Lettera aperta a Diego Marani
15-09-2007 / Punti di vista
di Gaetano Sateriale
Caro Diego, ho letto il tuo pezzo sul Sole di qualche tempo fa, la nota di protesta che hai mandato a Le Monde in difesa di Ferrara e le lettere al Carlino. Volevo ringraziartene. Ogni tanto c'è bisogno di qualche parola di conforto. E quelle che giungono da lontano e disinteressate, sono certamente le più apprezzabili.
Anche a me piacerebbe vivere in una città normale, dove il campionato lo si giudica alla fine e non si fa polemica distruttiva alla vigilia della partita, per poi compiacersi che ci sono pochi spettatori in tribuna. Ma tant'è: mi sono cuccato un mese di critiche per una cosa che non ho fatto e non farò (riaprire il museo dei disegni di Antonioni) e mi appresto a digerire un mese di polemiche su qualcosa che ho fatto e rifarei (la produzione dell'Odissea di Ronconi). In attesa di quello che accadrà con i prossimi eventi.
Pensa Diego, in una città di medie dimensioni come Ferrara (in Europa una piccola città), nei prossimi mesi saranno ospitati 3 festival nuovi di zecca (quello di Internazionale, quello di Amadeus sulla musica e quello sull'Urbanistica e l'Architettura) voluti e sostenuti dal Comune; si apriranno 3 mostre di importanza più che nazionale (la Pittura ferrarese nel 400, poi Mirò ai Diamanti, la Pittura ferrarese del 500 con Ermitage in Castello); si inaugurerà il magnifico restauro della Chiesa di San Cristoforo (come nessun ferrarese l'ha mai vista negli ultimi 100 anni) fatto assieme alla Fondazione Carife; alla presenza del Presidente della Repubblica si darà vita alla Fondazione Ermitage Italia (quella firmata davanti a Putin). Tutto questo in aggiunta alla stagione "normale" di teatro, musica, danza e lirica (che si concluderà nell'autunno del 2008 con il Fidelio diretto da Abbado). Per non dire delle iniziative culturali dell'Università e delle tante Associazioni locali che per fortuna ci sono e lavorano sodo. Ferrara in queste settimane è presente su tutte le più importanti riviste di turismo e viaggi. Domenica scorsa eravamo citati due volte sulle pagine culturali del Corriere e due volte su quelle del Sole.
E qui qualcuno sostiene che non c'è una politica culturale! Certe volte mi par di sognare
Sono sicuro che anche a Bruxelles sia raro avere anni così ricchi e straordinari.
L'altro ieri Ronconi mi suggeriva: forse, per lenire le polemiche, dovresti pensare di fare qualcosa anche per il teatro contemporaneo e le compagnie teatrali locali. E io gli ho risposto che abbiamo costruito un teatro nuovo (il Julio Cortazar di Ponte) e l'abbiamo affidato alla compagnia del Teatro Nucleo proprio per questo. E che il Teatro Estense è aperto gratuitamente (il mercoledì e il venerdì) a chiunque voglia rappresentarvi o suonarvi qualcosa. E che la compagnia teatrale del Liceo Ariosto sta lavorando da un anno attorno al tema di Ulisse e ha già fatto una rappresentazione a teatro comunale pieno e ne farà un'altra nuova a primavera. E che stiamo ristrutturando un'area (l'ex centro sociale Dazdramir) per farne uno spazio aperto alla creatività giovanile.
Mi ha ascoltato e aveva l'aria di dire: allora non capisco le polemiche. Infatti, nemmeno io le capisco. O meglio, fingo di non capire che qualcuno (dietro le critiche più o meno intellettuali) chiede l'assistenza permanente del Comune alla propria attività, rivendica per sé un ruolo di monopolio culturale in città e invoca un'autarchia ferrarese priva di senso.
Mi consolo pensando, caro Diego, che in realtà noi viviamo in una città normale: una città che vive, partecipa e si evolve. E che alla fin fine sono pochi quelli che misurano la cultura al chilo, come il filetto. E che qualcosa comunque resterà, dopo tante iniziative: nella cultura delle persone e nell'economia della città. E questa è l'unica cosa che conta.
A presto e con stima.
Ps. Siccome anche sui costi si sono dette e scritte un sacco di stupidaggini, sappi Diego che al Comune il lavoro di Ronconi costa 500.000 Euro, la metà di quanto sia costata ogni grande opera lirica fatta negli ultimi venti anni. In quella cifra sono compresi i costi dell'ospitalità della troupe (alberghi ferraresi), del lavoro di 100 persone (30 tecnici fissi e 35 stagionali, tutti ferraresi, per un mese, 30 giovani attori per 6 mesi) e i costi di rappresentazione (6 repliche di Itaca e 7 dell'Antro per un totale di 2000 spettatori). Anche misurato al chilo, non mi sembra un costo spropositato.