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La segnalazione: Il Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt a cura di Geneviève Lacambre

19-02-2007 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Quando l'evento è davvero significativo, e si percepisce fin dall'inizio nell'opinione pubblica un interesse che va oltre la lecita curiosità per una mostra come quella preannunciata da tempo sul Simbolismo, è normale che le energie del personale e le operazioni di prassi dell'ente promotore siano rivolte a diffondere al meglio le linee ideologiche e culturali di quell'evento. Se poi si è anche consapevoli del fatto che un'esposizione sul Simbolismo in Italia non si realizzava da ben quarant'anni, lievita il senso della responsabilità culturale degli organizzatori, impegnati a conferire alla manifestazione la peculiarità di aggiornamento degli studi su una corrente artistica di fine Ottocento in cui il mito e il simbolo rappresentarono il valore della eredità culturale della nostra civiltà. Informazioni necessarie, queste, per accedere alle sale espositive della grande mostra sul Simbolismo inaugurata sabato 17 febbraio al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, che si avvale di un corposo e ben documentato catalogo curato da Geneviève Lacambre, con saggi di Dominique Lobstein, Luisa Capodieci, Robert Upstone, Anna Maria Damigella e Barbara Guidi, validi compilatori anche delle esaustive schede delle opere esposte.
La mostra si configura dunque come evento, con una ricchissima esposizione di opere celebri come Le tre età della donna di Gustav Klimt prestata dalla Galleria di Arte Moderna di Roma, o la Conversazione e Siate misteriose di Paul Gauguin, le Ragazze sul ponte e Malinconia di Edward Munch, L'amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini, solo per citarne alcune; ma di conseguenza è evento anche la bella edizione di Ferrara Arte uscita per l'occasione. I saggi contenuti in catalogo inquadrano in maniera esemplare il periodo storico e la temperie artistica e culturale che caratterizzò le diverse fasi del movimento simbolista, delineando quel rapporto necessario fra arti figurative e le altre consonanti forme di espressione come la letteratura e la musica, utile alla comprensione di un fenomeno che, pur nella sua durata circoscritta, si diffuse in tutti i Paesi europei. Grazie ai contributi pubblicati in catalogo ed al sorprendente impianto didascalico, si apprende così che le arti figurative diventarono veicolo indispensabile per tramandare il patrimonio filosofico, ideale, estetico e contemplativo della cultura occidentale, alle origini organizzato in debole sistema culturale, con lo sviluppo di idee ritenute avventate e destabilizzanti, e poi risoltosi via via in movimento di pensiero definito e condiviso dalla contemporaneità.
Un'utilissima parte conclusiva riservata agli Apparati è anticipata in catalogo con il ricorso ad un bel particolare de Il giorno di Ferdinand Hodler, e invita ad approfondire il valore simbolico della donna nuda che al risveglio si ripara gli occhi per l'inclemente chiarore del mattino. In questa parte finale del catalogo è stato concepito l'inserimento delle biografie degli artisti presenti in mostra, con schede riassuntive della loro vita e delle loro opere. Segue l'ordine cronologico delle principali esposizioni mondiali sul Simbolismo dal 1936 ad oggi, e un'aggiornata bibliografia.
Sotto il profilo divulgativo e conoscitivo il catalogo è strumento importante, se si considera che costituirà fino al 16 settembre di quest'anno il corredo principale della mostra anche nella sede romana della Galleria d'Arte Moderna, dove le opere saranno trasferite dalla fine di maggio.

Il Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt a cura di Geneviève Lacambre, Ferrara, Ferrara Arte Editore, 2007