Il dibattito sulla cultura e l'assessore Maisto
22-06-2010 / Punti di vista
di Valentino Tavolazzi *
L'assessore Maisto, come al solito risentito, replica al posto del presidente del Teatro Mangolini, costringendomi a gestire "due pugili nello stesso match". Il delegato alla cultura non entra nel merito delle considerazioni che ho portato all'attenzione dei cittadini: 1. Compatibilità finanziaria e sociale dello stanziamento comunale (incluso il contributo al Teatro); 2. Equità sociale del piano tariffario (soprattutto negli spettacoli ad elevato costo); 3. Ineludibile scopo di coinvolgere, con le iniziative culturali del Comune, ampi strati della popolazione.
Evidentemente questi temi non lo interessano. Che il Comune, ente dotato di risorse limitate e al tempo stesso garante di giustizia sociale nella spesa pubblica, possa o no permettersi le scelte fatte da Maisto, dal Pd e dalla maggioranza, parrebbe del tutto marginale.
Decisamente più importante per lui è invece attribuirmi idee sbagliate sul numero di spettatori, spacciato come l'unico indicatore di qualità e successo, quando, nel mio precedente intervento indirizzato a Mangolini, avevo semplicemente segnalato che un teatro vuoto o pieno a metà, non può essere un buon esempio di efficacia economica e culturale. Maisto peraltro definisce sbagliati i dati indicativi, da me (non da lui) sottoposti all'attenzione dei cittadini (anticipando che erano conti della serva), ma si guarda bene dal fornire quelli giusti. Quanto riempie il Teatro, per esempio, la danza? Si può sapere quant'é il costo per poltrona occupata? Quanti cittadini coinvolgono le rappresentazioni del Teatro nel loro insieme? Quanto incide per ogni cittadino coinvolto almeno una volta (lo spettatore ripetitivo conta 1) l'investimento di 2 milioni di euro l'anno del Comune? Domande semplici, alle quali Maisto, con pervicacia, non risponde.
Egli non spiega nemmeno perché il prezzo del biglietto di spettacoli assai cari, copra una parte esigua del costo dei medesimi, e la differenza venga ingiustamente scaricata, con la fiscalità generale e comunale, sui ceti meno abbienti, che a quegli spettacoli non possono assistere. Del resto lui e la sua maggioranza sono abituati a fare lo sconto ai ricchi anche in altri settori (rette nidi e materne, trasporto scolastico). E con disinvoltura lo scaricano sui cittadini economicamente più svantaggiati.
Maisto non fa altro (per la terza volta) che dedicarsi ad attacchi personali: "E' manifesta la disinformazione compiuta dal Consigliere Tavolazzi e la sua smania, derivante forse dal suo lavoro precedente, di dare pagelle ai buoni e ai cattivi"; "E' lo stesso consigliere che fa demagogia ed usa in maniera distorta l'informazione". Eppure tutti, tranne lui, sanno che nessuno batte il Comune in fatto di disinformazione, politiche culturali comprese. Sarò disposto a cambiare idea solo quando vedrò pubblicati nel sito del Comune tutti i dati richiesti in questo e in precedenti interventi. Fatti, non parole, assessore!
Dulcis un fundo, come in una litania, Maisto, privo di argomenti seri, evoca di nuovo Bondi e Tremonti, tentando di appiccicare a me ed al Movimento 5 stelle, che con altri mi onoro di rappresentare a Ferrara, una cultura che non è la nostra. Lui invece e la sua maggioranza, che da sempre fanno lo sconto ai ricchi sulla pelle dei poveri, si spacciano di sinistra.
Consiglio all'assessore un periodo di riposo estivo ed un bel esame di coscienza, dopo i quali forse potremo riprendere la trasmissione. Restando valido, in ogni caso, l'appello all'onestà intellettuale.
* - consigliere comunale PpF