La segnalazione: A libri aperti di Riccardo Merlante e Paola Migliari
26-03-2008 / A parer mio
di Giuseppe Muscardini
Scrivere un libro di racconti, inserendoli in filoni definiti, incasellandoli in categorie precise come quando si collocano degli indumenti in diversi cassetti di un armadio, è operazione inusuale per un narratore. Ma in questo caso i narratori sono due, e ben vi riescono. Vi riescono a tal punto che le intenzioni, il progetto, il disegno che presiede all'impresa editoriale, diventano l'oggetto principale dell'interesse del lettore. Senza nulla togliere alle appassionate vicende che i ferraresi Riccardo Merlante e Paola Migliari ci raccontano in questo libro, è di fatto l'impianto, più delle trame, a catturarci in un primissimo momento, quando apriamo, curiosi, l'elegante volume intitolato A libri aperti. I due autori aggiungono con intenzione il sottotitolo allusivo di Divagazioni a due voci su libro e lettura, dissolvendo dubbi e reticenze, così che l'assetto singolare di cui hanno dotato il libro ci appare innovativo e affascinante, per quelle "geometrie" che il lettore di solito rincorre per dare al suo tempo di attenzione la giusta misura, la giusta scansione adatta ad assorbire compiutamente stile, trama e messaggio, quando vi si trova. Qui il messaggio è limpido: una riflessione sul significato della lettura e sulla preziosità dei libri stimolata da storie in cui Merlante palesano il loro debito di riconoscenza verso Jorge Luis Borges, Emily Dickinson, Emil Cioran, Hermann Hesse e Miguel de Cervantes Saavedra, evocati nei racconti e sapientemente distribuiti in vista di un'altra e più profonda ammissione: i libri e il piacere della lettura aprono la mente e predispongono ad avventure intellettuali che spesso diventano per noi esistenziali. Nessuna enfasi, nessun compiacimento, si trovano in queste pagine dense di fatti e di idee; solo amore per i libri e per le storie che i libri racchiudono, insieme ad una lecita velleità: il tentativo, mai sgradito a chi legge con attenzione, di stimolare riflessioni a metà strada fra il gusto della narrazione e quello di poter teorizzare su una delle nostre funzioni intellettuali più straordinarie, che si attiva quando apriamo un libro. Ben consapevoli di quanto l'impatto visivo sia importante per il lettore, e quanto peso assuma nella capacità di fissare le idee, Merlante e Migliari ingemmano le loro pagine e solleticano le nostre percezioni estetiche, inserendo trentuno immagini ricavate da opere pittoriche con soggetti aderenti ai testi, in alcuni casi utilizzandole come "logo" o "segnalibro" per la sezione cui i racconti afferiscono.
Un'opera degna di considerazione per la solida ossatura dei contenuti, dove la scelta dell'impianto costituisce la stessa essenza del libro. Vi si colgono, opportunamente celate con proverbiale discrezione, le passioni intramontabili di una generazione di cinquantenni (o giù di lì) che, esattamente come le precedenti generazioni, al libro hanno riservato un sano e costruttivo interesse, magari affrontando in gioventù le letture in maniera disordinata o seguendo le mode. Non nascerà proprio da questo, alle volte, il bisogno di teorizzare "sul libro e la lettura"?
Un'ultima e doverosa considerazione. Pare di indovinare nelle maglie di certe storie, anche queste velate, le fisionomie note dei nostri coetanei amanti da sempre delle buone letture. L'entusiasta Topocartografo protagonista del racconto alle pagine 91-93, non incarna forse la predilezione mai dimessa per la cartografia bellica di un noto docente ferrarese, che la legge sulla privacy ci vieta di nominare? Se così non è, allora si è solo contagiati dalle "divagazioni" da cui trae ispirazione questo libro.
R. MERLANTE - P. MIGLIARI, A libri aperti. Divagazioni a due voci su libro e lettura, Ferrara, TLA Editrice, 2007.