Comune di Ferrara

martedì, 20 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > La Cultura e l'assessore Maisto

La Cultura e l'assessore Maisto

15-06-2010 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Vorrei ricordare all'assessore Maisto che l'onestà intellettuale è il presupposto del confronto civile. Se egli ne è in possesso, non lo si evince da quanto scrive.
1.Non ho espresso giudizi sulla persona, solo su ciò che egli fa come amministratore pubblico. Eppure ripetutamente l'assessore parla di me, non di cosa sostengo come consigliere. Mi attribuisce la "foga di dividere il mondo fra buoni e cattivi, la missione di dare pagelle, l'opera di disinformazione." E a chi replica alle mie critiche, secondo Maisto, io darei del "non democratico e del bugiardo". Ora l'assessore, sempre che abbia a cuore di dar prova della propria onestà intellettuale, dica dove e quando avrei usato l'epiteto "bugiardo" nei suoi confronti. In caso contrario potrei cominciare a farlo ora!
2.L'assessore evita il merito delle mie considerazioni e di nuovo afferma che le "critiche dicono cose non vere". Quali sarebbero le cose false che avrei scritto? Per onestà l'assessore dovrebbe elencarle! In caso contrario sarei autorizzato ad affermare che egli mente. Non ho negato i tagli da lui fatti. Ho detto che non bastano, ciò che egli stesso conferma, annunciandone di nuovi nell'assestamento di bilancio 2010.
3.Maisto non smentisce di praticare prezzi assai inferiori ai costi, in spettacoli destinati a poche centinaia di cittadini, facendo così pagare il resto alla collettività. Sostengo che questa sia una scelta elitaria e socialmente iniqua. L'assessore tace perché non ha giustificazioni di fronte ai cittadini. Tutti, tranne lui, hanno capito che non sono in discussione, come vorrebbe far credere, gli abbonamenti del teatro, il teatro ragazzi, i concerti nel ridotto, i giovani delle scuole di danza, i Buskers e l'Internazionale. La riflessione riguarda per esempio la lirica, che costa 706 mila euro e ne incassa 137 mila. Siamo certi di poterci permettere Partenope (costata 265 mila euro) o la Carmen (costata 234 mila), con biglietti che mediamente coprono meno del 20% del costo? Maisto pensa davvero di convincermi che i ceti meno abbienti, nonostante lo sconto dell'80%, assistano a quelle rappresentazioni? O invece questi si limitano a pagare l'80%, attraverso la fiscalità generale, a favore di chi non paga il costo intero del biglietto, spesso potendoselo permettere?
4.Altro esempio. Nel 2009 la danza è costata 139 mila euro e ne ha incassati 55 mila. Il resto lo ha pagato chi non ha goduto del meraviglioso balletto dell'opera nazionale di Bordeaux, che è costato 78 mila euro e ne ha incassati 27 mila. E' così difficile, per chi è dotato di onestà intellettuale, capire che non sono nel mirino gli otto spettacoli di prosa del primo semestre, per esempio, costati mediamente 35 mila euro ciascuno? Il punto che (forse) sfugge a Maisto è che il Comune (cioè i cittadini) sborsa 2 milioni di euro l'anno, per coprire i costi del Teatro comunale e questo fatto dovrebbe farlo riflettere, da sedicente uomo di sinistra, sulle proprie scelte, nell'intento di ridurre il budget di spesa. Il Teatro ovviamente è solo uno spunto, ma ve ne sono a decine in altri settori della cultura.
5.L'assessore non fa trasparenza quando definisce "esperti improvvisati" coloro che avanzano critiche. Lo fa per destituirne la credibilità, per sfuggire al merito. E' troppo intelligente per spacciarsi esperto. Magari lo è, ma è anche pagato per ascoltare i cittadini e spendere bene i loro soldi. Maisto è opaco anche quando afferma che sono "60.000 gli spettatori del teatro". 60 mila cittadini diversi o 60 mila occupanti le poltrone (somma delle presenze nel totale degli spettacoli)? Dica quanti cittadini ferraresi davvero frequentano il Teatro! E pubblichi nel sito del Comune l'elenco delle associazioni che prendono contributi (poco importa che egli abbia consegnato un elenco ad un giornale tempo fa!).
6.Infine la caduta di stile, per sottrarsi all'accusa di spendere il denaro pubblico in modo socialmente non equo e poco efficiente, dal punto di vista della cultura diffusa.. L'assessore Maisto rievoca l'incarico di direttore generale, affidatomi dal (suo) sindaco Sateriale e dalla (sua) maggioranza nel 2000, revocato anticipatamente nel 2002, senza giusta causa, dallo stesso Sateriale e dal suo vice Tagliani, i quali, così facendo, hanno scaricato sul Comune il costo dell'indennizzo previsto dal contratto quadriennale. A loro Maisto, in forza della sua onestà intellettuale, dovrebbe chiedere il conto. Conto che in ogni caso, anche se solo politicamente, loro e la maggioranza che li sostiene stanno pagando da anni.

* - consigliere comunale PpF