La Storia è accessibile a tutti
26-06-2008 / Punti di vista
di Enrico Spinelli
Il professore Pepe addebita all'Ariostea di aver perso il carattere di biblioteca di conservazione e di ricerca, assolvendo ormai solamente il compito di public library, "dove si va a leggere il giornale e si prendono in prestito i più recenti romanzi".
Il restauro e la restituzione alla città dell'antica Sala di lettura (Sala Riminaldi), la valorizzazione del suo patrimonio antico attraverso mostre bibliografiche e documentarie in Sala Ariosto, molte delle quali condotte in collaborazione con l'Università, a ciclo continuo, dimostrano esattamente il contrario. La catalogazione di fondi Novecenteschi (Caretti, Quilici), quella dei manoscritti medievali e umanistici per il progetto Manus (oltre 400 codici consultabili in tutto il mondo in una banca dati nazionale specifica per i manoscritti), confutano con dati oggettivi l'affermazione del professore. L'Ariostea è biblioteca di conservazione e ricerca, missione che coltiva accanto a quella insopprimibile per la città di biblioteca pubblica, ove trovano accoglienza anche i bambini, i giovani, gli anziani, gli studenti dell'Università, cittadini che hanno gli stessi diritti del professore. Questa è la Biblioteca della città, per antonomasia; è la Biblioteca di tutti, antica e moderna al tempo stesso.
Il regolamento del prestito dell'Ariostea è "il più restrittivo della Regione E.-R." (ipse dixit). L'affermazione non ha fondamento; l'Ariostea presta a ogni richiedente fino a otto libri contemporaneamente, senza porre limiti alla nazionalità e alla residenza (praticamente per tutto il mondo), rinnova il prestito per un mese con semplice richiesta telefonica; ha un intenso scambio di prestito interbibliotecario con l'Italia e con l'estero.
Gli studiosi che vengono in Biblioteca o che con essa corrispondono dall'Italia e dall'estero, per la consultazione di manoscritti e rari - nonostante le difficoltà organizzative in cui l'Ariostea si dibatte come tante altre biblioteche italiane - mi rivolgono parole di apprezzamento e di ringraziamento per l'attività della Sezione Antica.
Passo all'Archivio Storico Comunale: il professore ammette che "non conosce il fondamento giuridico della richiesta di trasferimento al Comune di Ferrara" della documentazione antica depositata presso l'Archivio di Stato. Dal dichiarato difetto di questa conoscenza derivano argomentazioni archivisticamente inconsistenti, orientate esclusivamente a salvaguardare il particulare interesse di "fare fotocopie, di agibilità generale, di orario", temendo egli "una drastica riduzione della possibilità di accesso" alle fonti storiche. Il difetto di conoscenza si estende al Fondo gesuitico, ma è datato al 2004 l'Inventario, disponibile per gli studiosi, almeno per quelli che effettivamente frequentano l'Archivio Storico di via Giuoco del pallone. La Storia è accessibile a tutti.
In sintesi: Biblioteche e archivi non devono tutelare interessi particolari o eventuali arcaici privilegi di qualche accademico; devono essere aperti in maniera proporzionata all'effettiva richiesta del pubblico. Ariostea e Archivio Storico rispettano gli standard emanati dalla Regione E.-R.; rendono pubblici e trasparenti i dati di servizio (frequenza, prestiti, attività culturali etc.), dando modo di valutare oggettivamente costi e benefici del servizio pubblico.
Ariostea e Archivio Storico cercano di operare al meglio; di questi tempi la situazione non è facile per tutte le istituzioni culturali; quantità e qualità dei servizi sono sempre migliorabili e il progetto del "Polo delle carte" muove proprio in questa direzione.
Enrico Spinelli
Dirigente del Servizio Biblioteche e Archivio Storico Comune di Ferrara