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I costi della Cultura e Ferrara e il punto di vista dell'Amministrazione

11-06-2010 / Punti di vista

di Massimo Maisto *

Il Consigliere Tavolazzi dopo una premessa barricadera sulle tv berlusconiane, probabilmente per rassicurare la sinistra, utilizza nel parlare dei costi della cultura le stesse identiche motivazioni di Tremonti e di Bondi: ci sono altre priorità, solo i ricchi hanno accesso alla cultura, si premiano clientele e parassitismo, non c'è managerialità. Il pensiero di Tavolazzi, proprio uguale-uguale a quello di chi ci governa, emerge dalla riga finale dove si parla di "ripianare le perdite della cultura". In tutti gli altri settori si parla di investimenti, di servizi, di costi, di attività; solo la cultura ha delle "perdite". E' evidente che mentre si dice di ritenere importante questo mondo non lo si considera tale, ma non si ha il coraggio di dirlo fino in fondo.
A Ferrara non è così, e provo a spiegare perchè: intanto dal 2010 cultura e turismo sono stati accorpati, quindi una parte non indifferente delle cifre elencata sono interventi a favore del turismo (anche le grandi mostre) e di conseguenza interventi a favore delle attività produttive, per contrastare la crisi che interessa pesantemente questo settore. Il consigliere sa anche molto bene che molti provvedimenti da lui evocati sono già stati messi in atto dal Comune di Ferrara e proseguiranno nei prossimi mesi e anni: dal 2007 abbiamo tagliato in maniera consistente il budget della cultura eliminando rischi di sovrapposizioni (ad es. le due mostre in contemporanea Castello/Palazzo dei Diamanti; doppioni di servizi e proposte tra Teatro Comunale e Ferrara Musica; un eccesso di Festival). Queste non sono proposte dell'opposizione ma cose già realizzate da questa amministrazione e comunicate più volte in Commissione e in situazioni pubbliche. Francamente, trasparenza per trasparenza, che si proponga all'Amministrazione di fare le cose che sta già facendo è davvero incredibile
Abbiamo ridimensionato alcuni eventi (la stagione lirica ad es.) e rinunciato ad altri: dal Festival Città e Territorio alla Festa d'Estate, da nuovi eventi di Ronconi o di altri Maestri del teatro alla grande lirica di Abbado, non più in programma dopo il Fidelio del 2008, fino alle mostre di Ermitage. Abbiamo invece sostenuto o rafforzato nuove o vecchie iniziative che non costano alle casse locali (la Festa del Libro Ebraico, il salone del Restauro).
Se non si vuole fare demagogia e non si vogliono ripercorrere le strade di Tremonti (che inserisce tra gli enti inutili la scuola di cinema e la cineteca nazionale!) bisogna dire che la cultura a Ferrara continuerà a fare i sacrifici necessari perchè l'attuale livello di budget non è sostenibile, tanto che abbiamo annunciato che non ci sarà una mostra a primavera, ma che sotto un certo livello i sacrifici non toccheranno solo grandi eventi e una presunta cultura elitaria (che non esiste), ma, tagli eccessivi, come quelli nazionali, toccheranno il nostro sistema bibliotecario e il nostro sistema museale. I 5 milioni di costo di personale, il milione e 4 di appalti a terzi e una parte consistente del contributo al teatro sono infatti costi relativi al funzionamento di queste strutture. L'unico risparmio possibile è la chiusura di qualche biblioteca, di qualche museo o una consistente riduzione d'orario, non ci sono infatti sperperi. Io sinceramente vorrei evitarlo, proprio perchè credo nella cultura diffusa e credo che biblioteche e musei siano a servizio della città e della comunità. Se qualcuno propone di chiudere musei e biblioteche lo faccia con chiarezza non facendo credere che i costi siano altrove.
