La segnalazione: Boscoforte - Fotografie di Pino Mongini
22-10-2007 / A parer mio
I libri si leggono ma anche si guardano. E non è detto che il piacere, o l'impegno, sia minore. Osservando le immagini fotografiche realizzate da Pino Mongini, l'occhio anche poco allenato percepisce nei dettagli, nel colore e nelle sapienti inquadrature, tutta la cura e l'attesa che presiede ad uno scatto apparentemente solo tecnico o istintivo. Ben ne è consapevole lo stesso Mongini, che per immortalare la fauna prosperosa di Boscoforte ha dovuto appostarsi in silenzio tra le verzure del Delta, mantenendo il più possibile l'immobilità del corpo per non spaventare la multiforme varietà di uccelli si cui l'obiettivo era puntato. Ma il risultato è eccellente, poiché quelle immagini, frutto di levatacce in giornate diversamente destinate al giusto riposo, hanno una straordinaria resa, che gli addetti ai lavori ma anche i comuni lettori possono apprezzare soffermandosi sul libro fotografico qui segnalato. Non è solo la qualità e la perfezione dell'inquadratura a catturare il lettore, ma l'implicita filosofia che sta dietro alle intenzioni di Mongini. Attendere, selezionare con gli occhi per fissare scene e momenti di rara bellezza, liquidati spesso con la banale espressione di "ciclo della natura". Un'espressione incapace di comunicare degnamente la suggestione che deriva dall'osservazione autentica e religiosa del mondo attorno a noi, un'osservazione fatta per sentire la natura attraverso le immagini. Ma sono immagini fedelissime, quelle di Pino Mongini, che nessun testo aggiuntivo, posto in premessa o come postfazione, può compendiare. Per un volta non ci resta che prenderne atto: vi sono contesti, registri espressivi, libri, in cui si riconosce l'inutilità della parola, o per cui è auspicabile l'assenza della parola, palesemente in subordine rispetto all'immagine. Il libro di fotografie su Boscoforte ne è un esempio. Qui l'immagine vive da sé, senza inopportune spiegazioni che risulterebbero in sovramercato. Qui l'immagine riflette già una bellezza che non necessita di apparati conoscitivi, perché sarebbero in stridente contrasto con la volontà di fissare un momento in cui una natura prodigiosamente selvaggia si esprime in tutta la sua anima misteriosa, con i suoi cicli magici, la sua serenità e le sue tenerezze.
Certo, interessano i commenti e le utili informazioni che precedono nel libro la sequenza delle fotografie. Interessa la pagina raffinata di Folco Quilici, dove Boscoforte è presentato come luogo in cui la natura è libera. Interessano le conoscenze scientifiche sull'adattamento delle piante rese da Renato Gerdol e da Elisabetta Mantovani, così come le utili informazioni sulla fauna e le varietà di funghi presenti a Boscoforte, portate rispettivamente da Stefano Mazzotti e da Renzo Pedriali. Ma per una volta sola, senza nulla togliere ai singoli ambiti e nella speranza di non attirarmi le antipatie degli autori delle pur encomiabili pagine iniziali di questo libro, consiglio di soprassedere sulle parole, o comunque di rimandarne la lettura ad un momento successivo, per indugiare sulla bellezza delle immagini di una natura generosissima e incontaminata, come lo è la natura ritratta da Pino Mongini. Si sfoglino le pagine con cura e attenzione per non graffiarne la superficie patinata. Come sempre avviene, scopriremo così istintivamente e senza troppe spiegazioni, che per le parole c'è tempo.
Boscoforte. Suggestiva lingua di terra nel cuore del Delta del Po. Fotografie di Pino Mongini, Argelato, Minerva Edizioni, 2007.