Ferrara e il Piano Territoriale Regionale
14-07-2007 / Punti di vista
di Gaetano Sateriale
La Regione Emilia Romagna ha avviato il percorso di consultazione per definire e approvare il nuovo Piano Territoriale Regionale (Ptr). I documenti in discussione sono ricchi di analisi e di indirizzi programmatici condivisibili. Ma vi sono anche considerazioni generiche e discutibili che spero vengano corrette. Soprattutto: leggendo i testi, mi sono chiesto come potesse rientrare nella strategia regionale il territorio ferrarese. E non sono riuscito a trovare una risposta soddisfacente.
In ordine. Che la nostra regione sia uno dei luoghi in Europa in cui si combinano alti livelli di crescita economica, alti livelli di servizi per i cittadini, alti livelli di governo del territorio è senz'altro vero. Che la forza della regione stia nella compresenza di territori ricchi e diversamente specializzati è altrettanto vero. Che le città e i territori non pesino tutti nello stesso modo e che vi sia un ruolo tutto particolare di Bologna è una verità già più banale (che nessuno mette in discussione da almeno un centinaio d'anni). Però Bologna non è per l'Emilia ciò che Roma è per il Lazio: non è il motore su cui accentrare tutte le risorse perché capace di trainare lo sviluppo di tutti. Non lo è mai stata. Allora? Allora qui si comincia a non capire dove vuole andare il Ptr (e quello che si capisce non è accettabile, almeno per il territorio ferrarese).
Si dice: bisogna passare dalla rete di città alla Regione come sistema. E io sono pienamente d'accordo: se sistema vuol dire che ognuno mette il meglio che ha a disposizione di tutti. Ma gli esempi proposti riguardano unicamente il sistema degli aeroporti (immagino: Rimini, Forlì, Parma e Bologna) e quello delle fiere (ancora Rimini e Bologna, forse Parma). L'obbiettivo è molto ambizioso (non vi sono esempi in Europa di un sistema aeroportuale o fieristico distribuito su un percorso di più di 100 km), ma in linea teorica condivisibile. E gli altri? Gli altri territori e gli altri elementi del sistema?
Su questo punto il Ptr contiene solo considerazioni sulla economia della conoscenza, la governance, ecc. Al contrario, se vogliamo fare sistema bisogna che individuiamo (regionalmente) eccellenze da mettere in rete, ammesso che ci siano. Se non ci sono, stiamo facendo un po' di chiacchiere a vuoto.
Vengo al caso del nostro territorio ferrarese. Siamo molto vicini a Bologna. Qual è l'indicazione strategica della Regione, che facciamo parte anche noi della grande area metropolitana bolognese? Spero non sia questa l'idea, perché non sta in piedi. Bologna è un capoluogo regionale importante ma non è la città cui fanno riferimento tutti i 300.000 cittadini ferraresi: né per il loro lavoro, né per i loro bisogni di cura, né per i servizi e neppure per il loro tempo libero e le loro vacanze. Nemmeno per la loro istruzione universitaria. Non è mai stato così negli ultimi 500 anni: difficile immaginare che tutto cambi in virtù di una legge regionale.
Credo che non sia così neppure per Ravenna, per Forlì e per Modena. Persino il rapporto tra Imola e Bologna è di attrazione "dialettica" (potremmo dire), gelosa la prima delle proprie autonomie e specificità. Figuriamoci per quelle città che sono state a lungo capitali di stati autonomi.
In sintesi: la forza della nostra regione è favorire le specializzazioni territoriali e fare sistema delle reti di servizio, non fare gerarchie fra i territori.
Il territorio ferrarese ha delle specificità da difendere e delle eccellenze da rivendicare? Mi sarebbe piaciuto trovarle dentro il Piano territoriale regionale. Siccome non ci sono, avanzo (con prudenza) qualche autocandidatura.
Certamente il doppio riconoscimento Unesco (che il Ptr, incredibilmente, dimentica) si basa sull'idea di alcune particolarità: il delta del fiume, le zone umide tra la terra e la costa (il Parco Regionale del Delta), le città e le evidenze storiche (dagli etruschi agli estensi), architettoniche, artistiche. Una città che ha mantenuto pressoché intatto il suo impianto rinascimentale. Non solo: su queste specificità sono state negli anni costruite vocazioni. Il turismo d'arte e di cultura (supportato dall'innovazione, dalla ricerca e dalla conoscenza), che non ha riscontri, nel resto del territorio regionale in quanto a varietà, continuità, risultati numerici ed economici.
La Regione riconosce questa eccellenza? La considera un fattore da mettere a sistema? A parole sì: tutte le volte che un Assessore viene a Ferrara si complimenta per il successo di queste scelte. Nel Ptr non ve n'è traccia. Peccato.