La segnalazione: Viaggi controcorrente di Cesare De Seta
01-10-2007 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
La segnalazione è d'obbligo. Sabato scorso al Teatro Comunale di Ferrara ha avuto luogo l'annuale cerimonia conclusiva del glorioso Premio Estense, con quattro finalisti di tutto rispetto: Cesare de Seta, Miryam Mafai, Vittorio Emiliani e Stefano Rizzo. Vincitore dell'edizione di quest'anno è risultato Cesare de Seta, con Viaggi controcorrente. Libro convincente per argomento e struttura. Tanto più convincente se la lettura attenta del testo ha preceduto le acute dichiarazioni pubbliche rese dal suo autore nel corso della premiazione di sabato 29 settembre.
De Seta è animato da un proposito nobile: viaggiare, portarsi nei luoghi di questo mondo che sono più carichi di suggestione, pur non rientrando in abusati percorsi turistici, sondare l'entità del patrimonio artistico e culturale di cui sono depositari, verificare lo stato di conservazione e il grado di pregnanza estetica delle opere conservate nei nostri musei. Insomma, un viaggio etico alla ricerca di verità da trasmettere, con la stessa consapevolezza che si ha quando si trasmette intatto un patrimonio alle future generazioni. In questo modo il viaggio si fa interiore: scoprire tesori d'arte per scoprire se stessi, ciò che abbiamo dentro perché ereditato, acquisito, conquistato. Ciò che in definitiva ci appartiene come retaggio culturale, ma che ancora necessita di perfezionamento conoscitivo per diventare esistenziale. O comunque personale.
De Seta afferma un'ulteriore verità: non scrivere di luoghi d'arte e della loro storia, non toccare paesi e città, non significa amare meno quei luoghi. Significa dedicare loro un'attenzione più mirata, sfruttando occasioni propizie. Dichiara altresì la propria ammirazione per il nostro territorio, per Ferrara, che definisce "colta e raffinata", e non perché Ferrara gli ha conferito l'Aquila d'Oro, ma perché da sempre la città dispensa stimoli potenti per chiunque intraprenda il cammino dell'esteta alla ricerca di possibili spiegazioni sull'esistenza e sul suo perenne e rinnovato svolgersi. "La mia curiosità è onnivora e mi induce a riflettere su me stesso". Sono le parole testuali di de Seta, che riassume così lo spirito del suo continuo mettersi in viaggio, come corrispondente per "Il Corriere della Sera" e per "La Repubblica", certo, ma anche come ogni essere umano incline ad interrogarsi sul significato delle cose che si vedono e accadono in questo mondo. Ecco allora che i suoi viaggi, condotti fuori dalle logiche del mestiere, si connotano saggiamente come "viaggi controcorrente".
Premio meritato, ne siamo convinti. Restiamo in attesa di conoscere le impressioni di de Seta su Ferrara, se vorrà esprimersi con il medesimo "stile galante" che ha riservato ad altri luoghi. Per parte nostra possiamo garantirgli fin da ora il buon esito dell'investigazione: per il solo fatto che D'Annunzio definì la città estense "città del silenzio", anche questo auspicabile viaggio del giornalista - vincitore della XLIII edizione del Premio Estense - sarà controcorrente. Il silenzio favorisce l'introspezione. Sempre.
C. DE SETA, Viaggi controcorrente, Torino, Aragno, 2007