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Fare i conti con la realtà

03-11-2007 / Punti di vista

di Gaetano Sateriale

Fare i conti con la realtà

Il Piano territoriale dei rifiuti messo a punto dalla Provincia di Ferrara si ispira ad alcuni criteri che il Comune condivide pienamente. Il primo è che si debbano trattare solo i rifiuti prodotti dal nostro territorio (niente export, niente import); il secondo è che le discariche (poiché inquinano più di un termovalorizzatore) debbano essere chiuse e non più riaperte; il terzo è che si possa e si debba aumentare la quota di raccolta differenziata e quindi (in conseguenza) che la termovalorizzazione venga impiegata solo per ciò che non può essere trattato altrimenti.
A tutti piacerebbe vivere in un mondo che non produce rifiuti, ma occorre fare i conti con i numeri che descrivono la realtà ferrarese. Questi numeri non possono essere ignorati da nessuno che voglia dare una soluzione stabile e non demagogica al problema.
La produzione annuale di rifiuti urbani nella provincia è di 260.000 tonnellate.
La raccolta differenziata del 50% (oggi siamo al 35%) produce comunque circa 30.000 tonnellate di "scarti" che debbono essere inceneriti. Delle restanti 130.000 tonnellate da trattare, 30.000 possono essere trattate da "Recupera" di Ostellato. Alle 2 nuove linee dell'inceneritore di Hera andranno quindi 100.000 tonnellate di rifiuto raccolto "tal quale" e le 30.000 tonnellate di rifiuti derivanti dal trattamento dei differenziati. I residui della termovalorizzazione (le ceneri) saranno trattate dall'apposito impianto di Modena.
Queste le dimensioni del problema rifiuti: da questi numeri derivano i tetti posti dalla Provincia al funzionamento del nuovo impianto termovalorizzatore. Nei prossimi anni, dal 50% di differenziata si potrà salire a quote maggiori facendo calare le quantità di incenerimento necessario.

Avevamo però posto alcune condizioni all'avvio del nuovo impianto di Hera. La prima condizione è che le emissioni di sostanze inquinanti e tossiche dal camino fosse inferiore a quelle prodotte a pieno regime quando funzionavano i due impianti Agea (via Conchetta e Canal Bianco).
La seconda è che le sostanze che ricadono sul territorio vicino al forno (in particolare Porotto, Cassana) non fossero superiori a quelle che cadevano negli anni scorsi.
La prima delle condizioni (un impianto più grande produce meno emissioni nocive) risulta essere soddisfatta dalle caratteristiche tecniche degli impianti. La seconda, invece, non è comprovata dagli studi e dalle simulazioni fin qui operate dall'azienda, come ha potuto rilevare la Usl.
Ecco perché l' autorizzazione concessa nei giorni scorsi dalla Provincia non contempla il pieno funzionamento delle due linee nuove del forno.

Avevamo, inoltre, condiviso l'idea con il Rab e con la Circoscrizione che nel momento in cui il forno fosse in funzione a pieno regime dovessero essere stati approntati (in una logica di compensazione) un bosco e una bretella stradale di collegamento con via Modena tale da non aumentare il traffico sull'area abitata.
Il bosco è già stato piantato. Il cantiere per la bretella si aprirà a gennaio.
Come sostenuto più volte, riteniamo che l'impianto non possa andare in funzione a pieno regime (130.000 tonnellate) finché non vengano rispettate tutte le clausole sottoscritte in quell'accordo.
È pertanto ragionevole immaginare che durante il 2008, periodo in cui inizierà l'avviamento delle nuove linee e si spegnerà la vecchia, gli impianti non funzioneranno a pieno regime e, ai sensi dell'articolo 4 dell'accordo, si potrà attuare un monitoraggio continuo, sia sulle emissioni che sulle ricadute a terra delle sostanze nocive, in modo da valutare l'effettivo rispetto delle condizioni poste.