Il consigliere sa inoltre che stiamo cercando di far pagare a chi ne ha le possibilità (non possiamo però chiedere la dichiarazione Isee a chi entra a teatro...), ultimamente abbiamo aumentato l'ingresso intero nei musei e lasciato inalterato il ridotto (cioè scuole, studenti, anziani, gruppi turistici organizzati, ecc.); abbiamo aumentato i biglietti interi per la lirica ma dato la possibilità, a soli 5 euro, alle scuole e al Conservatorio di assistere alla prova generale del Maestro Abbado; abbiamo ridotto tutti i cartelloni tranne quello di Teatro Ragazzi; abbiamo ridimensionato gli utilizzi gratuiti del Teatro Comunale implementando gli affitti per recuperare risorse, ma incentivato l'utilizzo da parte di giovani e scuole delle sale prove; nonostante i tagli stiamo sostenendo un'attività di teatro sociale che si rivolge al mondo della disabilità e del disagio; abbiamo azzerato convegni e conferenze onerosa ma moltiplicato le iniziative dirette o organizzate da associazioni alla Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea; abbiamo realizzato proiezioni sul cinema ferrarese. Credo che questa sia una politica culturale popolare e di sinistra.
Potrei continuare a lungo ma l'appuntamento giusto è il 23 giugno alle 17 in Comune, per la presentazione pubblica degli obiettivi di mandato sulla cultura del Sindaco.
Sul tentativo invece di spacciarci per un'amministrazione clientelare e poco trasparente bisogna dire: basta! Le iniziative delle associazioni, e i contributi relativi, sono pubblici e sotto gli occhi di tutti: i contributi più rilevanti vanno a Ferrara Musica, Ferrara sotto le stelle (cioè un'associazione come è noto affiliata Arci), Buskers Ferstival, Internazionale e poi a calare al Teatro Nucleo per le attività e la gestione del Teatro Cortazar di Pontelagoscuro (non certo un teatro d'élite), al Jazz Club e alle decine di associazioni che realizzano Ferrara Estate. Tutte iniziative che possono piacere o no, che possono essere considerate utili o inutili, ma che sono, ripeto, sotto gli occhi di tutti e i nostri finanziamenti non vanno a supportare le strutture organizzative ma a sostenere le attività. E non è una differenza da poco! Abbiamo poi alcune convenzioni (nel complesso di poco superiori ai 100.000 €) che garantiscono la continuità ad associazioni che noi, al contrario di Tremonti (e forse di Tavolazzi), non consideriamo enti inutili: l'Istituto di Storia Contemporanea, l'Istituto di Studi Rinascimentali, l'Orchestra Città di Ferrara (giovani musicisti perlopiù locali), il Conservatorio, la Comunità Ebraica, la Gino Neri, la Corale Veneziani. A tutti questi chiederemo, e sono sicuro che ci capiranno, sforzi enormi visto il periodo, ma con rispetto e senza parlare di "perdite".
Sulla maggiore managerialità sono d'accordo, posso solo chiedere di essere più umili e di lasciare gli esperti lavorare su questo, dopo che come giunta abbiamo dato indicazioni di andare verso un maggiore autofinanziamento. Proprio perchè sono convinto della professionalità del dottor Buzzoni e degli altri dirigenti del settore cultura non credo che dobbiamo essere noi a dirgli come promuovere una mostra, o se fare delle aste al Palazzo dei Diamanti, dei matrimoni a Teatro, dei funerali a Schifanoia e delle feste di laurea al Museo del Duomo. Tutti i miei collaboratori sanno che bisogna nel più breve tempo possibile sostituire risorse pubbliche con risorse private, in parte lo abbiamo già fatto, lavoriamo perché vada sempre meglio, anche se in questo periodo, al di là delle chiacchiere, non c'è la coda di sponor disponibili.
Dire poi ad un assessore, il sottoscritto, che vanno presi a modello iniziative come Internazionale o i Buskers, a chi, sempre il sottoscritto, da almeno due anni prende a modello Internazionale e Buskers come esperienze popolari, di qualità e di successo da difendere e rafforzare, è il capolavoro dell'autoreferenzialità di certo mondo politico, per il quale non è importante quello che si fa o si dice ma fare un po' di rumore per avere l'attenzione della pubblica opinione.
A differenza di lei, Consigliere, io ascolto quotidianamente il mondo della cultura e del turismo, gli operatori, gli esperti, gli appassionati, provo a fare sintesi e a fare le cose giuste, a volte riuscendoci a volte no, facendo sicuramente cose giuste e cose sbagliate, ma spiegando sempre obiettivi, possibilità, scelte, costi. A volte anche con polemiche molto dure con intellettuali, spesso anche amici personali, alla faccia del presunto clientelismo (vedi ultimamente sul Meis o in passato su Ermitage e Città e Territorio). Questo significa per me trasparenza e rispetto del mondo della cultura.

* - assessore alla Cultura del Comune di Ferrara