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Decreto anticrisi e risparmio energetico

04-12-2008 / Punti di vista

di Mascia Morsucci*

Le nuove disposizioni, contenute nel cosiddetto "Decreto anticrisi" renderanno più difficile l'accesso dei cittadini alle detrazioni fiscali del 55% sulle spese sostenute per interventi a favore del risparmio energetico. Una disposizione che, sinceramente, si fatica a comprendere dal momento che la concessione degli sgravi rappresentava un'azione concreta sulla strada del perseguimento delle priorità di sviluppo sostenibile universalmente riconosciute da Kyoto in poi. Oltre, infatti, a permettere ai cittadini di risparmiare sulle spese fisse, migliorando la qualità della vita nelle proprie abitazioni, le detrazioni fiscali hanno favorito l'adozione, da parte dei privati, di iniziative di tutela ambientale legate a un minore spreco di risorse. Ad esse hanno fatto ricorso più di 200mila famiglie, mettendo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro e attirando l'attenzione di altri governi europei che stanno adottando misure simili.
Insomma una leva da potenziare per superare la crisi, poiché in grado di unire le necessità di risparmio delle famiglie allo sviluppo di un nuovo settore economico, e che già stava garantendo il rilancio del sistema delle piccole e medie imprese, qualificandolo in un mercato avanzato e in linea con gli altri Paesi europei.
E' per tutto questo che risulta maggiormente incomprensibile la decisione di indebolire, se non mortificare, lo sgravio fiscale del 55%, non solo con un disinvestimento per i prossimi anni, ma anche mettendo in crisi le famiglie che hanno compiuto gli interventi nel corso di quest'anno, contando sulla possibilità di ammortizzare l'investimento sostenuto. Queste infatti si trovano ora di fronte a un iter burocratico più complesso (è necessario inviare un'apposita istanza solo per via telematica all'Agenzia delle Entrate per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi) e dagli esiti più incerti (se, entro 30 giorni, l'Agenzia non fornirà esplicita comunicazione di accoglimento, il richiedente non potrà usufruire della detrazione). In pratica rendendo poco o per nulla economico installare impianti a energia solare o caldaie a basso consumo.
Il tutto è inoltre corredato da un'ulteriore disposizione che impedirà, dall'1 gennaio 2009 di cumulare contributi comunitari, regionali o locali con strumenti di incentivazione di ogni natura attivati dallo Stato.
Quindi lo sgravio del 55% è formalmente attivato dallo Stato, ma non è certo che i cittadini possano accedere alle agevolazioni e, nel frattempo, le Amministrazioni Locali non possono incentivare lo sviluppo delle rinnovabili tramite strumenti propri.
Non se ne comprendono veramente le ragioni. E' per questo che la Giunta ha deciso di non sospendere il proprio bando per l'erogazione di contributi comunali a sostegno dell'installazione, negli immobili residenziali, degli impianti solari termici, mentre il Consiglio ha approvato una risoluzione contro le ultime disposizioni governative. Il tutto per sottolineare come la scelta gravissima attuata a livello nazionale sia indice della posizione di totale indifferenza da parte di questo Governo sulle questioni climatiche e sulla possibilità di garantire una crescita sostenibile alla nostra società.

*Assessore all'Ambiente del Comune di Ferrara