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Polveri sottili

20-11-2006 / Punti di vista



La Signora Patrizia Rossi mi chiede di prendere una decisone "forte" e chiudere la città alle auto almeno un giorno al mese. Io sono d'accordo con lei. E credo che da febbraio (passate le feste) potremmo iniziare (ma dovrei dire ricominciare) a chiudere almeno una domenica al mese, incentivare l'uso della bicicletta, fare del centro una grande area pedonale come in quelle giornate ecologiche che organizzavamo anni fa. E' un impegno che prendo volentieri. Ma questa iniziativa, se dobbiamo valutarla per gli effetti che avrà sulla qualità dell'aria, non sarà affatto "forte". Anzi sarà piuttosto debole, per non dire debolissima. La signora Rossi ha, senza volere, toccato la contraddizione in cui siamo prigionieri, come amministratori, da qualche anno. Provo a riassumerla. Le polveri sottili (e sottilissime) sono molto concentrate sulla valle padana per tutta la durata dell'autunno e dell'inverno. L'Unione Europea obbliga i sindaci a prendere i provvedimenti di loro competenza. Ma, per quanto possiamo decidere (tra le polemiche) blocchi più o meno rigidi della circolazione, la concentrazione di polveri non cala che di poco. Troppo poco per giustificare i disagi inflitti ai cittadini. La ragione di ciò non è difficile da capire: la valle padana è insieme, molto popolata, molto industrializzata, trafficatissima e priva di venti costanti. Nel nostro stesso territorio comunale è collocata un'autostrada in cui transitano centinaia di migliaia di camion provenienti dall'Est europeo e auto in numero ancora maggiore. Per quanto noi possiamo chiudere per un giorno la città (e ridurre l'utilizzo degli impianti di riscaldamento), è evidente che l'autostrada continuerà a sfornare tonnellate di polveri e le nostre centraline scenderanno di poco.
Per avere miglioramenti permanenti bisognerebbe prendere provvedimenti urbani molto più drastici dei giovedì o delle domeniche senza auto. E introdurre delle limitazioni nella percorrenza dell'autostrada (come stanno iniziando a fare in Austria). Ma non sono provvedimenti di portata comunale. Per essere efficaci dovrebbero scaturire da un accordo almeno tra le Regioni Emilia, Lombardia, Piemonte e Veneto. E, per ora, nessuno ci sta lavorando. Fino a quel momento siamo obbligati alle cure "omeopatiche": piccolissime dosi di farmaco, nella speranza che l'organismo torni a produrre da sé nuovi anticorpi.
Un giornale (domenica) ci ha accusato di scarsa capacità di programmazione sulla questione delle polveri. Sostenendo che se uno si affida alla meteorologia, vuol dire che non sa programmare. Evito di rispondere che questa affermazione farebbe inorridire milioni di contadini e di pescatori e di marinai che sono abituati (da secoli) a programmare il loro lavoro tenendo conto della meteorologia e non ignorandola. E resto al punto, facendo una proposta.
Non c'è bisogno di meteorologi (o grandi strateghi) per sapere che da gennaio a marzo 2007 la nostra città violerà i limiti previsti dall'UE per le micropolveri: in concentrazioni quotidiane e in numero di giorni di sforamento. È già successo negli ultimi 4 anni, succederà ancora: perché le condizioni climatiche medie di quel periodo non consentono il ricambio atmosferico. Quindi che facciamo? Cosa programmiamo adesso per allora? Io sono disponibile a prendere (in attesa che le Regioni legiferino) anche provvedimenti solo comunali, purché producano risultati. Per produrre risultati debbono essere provvedimenti drastici. Per essere drastici devono avere un largo consenso (di pubblico e di critica). Perché allora il giornale non lancia una campagna di sensibilizzazione e di verifica del consenso all'iniziativa? Il tema delle polveri e della salute merita un referendum più di quello del famoso "listone", direi.
C'è bisogno di qualche proposta precisa? Due mesi di targhe alterne tutti i giorni feriali; oppure chiusura totale il giovedì e il venerdì da gennaio a marzo. Ma si accettano anche altri suggerimenti, purché efficaci. Se passa una di queste proposte adegueremo i parcheggi e i bus. Altrimenti sono le solite chiacchiere a vuoto. Nessuno, se può muoversi con la propria auto, prende il bus, nemmeno se è gratuito.
Ovviamente, si tranquillizzino i cittadini: se dovesse piovere molto a gennaio, ci prenderemo le critiche di non saper programmare, ma non assumeremo provvedimenti drastici.