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La segnalazione: Su la scia dla cometa. Racconti natalizi in italiano e ferrarese di Iosè Peverati

10-03-2008 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Presentato giovedì scorso alla Biblioteca Bassani da Floriana Guidetti e Gianna Vancini, il nuovo libro di Iosè Peverati sembra essere in ritardo rispetto alla ricorrenza per la quale è stato scritto e concepito. Ma per la verità non è questo che si ha in animo quando si sfogliano le pagine di Su la scia dla cometa. Ritornano piuttosto alla mente, con le involontarie associazioni alle quali aderiamo volentieri, le letture appassionate de Il piccolo principe di Antoine-Jean-Baptiste-Marie-Roger de Saint-Exupéry, dove l'illustrazione, ricondotta agli stilemi dell'infanzia, non è mai in subordine rispetto al testo, nella convinzione comune che i bambini soltanto sanno quel che cercano… (A. De Saint-Exupéry, Il piccolo principe, cap. XII). Le storie ricche di buon senso e di suggestioni ispirate da un modo candido di intendere la vita, sono quelle a cui ci ha abituato da molti anni il mansueto Iosè Peverati. Chi scrive lo ha visto commuoversi nel corso della lettura in pubblico di una lirica di Bruno Pasini, manifestando con naturalezza un grande sentire e una visione lirica, innocente, delle cose. Ora, con lo stesso candore, Peverati ci porge generosamente nuove storie. Alcune hanno giustappunto la forza evocativa di quelle di Sain-Exupéry, come ad esempio Il quarto Magio, alle pagine 28 e 29, che si conclude con una morale affatto banale, indotta inaspettatamente da riflessione sociale ed insieme esistenziale: È una vittoria amare i fratelli come noi stessi. Non è l'amara denuncia di verità parziali, e neppure rivendicazione di un ecumenismo paleocristiano ed evangelico. È amore per la vita e per i valori dettati da una spiritualità tutta personale che oggi si vorrebbe più condivisa. Spiritualità ben radicata in Iosè Peverati, dove il valore etico delle storie narrate passa necessariamente per il bisogno di puntare al senso comune espresso dal nostro vernacolo. Dotandole di traduzione in dialetto ferrarese, con testo a fronte come nelle più qualificate impaginazioni editoriali, Peverati dimostra quanto sia importante attingere ad una cultura popolare ispirata dal senso del sacro, per ribadire verità autentiche e non parziali. Nella densa prefazione al volume, Gianna Vancini inquadra egregiamente e con sapienza la nuova fatica di Iosè Peverati, sottolineando la vicinanza dell'autore portuense ai temi dell'infanzia: medico-pediatra, ha ben presente quanto vilipesa sia ancora l'infanzia e quanta sofferenza gravi ancora in questo nostro mondo malandato che impropriamente e con ostinazione ama definirsi civilizzato.
Il nostro non è atteggiamento compiacente ed encomiastico fine a se stesso, ma assolutamente legittimo, se concludiamo con il dire che i libri di Iosè Peverati, quando globalmente considerati, meriterebbero un pubblico riconoscimento per il loro valore letterario, etico e sociale. Scriveva settant'anni fa una sconosciuta traduttrice torinese di nome Clelia Tarchetti nella pagina di apertura di un libro intitolato Età felice, di tale Myriam de G., altrettanto sconosciuta: Cari bambini, leggete, meditate queste pagine odoranti santità. Vi coglierete a piene mani perle e fiori per la vostra mente, per il vostro cuore, per l'anima vostra. Vale anche per gli adulti, aggiungeremo noi. A maggior ragione se le pagine portano la firma di Iosè Peverati.

I. PEVERATI, Su la scia dla cometa. Racconti natalizi in italiano e ferrarese, disegni di Claudia Peverati (Zanzo), Ferrara, Origraf, 2007.