La salute prima di tutto
16-06-2007 / Punti di vista
di Gaetano Sateriale
Parlare di salute delle persone è un fatto importante e delicato. Non dovrebbe essere mescolato alla propaganda. Non dovrebbe essere materia di manifesti che inducono chi li vede a fare gli scongiuri. Il tema della salute di una comunità merita un approfondimento scientifico serio e un messaggio onesto. Informazione, educazione, politiche di prevenzione.
Nel prossimo Consiglio Comunale del 20 giugno, assieme alle autorità sanitarie locali e regionali, faremo il punto sullo stato di salute dei ferraresi e cercheremo di capire se e dove corriamo maggiori rischi che in altre città della regione. E cosa è possibile fare per ridurli.
In attesa del Consiglio, sentiti coloro che si occupano di epidemiologia e di registro tumori a Ferrara, è opportuno anticipare alcune avvertenze.
La prima. Le malattie derivano da fattori diversi: eredità genetiche (si eredita una predisposizione), dalle abitudini delle persone (si mangia male, si beve, si fuma, non si cammina, ecc.), dalle condizioni dell'ambiente in cui si vive (in senso lato: virus e batteri compresi). Molto spesso, le malattie derivano dalla combinazione fra loro di tutti questi fattori. Gli studiosi dicono che è sempre molto difficile attribuire una causa sola ad una malattia.
Facciamo un esempio. Se uno ha una bronchite cronica può anche pensare che sia l'inquinamento atmosferico o il clima ferrarese (che pure incidono) a procurargliela. Ma se la stessa persona è un fumatore cronico, non troverà nessun medico disposto a discettare di micropolveri. Tutti gli diranno: "intanto smetti di fumare, poi vediamo".
Seconda considerazione. Siamo una città molto anziana e in cui gli anziani sono (per fortuna) mediamente più longevi. Questo è il risultato di una migliore salute media. Ma l'invecchiamento espone ad una maggiore incidenza delle malattie degenerative legate all'età avanzata (compreso i tumori). Indagare le cause di queste malattie significa guardare a quel che è successo negli ultimi 15 o 20 anni di vita. Studiare le condizioni di allora, non quelle dell'anno scorso.
Terza ed ultima. Più alta è l'adesione ad un programma di screening preventivo, più malattie vengono individuate precocemente, con maggiore possibilità di guarigione. Detto in altre parole: se si fa uno screening di massa sul diabete, si registrerà probabilmente, soprattutto nei primi anni, una maggiore presenza di casi, diagnosticati prima che insorgano i sintomi. Questa anticipazione diagnostica produrrà probabilmente una maggiore efficacia delle cure e una minore mortalità. È esattamente quel che accade in Emilia Romagna (e anche a Ferrara) per quanto riguarda i tumori al colon retto e alla mammella. Le città che non fanno screening o non hanno il registro tumori (la maggioranza delle città italiane) registrano una minore incidenza della malattia ma una maggiore mortalità.
In conclusione (provvisoria, prima del Consiglio Straordinario del 20), si può dire che per quanto siano complesse le cause è giusto e possibile intervenire su tutte. Non si può essere fatalisti. Intervenire dal versante genetico (con un'opportuna sorveglianza delle persone a rischio), intervenire per cambiare abitudini e stili di vita (fumo, alimentazione, attività motoria, ecc.), intervenire per migliorare le condizioni ambientali (di Ferrara, dell'Emilia, della Valle Padana).
Ma lanciare allarmismi emotivi, basati sulla presunta emergenza tumori è sbagliato e controproducente. Perché non induce le persone a capire cosa si può fare davvero per limitare i rischi.