Comune di Ferrara

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Dipendenti comunali e rispetto delle regole

03-09-2008 / Punti di vista

di Rita Tagliati

Sono il vicesindaco, appartengo al partito democratico, è inutile che richiami i programmi del partito (nazionale) e del sindaco di Ferrara per questo mandato, relativamente all'efficienza dell'Amministrazione e alle responsabilità di ciascun ruolo che concorre a rendere servizi buoni ai cittadini: è questo lo scopo principale del Comune.
Come amministratore, giudico che il nostro direttore generale stia svolgendo precisamente il suo dovere, come dovrebbero fare tutti i dirigenti e tutti i dipendenti.
Sottolineo, perché mi pare sia passato in secondo piano nel dibattito di questi giorni, che la legge chiede ai dirigenti di rispondere anche in termini di efficienza contabile e di qualità della spesa. I costi del personale devono, per esempio, essere commisurati alle reali necessità, alla presenza, al rendimento.
Ma intervengo sull'ormai famosa circolare, ancora meravigliata di tanto scalpore, con il mio punto di vista di dipendente pubblico (in questo periodo, in aspettativa).
Quando sono stata assunta dalla Regione, ho firmato un contratto e ho preso atto dei regolamenti interni. So bene quali siano i miei diritti e i miei doveri. So vedere fra i miei colleghi i "furbi", i "profittatori", gli "imbucati", coloro che cercano di piegare le norme a proprio vantaggio, che mettono in discussione ogni ordine di servizio, che dedicano la prevalenza delle ore di lavoro ad occuparsi dei propri diritti, ritenendosi intoccabili e inamovibili. Ma, come li vedo io, li vedono anche i dirigenti responsabili, che li sanno valutare obiettivamente con gli strumenti a loro disposizione, che non esitano a richiamarli a comportamenti consoni o, nei casi estremi, avviano procedimenti disciplinari.
L'atteggiamento coerente del datore di lavoro, attraverso il ruolo dei dirigenti, è la garanzia di equità per tutti.
Chi si comporta bene e svolge il suo dovere si sente rassicurato e confortato dalle azioni di richiamo collettivo, quando la corda si allenta e l'immagine generale è di un certo lassismo. Lo stipendio non è un sussidio e non piace agli onesti l'idea di un trattamento economico indipendente dai meriti, nemmeno in un ente pubblico che dà -più dei privati- il valore aggiunto della sicurezza del posto.
Ecco perché mi stupisco dell'alzata di scudi da parte di nostri collaboratori che non hanno niente da temere dalla "stretta di vite", anzi che dovrebbero -secondo me- dire: finalmente!
Non è la circolare del Direttore ad alimentare il disgusto nell'opinione pubblica. Responsabile del generale concetto negativo sui dipendenti pubblici è il comportamento di chi non compie il suo dovere, sia dirigente, sia impiegato, sia commesso. E quando nel cosiddetto "andazzo" sembrano prevalere gli atteggiamenti irresponsabili, è giusto ricordare le norme e istituire controlli più severi.
Noto, infine, il rischio di una chiusura corporativa, che perde di vista il contesto sociale collettivo. Il dipendente comunale, offeso dalla circolare interna, pretende però rigore ed efficienza dal personale della usl o dell'ospedale o dell'agenzia entrate, quando si trasforma in cittadino che chiede servizi per sé…..

Rita Tagliati
Vicesindaco del Comune di Ferrara