La segnalazione: Boccioni prefuturista. Gli anni di Padova - Catalogo
03-12-2007 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Quali implicazioni ferraresi ci saranno in una mostra padovana su Umberto Boccioni, allestita di fronte allo storico caffé Pedrocchi, per doverne parlare in questa rubrica? Basterà recarsi in loco (poco più di un'ora di treno), portarsi verso il Centro, scendere le scale di Piazza Cavour, per ritrovarsi in un ambiente ricco di oggetti, dipinti, fotografie, lettere, schizzi, risalenti al periodo in cui il giovane Boccioni affinava le sue tecniche pittoriche e maturava innovative concezioni sull'arte. Da qui, dal cuore della città e da questo spazio sotterraneo di 490 metri quadrati, ristrutturato e reso funzionale ai fini espositivi solo di recente, dobbiamo necessariamente partire per legare l'artista, seppur in modo trasversale, a Ferrara.
È l'aprile del 1907. Cento anni fa. Il venticinquenne Boccioni esplora con interesse le sale della Biennale di Venezia, ricevendone un'impressione poco entusiasmante, fatta eccezione per la cosiddetta "Sala del Sogno", dove si raccolgono le opere di Gaetano Previati, Plinio Nomellini, Angelo Morbelli, Galileo Chini, Alberto Martini, Maurice Denis, Franz von Stuck e altri simbolisti. Qui Il giorno di Gaetano Previati, parte del celebre trittico realizzato nel 1907 (poi acquistato nel 1924 dalla Camera di Commercio Industria e Artigianato di Milano), regala a Boccioni la percezione di una nuova grandezza nella pittura, incarnata dal pittore ferrarese. Tanto da pubblicare ne «La Libertà. Giornale della democrazia» di Padova una recensione dove è facile riconoscere il germe di quelle idee confluite più tardi nel manifesto del Futurismo, al quale Boccioni aderirà con convinzione. L'articolo è ora pubblicato per la prima volta nel catalogo Boccioni prefuturista. Gli anni di Padova, che completa la documentata esposizione. La folgorazione del giovane artista davanti al Il giorno, e la sua spontanea ammirazione per Gaetano Previati, non si esaurisce tuttavia in quel 1907. Ancora nel 1916 così si esprime in un articolo: Quando finirà questa infame noncuranza, questa vergognosa incoscienza artistica e nazionale verso il piú grande artista che l'Italia ha avuto da Tiepolo ad oggi?... L'opera di Gaetano Previati è di una vastità e di un valore che sconcertano... Previati è il solo grande artista italiano, di questi tempi, che abbia concepita l'arte come una rappresentazione in cui la realtà visiva serve soltanto come punto di partenza.
Altri agganci ferraresi si leggono nel bel catalogo e negli ampi pannelli didascalici a corredo della mostra patavina. Si apprende ad esempio del rapporto privilegiato instaurato da Umberto con la cugina ferrarese di secondo grado Adriana Bisi Fabbri, artista e disegnatrice. Nata a Ferrara nel 1881, Adriana si recò a Padova dopo un tracollo finanziario dell'attività commerciale gestita dal padre, e fu ospitata dalla sorella e dalla madre di Umberto Boccioni, Amelia e Cecilia. La parentela fra Umberto e Adriana si spiega così: la madre di Adriana, Olga Mantovani, risulta essere cugina di primo grado di Cecilia. Un'unità di spirito, quella fra i due giovani cugini, indagato nel testo pubblicato in catalogo a firma di Luigi Sansoni, già curatore nel maggio scorso di una mostra milanese dal titolo Adriana Bisi Fabbri e il rinnovamento della pittura italiana dell'inizio del '900, promossa dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Per noi, curiosi di ferraresità riscoperte, l'evento della Nuova Galleria Cavour val bene un viaggio in treno. Servirà anche a prendere visione della fisionomia della cugina Adriana (più tardi si firmerà Adrì) attraverso le fotografie esposte; ma, meglio ancora, attraverso un ritratto presente in mostra e realizzato dal cugino Umberto del 1904. Per chi ha altre curiosità da soddisfare (ferraresi e non) e non vuole spostarsi a Padova, resta pur sempre questo bel catalogo.
Boccioni prefuturista. Gli anni di Padova (catalogo della mostra allestita presso la Galleria Cavour di Padova dal 30 ottobre 2007 al 27 gennaio 2008), Milano, Skira, 2007