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Nota dell'Assessore all'Urbanistica sulla discussione in Consiglio relativa al Documento degli obiettivi del POC

20-07-2010 / Punti di vista

di Roberta Fusari *

In questo primo anno di assessorato ho incontrato molti cittadini che per risolvere questioni legate agli edifici di proprietà (ampliamenti, riqualificazioni o nuove costruzioni) sono in attesa del Regolamento Urbanistico Edilizio, così come imprenditori sono in attesa dell'uscita del bando del Piano Operativo Comunale.
Sono rimasta estremamente amareggiata e sorpresa dal comportamento delle forze di minoranza in Consiglio Comunale per la discussione del Documento degli Obiettivi del Piano Operativo Comunale.
Non ho compreso i motivi del gesto di dissenso da parte dei consiglieri di minoranza, che li ha portati ad uscire dall'Aula consiliare non solo per il dibattito o l'espressione del voto, ma anche durante l'esposizione della delibera.
Vorrei ricostruire i fatti, per la necessaria chiarezza: dai primi di maggio abbiamo lavorato tenacemente con la città per l'elaborazione del Documento, con l'obiettivo dichiarato fin da subito di provare ad arrivare alla sua discussione in Consiglio Comunale entro la pausa estiva, al fine di intraprendere al più presto il complesso e lungo percorso che la legge prevede per l'elaborazione del Piano Operativo.
Il Piano Operativo è uno strumento essenziale per attuare il Piano Strutturale, quindi essenziale per il rilancio economico e lo sviluppo della nostra città. E' atteso e necessario.
Il PSC (piano strutturale) è pensato per essere approvato insieme a POC (piano operativo) e RUE (regolamento urbanistico edilizio), i due strumenti che ne consentono l'attuazione; dalla scorsa primavera la nostra città ha un Piano Strutturale che regolamenta i vincoli e le tutele, ma non ha strumenti attuativi di promozione; è ancora vigente il vecchio Pano Regolatore Generale ('95) ormai esaurito nelle sue capacità e superato nelle scelte strategiche.
L'Amministrazione Comunale ha individuato come prioritaria l'elaborazione dei due strumenti, per superare la condizione di uno strumento zoppo, che manca di qualcosa. Tale mancanza rende estremamente difficoltoso l'operare dei tecnici professionisti, degli imprenditori, e dei cittadini che vogliono intervenire sul patrimonio edilizio della nostra città.
Lavorare tenacemente con la città ha voluto dire predisporre un serrato calendario di incontri, in primis con gli Ordini Professionali e le Associazioni Economiche, principali e necessari attori nella realizzazione del Piano Operativo (il Piano prevede la pubblicazione di un bando pubblico per la raccolta e selezione delle domande dei privati che vogliono entrare nel primo Piano Operativo).
Contare gli incontri effettuati non ha molto significato. Ne ha piuttosto sapere che abbiamo trascorso intere giornate a ragionare tra Tecnici dell'Amministrazione e Rappresentanti delle Associazioni Economiche o Referenti degli Ordini Professionali, in un confronto proficuo e costruttivo, condotto in parallelo alla costruzione del Documento.
Sempre parallelo è stato anche il percorso per il dibattito politico, condotto nella Terza Commissione Consiliare da metà maggio in poi, iscrivendo ad ogni ordine del giorno l'informativa sul Documento, proprio per stimolare il dibattito e i diversi contributi.
Le Associazioni Culturali hanno dato il loro contributo, così come le Commissioni e i Consigli di Circoscrizione, sempre attenti e puntuali nel cercare di calare il futuro strumento nei loro territori, quindi di metterlo alla prova.
La nostra disponibilità (del Sindaco, dei Dirigenti e mia) è sempre stata totale; tutti nell'ultimo mese abbiamo concentrato gli sforzi sul Documento, perché dal confronto con la città avevamo avuto buoni riscontri; c'era la volontà di centrare l'obiettivo, di mettersi in gioco per far partire il Piano Operativo. Non è stato semplice concentrare i tempi in questo modo: 7 anni di discussione per arrivare al Piano Strutturale avevano abituato tutti ad affrontare le cose con più calma; era necessario un cambio di passo, questa è stata la sola forzatura, costringersi a provarci.
E' fuor di dubbio che un Documento degli Obiettivi del primo Piano Operativo Comunale, strumento nuovo e sperimentale per la nostra città, non poteva essere fatto in altro modo, se non costruito insieme.
La mia soddisfazione principale è sapere che in molti ritroveranno nel Documento i propri contributi, sapendo che rientrano tutti nella strategia rigida e coerente indicata dal Piano Strutturale.
Nel Documento ci sono anche i preziosi contributi dei Consiglieri, di maggioranza e di minoranza: le incentivazioni alla riqualificazione, l'attenzione alle aree di completamento nel forese, e altre indicazioni attente e precise.
Per questo non mi spiego la loro assenza dall'Aula; nonostante la disponibilità a chiudere la trattazione della delibera venerdì prossimo, ultimo Consiglio prima della pausa estiva. Un civile e costruttivo dibattito consiliare, ovviamente nel rispetto delle proprie differenti posizioni, sarebbe stata la degna conclusione di un iter così impegnativo e proficuo. Esattamente come è successo nelle quattro circoscrizioni cittadine.
L'assenza della minoranza è un mistero della politica, di quella politica così lontana dai cittadini e dai loro problemi di tutti i giorni.

* - assessore all'Urbanistica del Comune di Ferrara