La segnalazione: Il coraggio dell'attesa. Anna Sforza fra le dame di Casa d'Este di Gina Nalini Montanari
19-11-2007 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Tolte le fonti primarie dei cronisti e altri saggi contenuti in monografie più recenti sulle grandi famiglie dinastiche italiane, poco si trova sulla breve vita di Anna Sforza, la prima sposa di Alfonso I d'Este. I "filoni" su cui gli storici da sempre insistono sono: la promessa di un matrimonio tra due giovani rampolli di famiglie potenti, stabilito in virtù delle consuete convenienze diplomatiche; la breve vicenda biografica di una donna che a soli ventun anni si spegne; il raffronto fra i rispettivi caratteri della prima e dell'ultima moglie di Alfonso I: Anna Sforza e Lucrezia Borgia.
Potevano bastare questi argomenti a fornire un quadro esaustivo del ruolo di Anna Sforza a Corte, dei suoi sentimenti, del rapporto con l'ambiente estense all'epoca in cui giunse a Ferrara? Potevano questi soli temi, contribuire alla conoscenza di un milieu socio- culturale quale era quello estense all'epoca in cui Alfonso I prendeva moglie? No di certo, a giudicare dalla gran messe di notizie e informazioni inedite raccolte da Gina Nalini Montanari, frutto di approfondite ricerche archivistiche condotte presso l'Archivio di Stato di Mantova, di Milano e presso il sempre generoso Archivio Segreto Estense di Modena, raccolte ed elaborate poi in un libro dal titolo subito accattivante di Il coraggio dell'attesa. Anna Sforza fra le dame di Casa d'Este. L'autrice, mossa da onesta passione storiografica, non dissimula il suo debito nei confronti di Luciano Chiappini, citato di frequente nelle note a corredo di ogni singolo capitolo. E al pari del celebre storico ferrarese, anche Gina Nalini Montanari vanta le qualità del moderno ricercatore, al quale si richiede anzitutto di farsi divulgatore con il tramite di un linguaggio capace e coinvolgente, sapientemente evocativo, risultato di ricerche lunghe e fruttuose concepite come possibilità di portare in auge fatti ed eventi da legare fra loro, da riconsiderare e infine da riordinare con lo stesso animo di un archeologo che ricompone gli oggetti rinvenuti in un sito. L'autrice dimostra di aderire compiutamente a questa concezione storiografica moderna, regalando al lettore pagine belle dove il racconto appassionato delle vicende non è secondo al rigore della ricerca. Anche quando da un capitolo intitolato Il trionfo della politica matrimoniale ci si aspetta un'analisi necessaria ad inquadrare fatti e consuetudini di un'epoca, avremo un approccio agevole all'argomento, perché mutuato da una scrittura che affascina per l'importanza assegnata all'incipit: Al Santuario di San Giacomo di Galizia il duca Ercole non arrivò mai
Se chi scrive è viziato dal fatto di aver conosciuto molti anni fa, in qualità di giovane alunno, il rigore e la capacità divulgativa della professoressa Gina Nalini Montanari, non si recepiscano in queste righe intenzioni smaccatamente apologetiche. Per la verità non si può sottacere l'indiscusso spessore di questo nuovo libro, che per il linguaggio e la resa efficace della conduzione del tema trattato, si colloca a pieno titolo nel novero delle grandi biografie pubblicate da Maria Bellonci e da Sarah Bradford su Lucrezia Borgia. Il taglio è derivato volutamente dalla scelta di un registro linguistico in cui si evidenzia passione per la storia e per i fatti più umani ed intimi delle figure muliebri di Casa d'Este. Campanilismo a parte, ma in accordo con quanto sostiene Paola Zanardi nella Prefazione, va detto che le pagine dense di Gina Nalini Montanari si caratterizzano per la grazia della narrazione. Il lettore auspica per il libro la stessa fortuna critica che recentemente è stata riservata a I cigni di Leonardo di Karen Essex, dove l'ambientazione è in parte estense.
G. NALINI MONTANARI, Il coraggio dell'attesa. Anna Sforza fra le dame di Casa d'Este, Ferrara, Nuove Carte, 2007