La segnalazione: L'Associazione Musicale «Francesco Venezze»
04-02-2008 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Voler ricercare forzatamente legami ferraresi anche quando non esistono, sarebbe insensato per una rubrica di segnalazioni bibliografiche come "Volta la carta". Ma talvolta saltano agli occhi agganci così espliciti e diretti con la storia e la cronaca della nostra città, che non è possibile ignorare pubblicazioni d'argomento apparentemente distante solo perché edite altrove.
Chi porge amabilmente il volume, senza nulla pretendere, questa volta è Mario Ferrarese. E il cognome già suona famigliare. Presiede con affabile signorilità l'Associazione Musicale rodigina "Francesco Venezze", giunta nel 2007 all'ottantacinquesimo anno dalla fondazione. Con motivato orgoglio Mario Ferrarese è ben consapevole di ciò che l'Associazione rappresenta per la diffusione della cultura musicale nella sua città. Sembra di percepire nelle sue parole cariche di entusiasmo l'autentico e viscerale significato del bel motto adottato per il sodalizio: Dolce cantare spegne ciò che nuoce, opportunamente mutuato dai versi di Guido Guinizelli (Donna, il cantar soave / che per lo petto mi mise la voce / che spegne ciò che nuoce,/ pensieri in gioia e gioia in vita m'have). Così, sfogliando il corposo volume di Sergio Garbato, caratterizzato da una prosa accattivante, ricco di preziose informazioni e ampiamente illustrato, ci imbattiamo in un apparato conclusivo in cui sono elencati con lodevole puntualità tutti i concerti promossi dall'Associazione Musicale "Francesco Venezze" a far data dal 7 maggio 1922. La presenza di musicisti ferraresi è facilmente rilevabile in data lunedì 9 aprile 1934, quando il Quintetto di Ferrara eseguì brani di Amilcare Castore Zanella, di Luigi Boccherini, di Ermanno Wolf e di Antonin Dvořák. Al violino Bruto Michelini e Luigi Frassoldati, alla viola Werter Marvelli, al violoncello Emilio Rizzi e al pianoforte Gilfredo Cattolica, cognome che a pochi giorni dalla conclusa Giornata della Memoria evoca in noi indimenticabili pagine bassaniane. Per soddisfare il nostro bisogno di testimonianze visive, si dovrà poi ritornare a pagina 58: la fotografia in bianco e nero dei musicisti del Quintetto di Ferrara, con le firme autografe dei musicisti apposte in alto, richiama atmosfere lontane, con il pensiero dominante che in quegli anni la musica fosse in naturale contrapposizione con il periodo di barbarie prossimo a venire.
Tutte le musiche in programma sono in prima esecuzione per Rovigo, si legge nel programma di mercoledì 3 maggio 1961, quando l'Accademia Corale "V. Viviani" (storpiatura di "V. Veneziani") diretta dal Maestro Emilio Giani propose la famosa Missa Hercules Dux Ferrariae di Josquin Despres. E lo stesso Emilio Giani, più o meno un anno dopo, il 7 maggio 1962, presso il Duomo di Rovigo eseguì la Toccata di Girolamo Frescobaldi. Due anni di attesa e poi l'Accademia Corale Veneziani - che nel frattempo aveva guadagnato la meritata qualifica di Accademia Corale "Vittore Veneziani" della Città di Ferrara - diretta sempre da Emilio Giani e con la partecipazione della Piccola Camerata Ferrarese, riapprodò a Rovigo. Qui, il 30 maggio 1964, con la cura di Adriano Cavicchi e Riccardo Nielsen, riportò le Canzoni di Frescobaldi e di Luzzaschi, eseguite da Elio Peruzzi, Pietro Verardo e Enrica Omizzolo.
Sono solo tre citazioni ferraresi tratte dal bel libro di Sergio Garbato, ma bastano per stimolare il lettore a continuare la ricerca; e in attesa di ulteriori "scoperte" il pensiero corre ai momenti iniziali dell'attività dell'Associazione "Francesco Venezze", quando anche a Ferrara si consolidavano capaci gruppi musicali, chiamati ad esibirsi nel vicino Polesine, o invogliati a farlo da comode trasferte.
S. GARBATO, L'Associazione Musicale «Francesco Venezze». 85 anni di musica e storia, Rovigo, Accademia dei Concordi Editore, 2007.