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La segnalazione: Sebastiano. Iconografie di un martirio tra passato e presente - Catalogo della mostra

28-01-2008 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

La breve distanza che separa Ferrara da Renazzo, rende doverosa per quanti amano l'arte una visita al Museo Sandro Parmeggiani, dove è allestita una straordinaria mostra dedicata all'iconografia di San Sebastiano. Straordinaria non è qui l'abusato aggettivo cui si fa ricorso per incensare i curatori e gli enti promotori di un'iniziativa. È ciò che dal punto di vista percettivo corrisponde all'impressione del visitatore quando, salite le scale del museo, varca timidamente la porta di accesso e getta lo sguardo intorno per rendersi conto di quanto è esposto nelle sale. Di fronte, opera di Leonello Spada, un possente San Sebastiano, le proporzioni anatomiche perfette, l'incarnato roseo che contrasta con il fondale scuro e con le tonalità ancora più cupe del fusto d'albero al quale il santo è notoriamente legato. A destra, entrando nella prima sala del percorso espositivo, il bellissimo San Sebastiano di Francesco Zaganelli del 1513, prestato per l'occasione dalla Pinacoteca Nazionale di Ferrara.
Se il visitatore percepisce fin dall'ingresso la preziosità delle opere esposte, avrà anche il piacere e la fortuna di incontrare la professoressa Maria Censi, direttrice del Museo e curatrice della mostra, che generosamente è a disposizione di chi si reca sul luogo che non immagina di poter essere guidato nelle sale nientemeno da chi quelle opere le ha dapprima individuate e studiate con perizia, poi richieste ai privati e agli enti istituzionali di appartenenza e infine fisicamente collocate. Scoprirà allora quali e quanti tesori contengano ancora le sale del Museo Parmeggiani di Renazzo, piccola e graziosa località a pochi chilometri da Cento che vanta come santo patrono proprio San Sebastiano, effigiato nella bella pala di Benedetto Gennari posta sull'altare maggiore della chiesa del paese.
Completa la mostra un ampio catalogo curato da Maria Censi, con i contributi di Lucio Scardino e Matteo Tosi. Nel testo d'apertura la dotta curatrice approfondisce gli aspetti iconografici della leggenda di San Sebastiano, soffermandosi sulle varianti figurative adottate nei secoli, ed evidenziando quanto le direttive impartite dal Concilio di Trento circa la rappresentazione del santo abbiano condizionato le modalità espressive degli artisti che hanno operato scegliendo il martire come soggetto pittorico. Su questo filone ideologico si innesta il documentato contributo in catalogo di Lucio Scardino, intitolato Santo trafitto e filmato. San Sebastiano nella cinematografia italiana, dove lo storico dell'arte esamina le scelte etiche e figurative adottate dai registi italiani e stranieri nel momento in cui hanno dovuto misurarsi con un soggetto "scomodo" come San Sebastiano, divenuto con il Novecento icona gay. È alle diverse intuizioni di registi come Roberto Paolella, Enrico Guazzoni, Alessandro Blasetti, Pupi Avati e Derek Jarman, che Scardino presta attenzione, scandagliandole attraverso la lente della morale di allora, in cui spesso gli aspetti eminentemente storici si fondevano con le morbose elaborazioni del pubblico. Su questo tema dello spostamento della morale insiste Matteo Tosi nelle pagine conclusive del catalogo, chiamando necessariamente in causa Oscar Wilde, Gabriele d'Annunzio (autore de Le Martyre de Saint Sebastien) e il più recente Yukio Mishima, per ribadire come anche nella storia della letteratura si registrino condizionanti interpretazioni delle figure più consolidate del mito.
Un avvertimento, che non è luogo comune e neppure un invito ad acquistare per forza il catalogo: chi disporrà di una copia del libro (per averlo avuto in regalo, reperito in Biblioteca o comprato) lo apra solo al ritorno dalla mostra. Potrà ricollegarsi all'esauriente spiegazione ricevuta da Maria Censi nel corso della visita guidata.

Sebastiano. Iconografie di un martirio tra passato e presente, a cura di Maria Censi (Catalogo della mostra allestita al Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo dal 20 gennaio al 30 marzo 2008), Comune di Cento - Fondazione Cassa di Risparmio di Cento - Cassa di Risparmio di Cento, 2008.