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La cultura, la destra e la sinistra

14-06-2010 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Una risposta risentita quella di Maisto, che conferma la fondatezza delle critiche e dei suggerimenti da me avanzati. Spiace che l'assessore, in sintonia con tanti suoi "compagni", non rinunci al vezzo di una presunta "superiorità" culturale della sinistra e accosti maldestramente a Tremonti o a Bondi le mie considerazioni, tese a suo dire "a rassicurare la sinistra". Maisto dovrebbe convincere i cittadini che è di sinistra regalare (o quasi) spettacoli d'elite a poche centinaia di ferraresi d'alto bordo, prelevando i quattrini dalle casse comunali, cioè dalle tasche di tutti noi. Mi spiace per lui ma i fatti sono implacabili, più delle sue, poco rassicuranti, parole. Evocare Tremonti quando non si hanno argomenti, è la battaglia di retroguardia del Pd, quella che incolla Berlusconi alla sua sedia.
Dice di aver tagliato iniziative e costi? Bene ha fatto! Purtroppo non si rende conto che deve tagliare di più, perché non ha soldi da spendere, perché non riesce ad attrarre capitali privati, perché pratica prezzi troppo bassi, per iniziative troppo costose. Forse così il ragionamento gli risulta più chiaro! Cosa c'entrano Bondi e Tremonti? Se l'assessore pagasse di tasca sua i contributi per ripianare le perdite (si chiamano così i risultati economici delle mostre organizzate da una società per azioni!) avrebbe ragione! Ma fa pagare le sue scelte in massima parte a chi non partecipa a quelle iniziative ed oggi (in presenza di cassa integrazione, licenziamenti) anche a chi non ha soldi per finanziarle! Perché l'assessore non si pone un quesito di sinistra che riguarda la giustizia sociale nell'uso delle risorse collettive? C'è o no una priorità in questo momento? Aspettiamo che sia Tremonti ad obbligare il Pd ferrarese a tagliare ciò che non è indispensabile, per investire in lavoro e in sostegno alle famiglie? L'assessore dice di aver alzato i prezzi. Lo ha fatto poco o nulla. Dovrebbe aumentarli davvero (cosa c'entra la dichiarazione ISEE?) e non far pagare alle famiglie in difficoltà il costo di iniziative elitarie ed insostenibili per le finanze del Comune. Chi vuole spettacoli di altissimo livello se li paghi, non li faccia pagare al Comune!
Non è vero che si debba mettere mano alle biblioteche per ridurre il budget della cultura. Se Maisto lo facesse, commetterebbe un crimine (culturale). Tagli gli spettacoli estivi. Riduca i programmi del Teatro (danza ed altri spettacoli economicamente sbilanciati). Riduca ulteriormente le mostre. Economizzi nella gestione museale, delle biblioteche, dei bookshop, affidati a terzi, riportando dentro al Comune attività esternalizzate. Il personale non manca. Alzi i prezzi. Si faccia dare i soldi da chi trae vantaggio dagli investimenti nella cultura. Non pensi l'assessore che oggi tutto va bene, madama la marchesa. Se non erro lui e Tagliani sono li per cambiare, non per difendere acriticamente l'esistente.
Concordo con lui sui contributi all'Istituto di Storia Contemporanea, l'Istituto di Studi Rinascimentali, l'Orchestra Città di Ferrara, il Conservatorio, la Comunità Ebraica, la Gino Neri, la Corale Veneziani. Ma se Maisto vuole davvero la trasparenza, pubblichi l'elenco completo dei contributi, la cui somma nel bilancio preventivo 2010 ammonta a circa 900 mila euro. Questo è il modo migliore per togliere i dubbi sul presunto clientelismo. Sulle proposte innovative e alternative emerse dal dibattito su Estense.com, Maisto tace. Eppure non arrivano da Bondi? Ho letto suggerimenti da guide turistiche, da appassionati frequentatori di mostre, da semplici cittadini. Tutto sbagliato? La verità ce l'hanno solo lui e Buzzoni? E nemmeno una parola sulla necessità di quantificare correttamente le ricadute sulla città, di consistenti investimenti pubblici nella cultura! Vogliamo smetterla, Maisto, di vantare risultati economici ed occupazionali senza tirar fuori un dato? Perchè a Brescia, Treviso le analisi si sono fatte? Abbiamo paura della verità?

* - consigliere comunale PpF