Non scadiamo nei luoghi comuni, ma cerchiamo un punto di incontro
04-11-2008 / Punti di vista
di Oligert Osmani*
Sulla base delle lettere pubblicate recentemente dal giornale "la Nuova Ferrara" circa la questione immigrati-razzismo, vorremmo cogliere l'occasione per far chiarezza dando il nostro apporto, magari contribuendo a placare toni (come quelli della signora Droghetti) che in alcune affermazioni si sono rivelati fuori luogo e offensivi.
Il ruolo che ci compete, quello per cui siamo stati eletti, è proprio quello di mediare queste situazioni spiacevoli di incomprensione e provare a fornire i mezzi per un dialogo più costruttivo, informato e meno superficiale.
La parola Stato significa identità e l'identità si forma e si trasforma interagendo con coloro con cui condividiamo le esperienze di vita, caratterizzandosi come processo dialogico in progress; ciò significa che qualsiasi forma di comunicazione, in questo caso il giornale, dovrebbe essere utilizzata anche come strumento di un dialogo volto al confronto e di conseguenza alla creazione di una società multiculturale che vede la presenza di molte culture diverse ma interagenti le une con le altre, unite sotto il segno della libertà e dell'uguaglianza.
Società multiculturale significa incontro e comunicazione, significa dinamismo discorsivo tra varie identità culturali, le quali non devono restare statiche ma devono essere disponibili a generare nuove politiche di vita comune, attraverso il coapprendimento delle specificità distintive.
Tutto questo per dire che sarebbe opportuno che le persone, i partiti, le associazioni, i mass media agissero con maggior responsabilità, evitando di scadere nel banale, nella disinformazione e nei luoghi comuni.
Il fenomeno dell'immigrazione può aver creato scompiglio, ma ha anche apportato numerosi vantaggi innegabili agli occhi di tutti: le badanti accompagnano 24 ore su 24 gli anziani, i bambini rendono giovane una città che a detta di tutti soffre una bassissima natalità, all'insaputa di tutti più del 5% della popolazione italiana che è di origine immigrata contribuisce in una proporzione quasi doppia alle casse dello Stato, ecc...
I pochi esempi sopra riportati sono alcune delle risposte documentate che vorremmo dare con la più assoluta disponibilità a coloro i quali conservano dentro di sé dubbi in merito, magari per fornire agli interessati i mezzi per una migliore comprensione di una realtà poco conosciuta nel profondo.
Il problema reale quindi è la poca conoscenza dell'altro, la poca voglia di mettersi a confronto e di capirsi.
Le associazioni come Cittadini del Mondo, che da anni si impegnano in questo settore con iniziative sportive, pubbliche, corsi di lingua italiana, dibattiti e manifestazioni sono assolutamente da salvaguardare poiché apportano un enorme contributo alla società, creando momenti di conoscenza e di dialogo a cui tutti dovrebbero partecipare e non esserne indifferenti; allo stesso modo è opportuno permettere la rappresentanza per sentire l'opinione di tutti nei momenti di decisione.
La parificazione (di diritti e ovviamente di doveri) degli italiani e degli immigrati, il riconoscimento e l'accettazione delle varie culture, il cercare di comprenderle, il ricercare le somiglianze piuttosto che le divergenze, il rispetto e le pari opportunità, probabilmente favorirebbero il cammino verso una società multietnica, paritaria, più civile e di conseguenza più sicura.
Non permettiamo che la rabbia e l'intolleranza, nascenti dai momenti di difficoltà che la società sta attraversando, facciano venir meno l'obiettività, il rispetto e l'educazione.
*Presidente del Consiglio delle Comunità straniere