La segnalazione: Amica a cura di Milena Dolcetto
25-03-2009 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Che l'opera "Amica" di Mascagni appartenga in modo trasversale ai ferraresi, lo evidenzia un doveroso raffronto con i caratteri della "nostra" letteratura epica, con i temi di Ludovico Ariosto e di Torquato Tasso. La vicenda di una donna contesa da due protagonisti fieri e combattivi, la follia di uno degli spasimanti, l'orgoglio di lei, le fughe continue e dissennate rimandano ad Angelica, a Rinaldo, ad Orlando e ad Aminta. E poi c'è l'ambientazione. È difficile immaginare un'ambientazione rurale di primo Novecento, con luci abbaglianti, carri da traino, covoni, polvere e fieno, senza pensare al disagio sociale che serpeggiava latente fra i "nostri" lavoratori della terra. Nel dramma lirico Amica di Pietro Mascagni, sono presenti le coloriture veriste del volgere del secolo, anche se mancano le esplicite evocazioni all'Umanesimo socialista (ammantato di Naturalismo) di Émile Zola, che infiammava all'epoca la coscienza del popolo e degli oppressi. La cornice scenica concepita da un librettista connazionale di Zola per un dramma lirico da cantare in francese, ma diretto dal livornese Pietro Mascagni, risente appena delle tematiche zoliane perché ciò che di fatto conta è la vicenda nuda e cruda, semplice, emotiva e vagamente da feuilleton: due fratelli divisi dall'amore per una donna, lei si sacrifica per ristabilire la concordia fra i due e muore suicida gettandosi in un burrone. Non ci inganni il titolo: Amica non è un'attribuzione, ma il nome di battesimo della protagonista femminile, innamorata di Rinaldo e volutamente scontrosa nei confronti dell'ignaro fratello di lui, nel tentativo di dissuaderlo dal coltivare sentimenti non corrisposti. La vicenda è dunque permeata dalla poetica stupefazione del disincanto, dell'amore minacciato da altri, nella fattispecie da un membro interno della famiglia. Nel primo atto le impennate allegre e corali dei molti personaggi in scena conferiscono al dramma lirico la tipicità dei vaudevilles, ma poi il carattere austero del secondo atto si fa prevalente a mano a mano che la vicenda progredisce. E insieme alla vicenda conta anche la tradizione musicale dell'Ottocento, il tardoromanticismo e la devozione di Mascagni per Wagner. Limitandoci anche solo ai nomi dei protagonisti, avremo facili reminiscenze tassesche in Rinaldo, nella variatio di Aminta in Amica, per non parlare della similitudine con il tassesco burrone nel quale rischia di trovare la morte il pastore che aspira all'amore di Silvia.
Andato in scena a Roma al Teatro dell'Opera l'8 ottobre scorso e opportunamente inserito nel calendario della 193° stagione lirica e balletto del Teatro Sociale di Rovigo, il dramma lirico musicato da Pietro Mascagni ripropone ancora oggi allo spettatore un'ampia gamma di sentimenti su cui la riflessione si appunta, coinvolgendo il privato e sociale di ognuno. A documentarlo sono le pagine di Alberto Paloscia intitolate Amour maudit!, contenute nel delizioso libretto curato da Milena Dolcetto che qui si segnala, distribuito all'ingresso del Teatro Sociale di Rovigo, dove l'opera è andata in scena venerdì 13 marzo con la regia di Jean Louis Grinda. Lo stesso Alberto Paloscia con le sue sapide annotazioni ci fa notare come nel caso di Amica del "wagneriano" Pietro Mascagni, lo spettatore possa percepire ad un tempo analogie e contrasti rispetto ai cicli immortali del Lohengrin e del Tannhauser; "analogie" per lo più derivanti dalla conoscenza delle opere liriche dell'Ottocento, e "contrasti" rilevati seguendo via via l'andamento della trama, che esige dai personaggi in scena un'estrazione sociale umile e meno "impegnativa" di quella di Sigfrido o di Tristano. Eppure l'Intermezzo che introduce alla drammaticità del secondo atto, è una pagina straordinaria della musica orchestrale italiana, dove si leggono le influenze esercitate da Wagner su Mascagni, non in funzione imitativa ma nella direzione del "dramma musicale" teorizzato da Wagner, come osserva con prontezza Paolo Furlani redigendo le note della Guida all'ascolto.
"Amica", a cura di Milena Dolcetto, con testi di Alberto Paloscia, Paolo Furlani e Jean-Louis Grinda, Rovigo, Europrint, 2009