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La segnalazione: Le icone del testo. Saggi sulla narrativa contemporanea di P.Vanelli

16-10-2006 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Titolo efficace, quello adottato da Paolo Vanelli per il suo ultimo libro. Aiuta a comprendere che per fare critica letteraria bisogna trovare dei punti fermi, fortificando l'idea secondo cui scrivere sugli altri non è solo divulgazione, ma scavo e approfondimento continuo. Affrontare i temi di uno scrittore vivente è un'operazione complessa che solo uno studioso consolidato può intraprendere. La disinvoltura di Paolo Vanelli nel parlarci di Laura Mancinelli e di Roberto Pazzi, lascia nel lettore la persuasione che di entrambi abbia ben metabolizzato l'opera. Persuasione confermata fin dalle prime righe dell'introduzione, là dove si legge testualmente: L'idea guida di questi saggi è nata dalla convinzione che tutte le scienze si fondano su un principio comune: la ricerca dei fondamenti che sostanziano le cose.
Con questo principio Paolo Vanelli, da anni impegnato come critico letterario nel tentativo - sempre riuscito - di esplorare con rigore le pagine di autori che hanno fatto la storia della nostra letteratura più recente, dimostra di non temere affatto i proverbiali disagi di chi si occupa dei viventi. L'aura epica che sempre si attribuisce ad uno scrittore scomparso, nelle argomentate analisi contenute in questo libro è rimpiazzata dall'onestà intellettuale di chi sa gestire sapientemente il proprio lavoro di critico. Del resto, lo stesso ammonimento di Roberto Pazzi, che negli anni Ottanta e Novanta, nell'ambito delle sue dotte conferenze e presentazioni di libri ribadiva il concetto secondo cui i poeti devono essere celebrati in vita e non da morti, sembra trovare consenziente Paolo Vanelli. Sulla narrativa di Roberto Pazzi pone dunque la sua lente, fornendoci un saggio esauriente sulla bella pagina dell'autore di Cercando l'imperatore. Non a caso si cita qui il romanzo con cui Roberto Pazzi ottenne il primo e meritato successo come narratore: lo studio attento e rigoroso di quel romanzo, è la testimonianza della validità scientifica del principio assunto da Vanelli nella ricerca inesausta dei fondamenti che sostanziano le cose. E vi riesce, perché quel principio pare si possa applicare anche allo studio degli scrittori scomparsi, come ci dimostra quando esamina l'opera di un altro grande nome riconducibile a Ferrara, rappresentante autorevole della generazione precedente a quella di Roberto Pazzi. Giorgio Bassani ci appare allora in questo studio in maniera del tutto diversa da come ci avevano abituato a considerarlo altri critici, anche recenti. Bene la ferraresità come microcosmo, bene l'ebraismo, ma bene anche la volontà di portare avanti con coerenza la ricerca sull'animo umano, scegliendo tra protagonisti e personaggi i i temperamenti ideali per condurla, caricando così la sua opera della peculiarità espressiva che da sempre si ascrive agli scrittori di razza. Vanelli conferisce al Romanzo di Ferrara una compiutezza di ordine esistenziale, oltre che stilistica, come se ogni autore aderisse istintivamente all'idea di riconoscersi in un ciclo, all'interno del quale la creatività, i temi, gli argomenti e le storie, reclamano un inizio e una degna conclusione.
Se parlando del libro di Paolo Vanelli ci siamo fin qui soffermati con smaccato campanilismo sui ferraresi, i fondamenti dell'indagine valgono per l'opera di Laura Mancinelli, di Vincenzo Pardini, di Dino Buzzati e di Mario Tobino. Alle loro avvincenti storie, entrate a pieno titolo nelle antologie scolastiche, Vanelli dedica la stessa perizia che riserva ai ferraresi. Né va dimenticato che proprio Paolo Vanelli oltre dieci anni fa diede alle stampe pagine inedite di Mario Tobino, il medico-scrittore che dall'interno di un manicomio, sfruttando un comodo osservatorio, andò per anni inseguendo proprio ciò che sostanzia le cose, tra quotidiana devianza, normalità e follia. Dal suo osservatorio Paolo Vanelli lancia lo sguardo lontano, sezionando e valicando le pagine di autori notissimi del nostro tempo, per lasciarci con questo libro un'insuperabile lezione su come oggi si debba fare critica letteraria.

P. VANELLI, Le icone del testo. Saggi sulla narrativa contemporanea, Milano-Genova, Marietti, 2006