A proposito dell'annosa questione del Teatro Verdi
19-08-2009 / Punti di vista
di Massimo Maisto e Roberto Polastri
Nota del vice sindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto e dell'assessore alle Finanze Roberto Polastri in merito all'intervista a Roberto Soffritti pubblicata dal Resto del Carlino il 17 agosto scorso.
Sull'annosa questione relativa al Teatro Verdi, occorre prima di tutto rilevare la situazione generale di estrema difficoltà per quel che riguarda gli investimenti pubblici sul versante culturale. A parte la parentesi felice del primo Governo Prodi, con Veltroni prima e Melandri poi Ministri della Cultura (come ricordato dallo stesso Soffritti), gli ultimi anni hanno visto progressivamente e drasticamente contrarsi le risorse destinate alla cultura, soprattutto nel settore teatrale e degli investimenti per il recupero degli edifici e dei monumenti del passato. Illudersi che in questo clima possa valere, come una volta, la pratica del ricorso alle conoscenze politiche e istituzionali per sponsorizzare questo o quel progetto è pertanto assolutamente illusorio.
Peraltro, il Teatro Verdi soffriva fin dall'inizio di un vizio di fondo, vale a dire il sovradimensionamento rispetto alle reali esigenze della città. Ferrara, infatti, ha poco più di 130.000 abitanti, e nessun capoluogo di provincia di tali ridotte dimensioni può permettersi due teatri pubblici, con i costi che questo comporta, di restauro e soprattutto di gestione quotidiana. La nostra è una città a livelli di eccellenza fin dai primi anni '80 del secolo scorso nell'ambito della produzione e fruizione culturale, ed è riuscita per questo motivo ad attrarre nel tempo turisti da tutta Italia e dall'estero. Probabilmente, già in quell'epoca (e ancora di più oggi) non era necessario pensare ad un nuovo teatro che affiancasse il Teatro Comunale, considerando anche gli altri spazi pubblici cittadini (la Sala Estense, la Sala Boldini, da ultimo anche il Teatro Cortazar) che costituiscono una rete funzionale di strutture in grado perfettamente di rispondere alle esigenze teatrali di un comune come Ferrara. Il Teatro Verdi è stato il prodotto di un'epoca di grandi entusiasmi e fervore per quel che concerne gli investimenti in ambito culturale. Oggi, più prosaicamente, la priorità è difendere e sostenere le iniziative e le realtà che hanno concorso a definire Ferrara "città d'arte e di cultura".
Stupisce poi che Soffritti, amministratore sicuramente competente ed in modo particolare sui temi che riguardano la finanza locale, si avventuri in una serie di affermazioni inesatte o palesemente false. A parte la impraticabilità di qualsiasi possibile paragone tra la condizione della finanza locale di dieci anni fa e quella odierna, non è affatto vero che "nelle casse del Comune c'erano 10 miliardi di vecchie lire": infatti il Bilancio consuntivo 1999, ultimo dell'era Soffritti, riporta un avanzo di gestione di gran lunga inferiore, pari a circa 2 miliardi e 100 milioni di lire. Occorre inoltre rimarcare come durante l'Amministrazione Soffritti frequentemente gli avanzi di bilancio erano dovuti allo storno di risorse finanziarie dalle aziende municipalizzate, indebolendo fortemente la capacità di investimento delle stesse e la possibilità di rinnovare impianti e attrezzature.
Quanto poi al debito, quello lasciato in eredità da Soffritti è stato di oltre 134 milioni di euro attuali, di gran lunga superiore quindi, in termini reali, al debito odierno, e su quell'importo l'onere di interessi passivi all'epoca rasentava i 9 milioni di euro, mentre per il 2009 non raggiungerà i 7,5 milioni.
Ritorni quindi Soffritti, se non al rigore dell'argomentare e dell'agire politico, almeno al rigore dell'analisi economico finanziaria e stia tranquillo sul fatto che le risorse per pagare le rate dei mutui ci sono, così come ci sono quelle per far funzionare i servizi e le attività dell'amministrazione.