Al grattacielo, mediazione e repressione: azioni da coordinare per la sicurezza
29-06-2007 / Punti di vista
di Raffaele Atti
Pur comprendendo le esigenze di semplificazione dei messaggi a cui deve ricorrere la stampa vorrei precisare che nel corso della inaugurazione degli uffici comunali al grattacielo non ho né sottaciuto né minimizzato la presenza di gravi fenomeni di illegalità al grattacielo e la necessità di farvi fronte con una efficace repressione da parte delle forze dell'ordine, che su questo sono impegnate, come dimostra la loro qualificata presenza alla iniziativa di ieri.
Al grattacielo i problemi non sono solo quelli derivanti dalla presenza di fenomeni di illegalità, si pongono anche problemi di convivenza tra tradizioni, storie, culture, modalità di vita diverse. Su queste l'azione di mediazione può svolgere un ruolo efficace soprattutto nell'accompagnare verso la cittadinanza attiva, che vuole dire consapevolezza di diritti e doveri e riconoscimento delle regole basilari di convivenza di una comunità, per impedire che forme di emarginazione siano il brodo di cultura di una espansione delle attività illegali. Questi problemi sono rilevanti in un contesto che si configura come un "quartiere in verticale" che concentra centinaia di persone di trentuno diverse etnie.
Dunque repressione e mediazione non sono termini alternativi ma azioni distinte da condurre in modo coordinato e nel rispetto di diverse competenze entro una politica integrata per la sicurezza.
Il presidio comunale ha questo scopo, così è stato giudicato utile nel confronto tra noi e le forze dell'ordine, e serve ovviamente anche per essere presenti e vicini ai cittadini del grattacielo e a costruire con loro le azioni necessarie a contrastare il degrado.
L'assessore alla Sicurezza pubblica
Raffaele Atti