Ho letto il testo con cui la famiglia Aldrovandi invita a partecipare alla manifestazione di sabato 23, a un anno dalla tragica morte di Federico. È un appello pacato, sereno (per come lo può essere chi ha perso un figlio in circostanze ancora non chiarite), fermo nella richiesta di "giustizia e verità" e molto civile nella condanna preventiva di ogni eccesso, anche verbale, durante la manifestazione. Lo apprezzo e lo condivido. Credo che tutti coloro che sono stati colpiti da quel fatto doloroso debbano farlo proprio e adottare, durante manifestazione, lo stesso atteggiamento dei genitori di Federico. È un passaggio delicato per la nostra città: dobbiamo dimostrare che si può perseguire verità e giustizia nel rispetto delle istituzioni, dei compiti e dei doveri di ciascuno. Solidarizzare e sostenere la famiglia Aldrovandi, senza mettere una parte di città contro l'altra. Sabato può essere un momento di riconciliazione fra quanti hanno espresso opinioni anche molto diverse in questi mesi, o un momento di ulteriore divisione. Dipende da come andrà la manifestazione. Ma dipende anche da noi: se molti ferraresi (come spero) parteciperanno al corteo, il suo carattere di monito pacifico a che non accadano più episodi come quello di Via Ippodromo, sarà enormemente rafforzato.