La segnalazione: C'era una volta Omero di Claudio Cazzola
16-07-2007 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Ora che sempre più raramente si cita Antonio Gramsci, forse perché ritenuto colpevole di qualcosa dall'intellighenzia degli ultimi decenni, torna utile qui riesumare una lettera del 1931 indirizzata a Tatiana Schucht. In quelle fitte righe, poi raccolte nei Quaderni del carcere, Gramsci criticava aspramente un docente di storia e filosofia dell'epoca, tale Emilio Bodrero, per aver sostenuto dalle colonne di un giornale dal titolo emblematico di «Gerarchia», con un articolo dal titolo altrettanto emblematico di Itaca Italia, che l'avere fatto la guerra è un tratto che abilita a comprendere l'Odissea. La perspicacia dell'infelice sardo, ricordato oggi solo come fondatore del Partito Comunista Italiano e mai come raffinato intellettuale e profondo conoscitore dei testi classici, rende legittima la sua rimostranza per la tesi del Bodrero: in particolare Gramsci faceva notare nella lettera a Tatiana come Ulisse fosse stato "un renitente alla leva", e avesse simulato la follia facendo di tutto per evitare di imbracciare le armi.
Con questo ricordo, frutto di lontane riflessioni universitarie archiviate nel cuore, bisognerebbe affrontare la lettura di C'era una volta Omero, che Claudio Cazzola porge generosamente ai ferraresi attraverso le gloriose edizioni dei Quaderni del Liceo Classico "L. Ariosto" di Ferrara. Anche Claudio Cazzola (come Gramsci autore di Quaderni) ha qualcosa da obiettare ad una modernità incapace di offrire ai giovani validi modelli poetici e di narrazione; incapace di concepire il piacere di raccontare fatti nella più autentica accezione, quella di alludere, di dar vita con gli occhi della mente ad immagini che si imprimono nei recessi della memoria fino a diventarne parte.
Da qui l'invenzione, potente, equilibrata nella conduzione dialogica fra una studentessa del Liceo Classico e un personaggio senza nome che disquisiscono su argomenti colti e ad un tempo ameni, chiamando in causa Omero e il suo mitico Odisseo. Cazzola è convincente quando afferma che l'invenzione nasce su impulso di una sfida lanciata qualche tempo fa dal Sindaco Gaetano Sateriale sull'auspicabile stesura di un testo con protagonisti impegnati in un viaggio per mare o per via fluviale. È convincente quando assicura di aver raccolto quella sfida con entusiasmo, ma lo è ancora di più per ciò che non dice, cioè quando allude al proprio ruolo di insegnante, svolto con dignità e perizia nel tentativo di far amare Omero ai giovani. E vi riesce, sicuro com'è che i testi classici racchiudano "spezzoni" e tasselli del comune sentire degli uomini, delle loro speranze, sogni e contraddizioni. Spiega anche il valore dei miti, e l'impressione forte che certi enigmi irrisolti esercitano sui contemporanei e sulla posterità. Spiega perché Omero fu per i suoi estimatori "pari ad un Dio": come un dio creò ciò che da secoli contraddistingue il farsi e il disfarsi della dimensione storica ed esistenziale di ognuno di noi, incarnando in Odisseo le più umane emozioni. Comprese quelle meno nobili - ricordate da Gramsci - di un eroe dell'antichità che sconfigge decine di nemici con frecce lanciate da un arco quasi impossibile da tendere, ma che prima di questi epici fatti si macchia moralmente di vigliaccheria, rifiutando di adempiere ai doveri imposti dalla leva militare del tempo. Insomma, un uomo e non un dio, con i suoi abissi e le sue vette.
Ecco il significato di questo libro. O così almeno appare a chi lo legge esaminandone l'impianto, il dialogo ininterrotto, le opportune citazioni a margine interno, l'impostazione grafica abilmente concepita da Fabrizio Fiocchi. E non da ultima, a dare fisionomia compiuta al "nostro eroe", anche la bella immagine di copertina, con la raffigurazione di Ulisse "rivisitato" da Sergio Zanni in una scultura che lo ritrae di profilo, copricapo ben calcato sulla testa, barba lunga da sapiente, occhio attento e un poco sovradimensionato, a sottolinearne l'ampiezza di vedute e lo sguardo lungimirante.
C. CAZZOLA, C'era una volta Omero, Quaderni del Liceo Classico "L. Ariosto", 57, Ferrara, 2007.