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Un uso condiviso dei beni dello Stato

29-11-2007 / Punti di vista

di Gaetano Sateriale

Nel convegno UrbanPromo che si è tenuto a Venezia la settimana scorsa, l'Agenzia Nazionale del Demanio ha presentato i più importanti Piani Unici di Valorizzazione (PUV) definiti con alcune città italiane. Anche Ferrara ha firmato un protocollo con il Viceministro Visco e la Direttrice Spitz nello scorso mese di giugno. Quel protocollo prevede che i numerosi beni di proprietà demaniale presenti nel territorio del Comune vengano utilizzati in maniera coerente con il Psc e successivamente venduti o dati in concessione a terzi. Una parte dell'incremento di valore dei beni sarà a beneficio del bilancio del Comune.
È facile capire che si tratta di una piccola rivoluzione che fa piazza pulita del processo di cartolarizzazione avviato negli anni scorsi. Per almeno 3 motivi: perché coinvolge e non esclude i Comuni dal percorso di alienazione dei beni, perché interessa le imprese private (immobiliari e costruttrici) all'interno di regole urbanistiche definite e non a prescindere da esse, perché lascia sul territorio una parte delle risorse che si generano.
Le ricadute più immediate e positive per la città di Ferrara riguardano 4 immobili storici che possono essere riutilizzati in tempi (ragionevolmente) brevi. Il doppio chiostro di San Benedetto verrà restaurato a spese dell'Agenzia Nazionale delle Entrate per poter ospitare la Scuola Superiore di Finanza. Le ex Carceri di Via Piangipane saranno conferite al Ministero dei Beni culturali per essere trasformate nel Museo Nazionale dell'Ebraismo e della Shoah, nell'ex Convento dei Teatini potrebbe trovare collocazione la nuova sede succursale del Conservatorio Girolamo Frescobaldi, la Caserma di Cisterna del Follo verrà completamente ristrutturata ad uso civile e abitativo: nel frattempo il Comune potrà utilizzare l'ampio piazzale per realizzare un nuovo parcheggio.
Mi sembra siano esempi di un buon modo di rapportarsi tra amministrazioni centrali e Enti Locali. Finalmente.