Anche Ferrara nella "rete delle città strategiche"
17-06-2006 / Punti di vista
di Rita Tagliati
Dal 16 giugno 2006, Ferrara fa parte della "rete delle città strategiche" (ReCS), cioè dell'associazione italiane fra le amministrazioni che si dotano di un piano strategico.
Il comitato direttivo della ReCS ha accolto la candidatura del nostro Comune, supportata dagli atti di giunta finora assunti nella direzione di avviare le attività relative.
Un piano strategico è uno strumento pianificatorio di medio-lungo periodo, proposto e adottato per delineare percorsi di sviluppo dei territori, validi anche oltre il termine di mandato degli amministratori proponenti. Rispetto al normale modo di amministrare, a far la differenza è il coinvolgimento degli gli attori e delle politiche del territorio, per definire una visione condivisa dello sviluppo futuro.
Il Sindaco di Ferrara, nella premessa al suo programma di mandato, dichiara esplicitamente che alla base dei progetti c'è una visione del futuro di Ferrara come città europea, che fa della qualità delle relazioni, del vivere del produrre e del pensare il suo tratto principale; come città capace, più che nel passato, di stare all'interno di reti nel territorio provinciale e regionale, o nella relazione con altre città che vogliono condividere obiettivi di cultura, crescita, innovazione.
La realizzazione di alcuni di questi interventi non dipende esclusivamente dalle scelte dell'Amministrazione, ma anche dall'intervento e dalla volontà di altri partner, che sono di volta in volta specificati nelle schede illustrative. In qualche caso si tratta di progetti a lunga scadenza, i cui risultati sono destinati ad incidere sulla vita della città ben oltre il mandato di questa Giunta: il nuovo Piano strutturale, la dimensione di città universitaria, il Museo della Shoah, la riorganizzazione dei servizi alla persona rappresentano obiettivi o traguardi di rilievo strategico, con un impatto sulla vita dei ferraresi, ma anche, verosimilmente, destinati a riposizionare il capoluogo all'interno del territorio e in un'area vasta di comuni emiliano romagnoli e non
Credo che per questo sia opportuno, come altre città italiane ed europee hanno fatto, costruire un piano strategico per Ferrara, che metta a sistema le scelte forti che stiamo attuando, e le ponga in
relazione con l'ambito e le reti in cui siamo inseriti o che vogliamo costruire.
Non si tratta di un'azione di ingegneria organizzativa o di un nuovo progetto che si aggiunge o si sovrappone a quelli in essere: il piano strategico richiede un coinvolgimento ampio di soggetti, di forze sociali ed economiche, di cittadini. Richiede che le esperienze di concertazione e di partecipazione che abbiamo realizzato nella passata legislatura o che sono in corso vengano messe a sistema, per radicare a Ferrara un maggior grado di coesione sociale, requisito indispensabile per il suo sviluppo.
La competenza del piano strategico è stata affidata al vicesindaco.
Sono già operativi l'unità di progetto e il comitato scientifico, che stanno elaborando le linee di attività. Molte azioni hanno già avuto avvio: i progetti partecipati di quartiere, l'urban center, il piano strutturale dell'urbanistica, il programma d'area del centro storico, la reindustrializzazione dell'ex-polo chimico, il coinvolgimento di attori esterni sugli approfondimenti legati alle energie rinnovabili, le sinergie con altri comuni per le attività culturali, la gestione dei trasporti pubblici, il piano della mobilità urbana. Il Comune si sta muovendo in sintonia con la Provincia -che sta elaborando un piano strategico di area vasta per le infrastrutture- e con la Regione, che sta impostando il nuovo piano territoriale regionale.
Entro l'autunno, il Sindaco annuncerà al Consiglio comunale ed alla città la proposta di piano strategico, dando vita al tavolo di confronto e condivisione.