ben curati a cornice del mento, fa supporre una condizione d'animo diversa nel poeta, meno afflitto e turbato dalla sua reclusione di quanto gli storici della letteratura abbiano voluto con forza sottolineare. Velatamente il quadro di Quaggia sembra dirci che nella nostra epoca, l'epoca della plastica, si avverte la necessità di sgombrare il campo dalle alterazioni prodotte dal mito, dalle capziose strumentalizzazioni di certa storiografia, che spesso attinse da testimonianze dubbie e mendaci per imporre concezioni dettate dal momento, o semplicemente da insipienza. Curiosamente è proprio il volto disteso del Tasso raffigurato nel laminato plastico di Quaggia, ad indurci a pensieri diversi. Senza nulla togliere a tutti gli autori che alle pene del Tasso prestarono il loro cuore, narrando, disquisendo, fantasticando, il volto conferito da Quaggia al Tasso nel quadro conservato al Museo Statale Pushkin di Mosca, sembra indicarci che anche in Russia il mito romantico dell'afflizione per la prigionia del poeta è oggi più filtrato e ridimensionato.
Ma è doveroso indugiare sull'intera produzione - ben documentata nel recentissimo volume -, sui ritratti, i paesaggi, le nature morte, per comprendere quanto sia congeniale a Luigi Quaggia rapportarsi con la città estense e con i suoi luoghi e monumenti storici. Grazie ad una mano felice e ottuagenaria, ad una tecnica che si misura con la duttilità di supporti plastici, ad una continua ricerca sul colore e il suo impiego, Quaggia ha il merito di aver "esportato" l'immagine di Ferrara e dei suoi dintorni in buona parte di questo mondo.

Arte e plastica. Luigi Quaggia pittore impressionista, Ferrara, Edisai, 2006