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La segnalazione: Mostra d'Arte. Personale di Elio Giglioli

22-01-2007 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Sarà sorpreso l'abituale lettore di questa rubrica, scoprendo che anziché scrivere di una pubblicazione vera e propria, con marchio tipografico e copyright, oggi si scrive di una mostra d'arte di cui si dispone di un solo dépliant illustrativo. Ma giocando sulla intitolazione della rubrica, si vuole qui segnalare più che recensire, augurandoci tuttavia di poterlo fare a breve per un catalogo che doverosamente Elio Giglioli meriterebbe per le sue opere, esposte dal 13 al 27 gennaio presso le sale del Centro Artistico Ferrarese di Via Garibaldi.
Elio Giglioli è un ottantenne pittore autodidatta, con una lunga frequentazione dell'arte, come dimostra il bel dipinto realizzato all'età di tredici anni raffigurante un'acerrima lotta fra due animali, un serpente e un coccodrillo. Ma anche nelle opere successive Giglioli non perde la sua ispirante naïveté, sia nello stile personale, sia nei soggetti prescelti, studiati nel dettaglio per una fedele rappresentazione su tela, compensato o juta. Vi sono poi paesaggi e soggetti in grado di condurre l'osservatore verso fatti e tempi che hanno segnato le coscienze di più generazioni. L'immagine di una donna sulle rive del Po, con un bambino in braccio, il secchio ricolmo d'acqua tenuto saldamente con l'altra mano, e come sfondo il Ponte di ferro di Pontelagoscuro, è immagine-emblema dell'immediato dopoguerra, e connota un periodo nella vita di Giglioli in cui l'attività artistica acquista valenza biografica: quella donna, quel bambino, quel paesaggio, riflettono il bisogno di documentare il suo mondo, fra privato e sociale. Nel pittore l'humanitas si fortifica con l'avanzare dell'età, e la scelta di un soggetto centrale come il piccolo Tommaso, ucciso lo scorso anno dalla furia omicida di uomini avidi, denota in Giglioli il bisogno di documentare fatti in cui l'emozione e lo sconcerto giocano un ruolo essenziale. Paesaggista, ritrattista, eccelle soprattutto nelle figure zoomorfe in cui il dinamismo si fa dominante, dove il senso del movimento, contrapposto alla staticità dei soggetti, è suggerito e indotto nell'osservatore attraverso il galoppo di un cavallo, un variopinto pavone che apre la coda a ventaglio, o ancora attraverso le spire del serpente che lentamente avvolgono il coccodrillo.
Scorrendo le opere di Giglioli, e soffermandosi su ognuna con l'intento di coglierne i significati, la tecnica e l'immediatezza, si capirà che se qualcosa manca in questa mostra di breve durata, è proprio un catalogo delle opere esposte, sommariamente riassunte nel pieghevole in distribuzione all'interno del CAAF, ma certo non sufficiente a dare dell'artista e dei suoi accattivanti quadri un'idea esaustiva. A meno che non si prenda per buona la concezione secondo cui le opere vanno prima fruite, e poi date in pasto alla critica d'arte. Comunque vadano le cose, comunque si esprima la critica, si auspica qui un interessamento delle istituzioni ferraresi perché sappiano promuovere e diffondere con un patrocinio mirato l'opera di questo eclettico artista ottuagenario, capace ancora di dipingere unendo il colore alla forza dei sentimenti.

Centro Artistico Ferrarese, Mostra d'Arte. Personale di Elio Giglioli, Ferrara, 2007.