Comune di Ferrara

mercoledì, 14 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > La segnalazione: Ferrara di Marcello Toffanello

La segnalazione: Ferrara di Marcello Toffanello

26-09-2008 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

Dovendo segnalare qui un'agile guida di Ferrara con testo di Marcello Toffanello e validissimo corredo fotografico, lo faremo in modo trasversale, non potendo ignorare il lutto della città per la recente scomparsa di Florestano Vancini. Anche Florestano Vancini realizzò anni fa un poetico documentario su Ferrara, presentato al Ridotto del Teatro Comunale in una sera d'autunno. Riprendeva storie e immagini a cui siamo affezionati, icone già interiorizzate, come la nebbia che cala all'improvviso sul vasto tratto erboso posto fra la Mura degli Angeli e il Po, o la luce radente di un riflettore "sparata" con intenzione su un affresco del Cossa, a Schifanoia.
Marcello Toffanello compie un'operazione analoga. Pone la sua lente sull'immaginario estense ma senza ignorare il mutamento del paesaggio urbano - ben percettibile per chi vive a Ferrara - per effetto di nuove concezioni tese al recupero di spazi storici e della memoria. Toffanello inserisce, là dove necessita, quei lirici richiami a noi così graditi, attingendoli non solo dal repertorio classico degli stracitati incipit dannunziani (O deserta bellezza di Ferrara…) o carducciani (Ferrara, su le strade che Ercole primo lanciava ad incontrar le Muse pellegrine arrivanti…), ma tenendo opportunamente conto del grande sentire di un contemporaneo come Roberto Pazzi (… la mia Ferrara, con distese di neve e di nebbia senza fine…), e affiancandovi un'immagine fotografica del Castello Estense avvolto nella nebbia che ispirò Florestano Vancini durante la lavorazione de La lunga notte del Quarantatre.
Diremo allora di un documento che non gode di attualità. I fatti recenti lo esigono. Ho in mente una recensione di Guido Fink, pubblicata nel dicembre 1960 su «Ferrara Viva». Fink partiva da una fiera constatazione: quello stesso anno segnava per il cinema italiano un "eccezionale risveglio", e pur menzionando gli insuccessi di alcune pellicole cinematografiche, metteva insieme, unendole tra loro come in una sorta di trittico, tre pellicole d'eccellenza: La dolce vita di Federico Fellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti e Avventura di Michelangelo Antonioni. Da questi riscontri il venticinquenne Fink traeva spunto per spingersi in un'affermazione vagamente campanilistica: parlando del successo riscosso in quello stesso anno dall'allora esordiente Vancini con La lunga notte del Quarantatre, sottolineava come il film fosse il più ferrarese mai visto; più ferrarese dei film ferraresi di Visconti o di Antonioni. In effetti le inquadrature di Florestano Vancini, le nebbie che lambivano a piccoli banchi i corpi degli undici civili falcidiati dalla rappresaglia fascista, gli scorci sui tetti di Ferrara e la conclusiva, luminosa dipintura di Piazza Savonarola - dove a distanza di diciassette anni dall'eccidio di Castello Estense il protagonista, di ritorno dalla Svizzera, sosta insieme alla moglie e al figlio -, fornirono "extra-Mura" un'idea più consona della nostra città. Un'idea più vera, più pertinente, dove passato e presente hanno in sorte di riportare lo spettatore alle proprie radici, tra languori intimamente avvertiti davanti alla finestra in un pomeriggio di nebbia. Come l'infelice farmacista Pino Barilari, magistralmente interpretato da Enrico Maria Salerno nel film di Vancini.
Nel dare alle stampe la recente guida di Ferrara, Marcello Toffanello non sembra ignorare questi elementi. Lo si avverte nei puntuali accostamenti letterari, estetici e figurativi presenti nel testo, nella scelta mirata delle immagini e perfino nell'assetto tipografico delle esaurienti didascalie cosiddette "a scasso", rientranti a margine sinistro della pagina.


M. TOFFANELLO, Ferrara, Milano, Skira (Guide SkiraMiniARTbooks), 2008